Le iniziative del Canton Ticino per frenare l'aumento dei premi, il consigliere di Stato in audizione dalla Commissione sanità della Camera alta
«L’interesse sulle iniziative cantonali è stato suscitato, questa perlomeno la mia impressione. Da parte dei parlamentari sono state poste diverse domande. Al momento non voglio però essere eccessivamente ottimista. La strada è infatti in salita: in questo particolare settore gli interessi in gioco sono infatti molti». Raggiunto dalla ‘Regione’, il direttore del Dipartimento sanità e socialità Raffaele De Rosa è reduce dall’audizione, stamattina a Berna, davanti alla Commissione sicurezza sociale e sanità del Consiglio degli Stati sulle tre iniziative cantonali proposte dal Dss e sottoscritte dal Gran Consiglio nel dicembre 2019 per cercare di frenare l’aumento (costante) dei premi di cassa malati (l’ultimo in Ticino, in ordine di tempo, è stato del 2,1 per cento, il più alto in Svizzera). Bellinzona chiede alle Camere federali di intervenire sulla LVAMal, la controversa Legge federale sulla vigilanza sull’assicurazione malattie, con puntuali modifiche. Le iniziative propongono una serie di correttivi a tre articoli per conseguire altrettanti obiettivi: ‘Più forza ai Cantoni’, ‘Per riserve eque e adeguate’, ‘Per premi conformi ai costi’. Riguardo alle riserve, il Ticino chiede di inserire all’articolo 14 della LVAMal un capoverso secondo cui “Le riserve di un assicuratore sono reputate eccessive se risultano superiori al 150% del limite normativo. In presenza di riserve eccessive, l’assicuratore è tenuto a operare una riduzione delle riserve sino al raggiungimento di tale soglia”.
All’audizione hanno preso parte, oltre a De Rosa, Lukas Engelberger, presidente della Conferenza delle direttrici e dei direttori cantonali della sanità, e i consiglieri di Stato responsabili della salute pubblica di Ginevra, Friburgo e Giura, cantoni che hanno già votato iniziative simili a quelle ticinesi. «Per noi iniziativisti - riprende il consigliere di Stato ticinese - è importante che vi sia un’adesione di principio alle nostre proposte e che quindi Berna riconosca il livello eccessivo delle riserve, che adesso supera globalmente gli 11 miliardi di franchi, da ricondurre anche alla nuova Legge sulla vigilanza che da quando è in vigore non funziona come dovrebbe funzionare, se è vero come è vero che negli ultimi tre anni si è avuto un incremento delle riserve di quasi 4 miliardi». Il presidente della Conferenza delle direttrici e dei direttori cantonali della sanità, prosegue De Rosa, «ha portato stamattina il proprio sostegno all’orientamento delle tre iniziative ticinesi, dicendo anche che la prospettata nuova modifica dell’Ordinanza, la OVAMal, è ritenuta dalla stessa Conferenza un passo nella giusta direzione ma insufficiente, visto che agli assicuratori si dà ancora la possibilità su base volontaria di ridurre le riserve e di restituire quanto è stato pagato in eccesso per i premi. Nessun obbligo, come invece chiedono le iniziative ticinesi, e nessun livello delle riserve oltrepassato il quale si procede alla restituzione, mentre noi proponiamo, per esempio, il 150 per cento. Già oggi esiste la facoltà per gli assicuratori di ridurre e restituire, ma sono troppo poche le casse malati che lo fanno».
Adesso è la Commissione sanità degli Stati che deve fissare la tabella di marcia. «La palla è nel campo del parlamento federale: spero - commenta De Rosa - che possa procedere celermente e prendere una decisione sulle iniziative in tempi brevi. Il tema è comunque conosciuto: fondamentalmente chiediamo di ristabilire alcuni paletti, alcuni criteri che erano in vigore prima della rivista Legge federale sulla vigilanza. Paletti come per esempio il convolgimento dei Cantoni su costi e tariffe prima dell’approvazione dei premi».
Da noi interpellata, la consigliera agli Stati socialista Marina Carobbio Guscetti, membro della Commissione della sicurezza sociale e della sanità, si limita ad affermare che la commissione si pronuncerà domani sul tema.