Ticino

Attacco a Lugano, il Consiglio centrale islamico condanna

L'organizzazione, però, aggiunge: ‘Niente conclusioni premature ed eccessi di reazione. Le turbe non sono meno comuni tra i sospetti musulmani’

Ti-Press
25 novembre 2020
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Il Consiglio centrale islamico della Svizzera (Ccis) condanna fermamente l'aggressione con un coltello avvenuta ieri alla Manor di Lugano ed esprime la sua solidarietà alle vittime. Mette però anche in guardia da conclusioni premature e da un eccesso di reazione.

Il Ccis "osserva con grande preoccupazione la nuova fiammata di violenza dello Stato Islamico in Europa", si legge in un comunicato diramato stamani. Saranno comunque le indagini a dover stabilire se l'attentato di ieri a Lugano abbia motivazioni terroristiche.

Secondo il Ccis va peraltro sottolineato che le malattie mentali non sono meno comuni tra i sospetti musulmani - anche o soprattutto se aderiscono a una visione del mondo che si basa sull'Isis - di quanto non lo siano tra tutte le altre persone. È quindi del tutto possibile che nel caso in esame non sia stata in definitiva la sospetta affinità all'Isis a spingere la donna a commettere il reato, ma una malattia mentale acuta o latente, oppure un altro movente come l'avidità, l'odio o la gelosia.

Indipendentemente da ciò il Ccis si appella alla ragione per affrontare una situazione che potrebbe continuare a deteriorarsi in tutta Europa. Dal 2014 il Consiglio ha costantemente e ripetutamente messo in guardia dal pericolo rappresentato dall'Isis. Purtroppo la Svizzera non è immune dagli attacchi dei lupi solitari.

‘L'Isis vuole un clima di paura’

Secondo il Consiglio centrale islamico per contrastare efficacemente il "barbaro piano dell'Isis" bisogna però prima riconoscere che esso non è - come spesso si sostiene - di natura fanatica o irrazionale. L'obiettivo è piuttosto quello di creare un clima di paura e di odio in Europa attraverso attacchi facili da compiere e difficili, se non impossibili, da prevenire. L'effetto sperato di questo clima sono reazioni politicamente poco riflessive: più sorveglianza statale, lo smantellamento dei diritti civili e nuove leggi percepite dai musulmani come discriminatorie.

Per il Ccis l'approccio sensato a tali attacchi è cercare di spezzare la spirale dell'escalation, evitando di cadere nella trappola dell'Isis. In termini concreti, gli autori di violenza non dovrebbero ricevere l'attenzione dei media. Le breaking news virali e diffuse a livello internazionale incoraggiano chi vuole emulare le gesta degli attentatori e trasmettono una sensazione di potere e di influenza a chi compie le aggressioni.

Al mondo politico - che deve essere consapevole dell'impossibilità di prevenire completamente tali atti - il Ccis consiglia di rendere attenta la popolazione che non si vincerà la lotta smantellando i diritti civili o discriminando i musulmani, ma solo perseguendo in modo coerente e mirato i colpevoli.

A causa delle sue posizioni integraliste il Ccis è un'organizzazione controversa che ha avuto molta risonanza sui media negli ultimi anni. Critiche al suo operato sono state espresse anche da ambienti musulmani.
 
 

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