L’Ufficio federale delle assicurazioni sociali non dà segni in questa direzione, mentre molti indipendenti non riescono a pagare i contributi
Con l’acqua alla gola. È così che stanno vivendo da alcuni mesi gli indipendenti che, a causa del coronavirus, hanno subito ingenti danni finanziari e mancano di liquidità. Di questo ne è consapevole anche l’Istituto delle assicurazioni sociali (Ias) che ha chiesto all’Ufficio federale competente «se, considerata la situazione, fosse in procinto di replicare il provvedimento preso a marzo dell’anno scorso, ossia la concessione di proroghe al pagamento dei contributi Avs. Per il momento però non ci sono segnali in questa direzione», ci spiega Siro Realini, responsabile dell’Ufficio dei contributi presso l’Ias.
Infatti, il motivo per il quale l’ufficio non è in grado di concedere delle proroghe a chi è in difficoltà è di ordine legale e di competenza della Confederazione: «La Legge federale impone a tutte le casse Avs di fatturare i contributi agli indipendenti su base trimestrale. Queste fatture hanno delle scadenze codificate nell’ordinanza, e fintanto che il Consiglio federale non ordina alle casse Avs di fare diversamente, esse non hanno la possibilità di sospendere la fatturazione o di modificare le scadenze delle fatture emesse», dice Realini. «Sappiamo che per alcuni indipendenti la situazione è critica e che in questo momento per coloro che ancora non avessero ricevuto gli aiuti finanziari far fronte alle nostre fatture può essere un problema. Purtroppo però come Cassa di compensazione Avs non possiamo esimerci dal fatturare i contributi d’acconto così come prescritto dalla Legge federale Avs».
«Capiamo l’angoscia di chi è in difficoltà – continua Realini –, ma sappiamo anche che chi sta versando le indennità perdita di guadagno specifiche (Ipg Corona) sta lavorando alacremente per verificare il diritto alle prestazioni ed erogare il dovuto. Fino a oggi la nostra cassa Avs ha erogato agli indipendenti indennità per oltre 154 milioni di franchi dall’inizio della pandemia, ed ha assunto una decina di collaboratori in più proprio per velocizzare la gestione delle pratiche. Il lavoro da fare in questo periodo è tanto, ma non lesiniamo gli sforzi per rispondere al più presto a tutte le richieste».
Sollecitati sì e anche al telefono: «Le nostre linee sono aperte tutti i giorni ma in alcuni momenti, a causa dell’elevato numero di telefonate in entrata. Non riusciamo a rispondere con la celerità voluta alle molte chiamate che quotidianamente affollano le nostre linee, ma facciamo il possibile affinché ognuno ottenga evasione alle richieste che formula», chiosa il responsabile dell’Ufficio dei contributi.