Dagli ultimi dati non giungono (ancora) significativi motivi di speranza
Se in Italia per la seconda settimana consecutiva a livello nazionale si rileva una lenta discesa del numero di nuovi casi e del loro incremento percentuale, non altrettanto si può dire per la provincia di Como. Che non sembra aver risentito delle restrizioni di tre settimane fa. Identico discorso per la provincia di Varese.
Per le due province pedemontane lombarde di frontiera anche nell'ultima settimana, dal 26 marzo al 1° aprile, come si viene a sapere dal consueto aggiornamento della pandemia dell'Ats Insubria, non giungono significativi motivi di speranza. A Como l'indice di positività dei tamponi è salito al 19,4 per cento (la scorsa settimana era al 16,9 per cento), a Varese è salito al 18,9 per cento, rispetto al 15,7 di sette giorni primi. Percentuali che pongono le due province aggrappate alla 'ramina' in cima alla classifica nazionale.
Continua quindi a essere ben oltre il limite di 250 positivi ogni 100mila abitanti. Como è a 321 e Varese a 290. Valori questi che da soli dicono che le due province non possono uscire dalla zona rossa. ''Non c'è stato il calo dei positivi sperato, in questa settimana un sensibile decremento che non c'è stato'' commenta il direttore sanitario di Ats Insubria Giuseppe Catanasso. Ciò lo si deve al fatto che sono in crescita i positivi di età compresa fra i 40 e i 50 anni. Mentre calano, e in misura confortante, i contagi nelle case di riposo e fra gli over 80. Cosa che si deve alla campagna vaccinale. Tendenzialmente in calo l'indice di contagio che a fine febbraio aveva toccato quota 1,5, attualmente è attorno all'1,15. Valore ancora allarmante. Numeri sempre alti quelli dei decessi. Lo scorso mese di marzo 217 i lutti nel Comasco. Dieci nella giornata di ieri, fra cui tre missionarie comboniane di un convento di Erba, dove si assiste a una strage di suore: in quindici giorni ne sono morte 12. A Como continua a essere alta la pressione sugli ospedali. Ieri i positivi curati negli ospedali comaschi erano 351, a metà febbraio erano 'solo' 180.