Ticino

Crescono i palazzi, ma il sogno resta la casetta

Dall’ultima statistica sugli edifici emerge che in Ticino la costruzione prevalente è quella monofamiliare. Record di abitazioni vuote: oltre 6’600

(archivio Ti-Press)
26 novembre 2020
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Il parco immobiliare ticinese è relativamente recente. Solo il 54,3% degli edifici abitativi (erano 112’085 nel 2008) risalgono a prima del 1965. Sono invece solo circa 14mila gli edifici con più di cento anni, edificati prima del 1919, per intenderci. Sono solo alcuni dei dati che emergono dalla statistica degli edifici e delle abitazioni realizzata dall’Ustat. Dall’esame si può evidenziare che il periodo di maggiore fermento edilizio si è avuto dopo la seconda guerra mondiale, con 20’024 edifici ancora esistenti costruiti tra il 1946 e il 1960, che corrispondono a una media di oltre 1’300 edifici costruiti ogni anno. Con circa 10mila edifici ancora esistenti costruiti in ogni decennio (ovvero con valori medi annui attorno ai mille edifici), gli anni Sessanta, Settanta e Ottanta presentano, pur non raggiungendo i valori osservati in precedenza, una tenuta dell’attività edilizia abitativa. I decenni più recenti, che certamente non possono dirsi di magra per il settore edilizio, hanno visto sorgere molte meno edifici rispetto all’immediato dopo guerra. Infatti dalla statistica si evince che il parco immobiliare costruito negli anni Novanta e Duemila è più modesto, rispettivamente con 6’625 e 7’153 edifici (valori medi di 662 e 715 unità). Tra gli anni 2011 e il 2019, invece, sono stati costruiti complessivamente 5’383 edifici, ovvero una media di 598 edifici l’anno, sensibilmente inferiore a quella del decennio precedente.

Se invece si restringe lo sguardo al tipo di edificio, dei 112’085 edifici censiti nel 2019, il 93,2% (104’433 unità) è adibito a uso esclusivamente abitativo, mentre il restante 6,8% è composto da 5’172 edifici abitativi con uso annesso (ossia che includono altri spazi, per esempio commerci; 4,6%) e da 2’480 edifici parzialmente abitativi (alberghi, ospedali e scuole; 2,2%).

È il piccolo a caratterizzare il panorama urbanistico

Gli edifici esclusivamente abitativi si suddividono a loro volta in case unifamiliari (72,5% nel 2019), bifamiliari (15%) e con tre e più abitazioni (12,5%). Il dato saliente è che la quota delle case unifamiliari si colloca sempre tra il 60% e l’80%, indipendentemente dall’epoca di costruzione: il panorama ticinese degli edifici a uso esclusivamente abitativo è dunque caratterizzato da una prevalenza di piccole costruzioni. Ci sono comunque delle caratteristiche tipiche di ogni decennio. Le bifamiliari, per esempio, sono la quota parte più consistente tra quelle costruite negli anni Sessanta, Settanta e Ottanta, con un picco massimo del 24,3% per quelle edificate tra il 1961 e il 1970.

Le case plurifamiliari incominciano a prendere piede solo a partire dal 1990. Tra gli edifici costruiti a partire dal 1991, la loro quota parte supera invece quella delle case bifamiliari, e raggiunge ben il 28,9% tra quelli costruiti negli ultimi nove anni, contro il 9% delle case bifamiliari.  

I condomini offrono quasi la metà delle abitazioni

Le abitazioni, infine, recensite nel 2019 sono 244’798 di cui 202’828 situate in edifici a uso esclusivamente abitativo. Un edificio, lo ricordiamo, può avere una o più abitazioni. Gli edifici comprendenti tre o più abitazioni, pur essendo i meno diffusi offrono comunque alla popolazione quasi la metà delle abitazioni (47,2%); le case unifamiliari il 37,3% e quelle bifamiliari il 15,5%. 

I trilocali e i quadrilocali, inoltre, rappresentano quasi i due terzi delle abitazioni recensite (29,3% trilocali e 28,9% quadrilocali). Seguono le abitazioni con cinque e più locali (17,9%), i bilocali (17,9%) e i monolocali (5,6%). La quota dei proprietari (di casa o appartamento) nel 2017, ultimo anno disponibile, era del 40,4%. Gli inquilini, con il 53,7%, restano la maggioranza. Il restante 5,8% è ripartito in altre tipologie di occupanti.

Infine il dato sulle abitazioni vuote: al 1° giugno 2020 erano 6’639, cifra che evidenzia un incremento del 20% (+1’105 unità rispetto al 2019. Poco mento di due terzi (59,9%) sono trilocali e quadrilocali; il 10,6% è costituito da case unifamiliari, mentre il 18,6% da abitazioni di recente costruzione o ristrutturazione. La maggior parte delle abitazioni vuote era proposta in affitto, mentre la parte restante del 15,3% attendeva di essere venduta. Il tasso di abitazione vuote sale quindi al 2,71%, il dato più elevato quando è realizzata questa statistica (1993). Quello nazionale è invece pari all’1,72%.