È quanto emerge da un’indagine che ha riguardato i cinque licei pubblici e la scuola cantonale di commercio. Più difficoltà per i ragazzi socialmente più fragili
“Se circa l’80% dei docenti e la quasi totalità dei dirigenti scolastici hanno affermato di condividere la bontà del sistema adottato, le percentuali di allievi e genitori che hanno indicato il loro accordo varia tra il 40 e il 50%“. Stanno in questa frase i dati salienti di un'indagine sulla didattica a distanza nelle scuole medie superiori del Canton Ticino. Check-up distance learning, così viene chiamata la verifica dell’insegnamento a distanza, realizzato dall’Istituto per la valutazione esterna delle scuole di livello secondario II (Ifes) a livello nazionale. La Sezione dell’insegnamento medio superiore della Divisione della scuola del Decs ha reso noto i dati relativi al Ticino. L’indagine ha coinvolto più di 3’200 intervistati. L’obiettivo dell’inchiesta? Valutare il grado di soddisfazione e i vissuti di allievi, genitori, docenti e dirigenti scolastici rispetto all’esperienza sulla didattica a distanza nel periodo dall’11 marzo all’8 giugno di quest’anno.
L’indagine, come detto, è stata svolta dall’Ifes sul piano nazionale. Il rapporto, per il Canton Ticino, rappresenta una sintesi dei dati raccolti dall’Ifes riferiti ai cinque licei cantonali e alla scuola cantonale di commercio. “I dati costituiscono una fonte d’informazione preziosa e rappresentano una solida base su cui continuare a lavorare per migliorare la gestione di una fase critica tuttora in evoluzione che richiede alle scuole una grande capacità di riorganizzazione e adattamento”, si legge in una nota del Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport.
Sono 3’263 le persone che hanno risposto alle domande del sondaggio: 1’581 allievi (pari a circa il 30% del totale del settore medio superiore), 312 docenti (circa il 50% del totale dei docenti di questo settore), 1’357 genitori e 13 rappresentanti delle direzioni dei sei istituti scolastici. Si tratta di un tasso di partecipazione più che soddisfacente sia dal punto di vista numerico, sia per la rappresentatività delle singole sedi scolastiche.
I principali temi toccati dall’indagine riguardano l’organizzazione della scuola e dell’insegnamento, gli aspetti legati alla comunicazione dei cambiamenti introdotti, la motivazione degli allievi, i contatti sociali e il sostegno ricevuto, le risorse e i carichi di lavoro.
In generale, per quanto concerne la capacità dell’istituto scolastico di riorganizzarsi e di adattare l’insegnamento alle nuove condizioni, docenti e direzioni scolastiche hanno espresso un buon grado di soddisfazione, più elevato rispetto a quanto dichiarato da allievi e genitori. Se circa l’80% dei docenti e la quasi totalità dei dirigenti scolastici hanno affermato di condividere la bontà del sistema adottato, le percentuali di allievi e genitori che hanno indicato il loro accordo varia tra il 40 e il 50%.
Per quanto concerne la comunicazione emanata dagli istituti scolastici sulle novità implementate durante il lockdown, circa l’85% dei docenti ritiene di essere stato informato in modo soddisfacente; circa il 70% gli allievi dello stesso avviso. Secondo la grande maggioranza dei docenti (ca. l’80%) le linee guida ricevute per l’insegnamento online erano risultate chiare; quasi il 40% degli allievi ha invece incontrato qualche difficoltà a capire quali strumenti digitali erano utilizzati dagli insegnanti e per cosa. In caso di aiuto, quasi il 70% degli allievi ha potuto raggiungere gli insegnanti facilmente e rapidamente.
In tutti i gruppi intervistati emerge l’impressione che durante il periodo di scuola a distanza gli allievi abbiano imparato meno o molto meno rispetto alle lezioni in presenza. Più del 40% degli allievi ha affermato che studiare a casa è stato difficile, anche a causa di distrazioni solitamente non presenti in aula. Se da un lato c’è anche chi sottolinea come molti allievi in questo periodo abbiano potuto sviluppare competenze come lo studio autonomo, la capacità organizzative, la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie informatiche, altri sottolineano come la scuola a distanza abbia posto maggiori difficoltà agli allievi scolasticamente o socialmente più fragili.