I Verdi del Ticino interrogano il Consiglio di Stato circa la mancata risposta del Di sul caso dei post Facebook "inappropriati" di un agente di polizia
"Imbarazzante e inaccettabile". Così i Verdi del Ticino definiscono "l'assordante silenzio del Capo del dipartimento delle Istituzioni" nell'interrogazione presentata oggi al Consiglio di Stato circa la notizia, da noi riportata, di un post Facebook "totalmente inappropriato" di un sergente maggiore della Polizia cantonale.
"Nel post incriminato", ricordano i Verdi, "il sergente minaccia colui che ha vandalizzato la sua automobile di “accorciare il suo destino terreno”. I toni sono forti: il vandalo, definito “succedaneo d’uomo nonché figlio di padre ignoto”, viene avvisato che, dovesse incontrarlo, “per il tempo necessario dimenticherò chi sono nella vita e sarà forse l’unica volta che non vedrai l’ora che arrivino in tuo aiuto i tanti odiati sbirri! Applicherò un'antica legge non comune alle nostre latitudini...”." Insomma, concludono gli ambientalisti, "un sergente delle Polizia cantonale minaccia di farsi giustizia da sé".
I Verdi, rimarcando "il fatto, di per sé già grave", rimarcano ancora il fatto che "l’autore delle minacce era stato condannato per aver postato sui social media contenuti di stampo nazifascista. Nonostante la condanna l’agente era stato promosso, qualche anno dopo la condanna, a Sergente maggiore".
Da qui, nell'interrogazione, I Verdi del Ticino chiedono al Consiglio di Stato: