Ticino

Si voterà su salari e vitalizi dei consiglieri di Stato

È riuscito il referendum promosso dall’MpS. Consegnate oggi in Cancellerie oltre 8mila firme raccolte in tre settimane

La delegazione dell’MpS con gli scatoloni contenenti le firme (foto Ti-Press)
4 gennaio 2021
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Le firme necessarie (oltre 8mila) per portare davanti agli elettori la nuova Legge sulla retribuzione e sulla previdenza professionale dei membri del Consiglio di Stato (LRetCds), questo il nome completo, sono state raccolte. Il Movimento per il Socialismo ha depositato questo pomeriggio le firme presso la Cancelleria dello Stato a Bellinzona. «Sono state raccolte in un momento dell’anno difficile contrassegnato dalla pandemia, ma i cittadini hanno aderito massicciamente alla nostra richiesta di referendum», commenta Pino Sergi, coordinatore dell’MpS. La raccolta è iniziata il 4 dicembre e già il 23 dicembre le firme necessarie per legge (7mila) erano arrivate. La stragrande maggioranza sono state prese presso le bancarelle in varie località del Cantone. Circa 600 firme sono arrivate invece via cartoline postali vidimate dalle cancellerie comunali.

«Tutti i cittadini con i quali siamo entrati in contatto nelle scorse settimane hanno sottolineato che il momento scelto per aumentare lo stipendio dei Consiglieri di Stato di ben 33 mila franchi l’anno non è il migliore», afferma Pino Sergi che ricorda che nei prossimi giorni continueranno la battaglia anche dal profilo dell’azione legale e non solo dal punto di vista politico. «È da due anni che una nostra segnalazione al Ministero pubblico sul tema rimane lettera morta», continua Sergi. A urtare l’MpS è la rendita ponte Avs che gli ex Consiglieri di Stato under 64 o 65 anni (a seconda del genere) percepiranno fino al compimento dell’età legale di pensionamento. Una situazione ritenuta illegale. 

Nei prossimi mesi, quindi, i cittadini ticinesi saranno chiamati alle urne per dire se la futura regolamentazione di onorari e trattamenti pensionistici degli ex membri del governo entrerà in vigore o no. L’MpS ha già condotto qualche anno fa una battaglia politica simile - vincendola - a Bellinzona. In quel caso si trattava delle remunerazioni dei municipali della città aggregata. «Sappiamo che la popolazione è sensibile su questi temi e comunque andrà, è giusto che si esprima su questo dossier avallato praticamente all’unanimità da tutte le forze di governo», conclude Sergi.