L’azienda radiotelevisiva collaborerà con il sindacato Ssm per «perfezionare ulteriormente gli strumenti esistenti»
«Si tratta di episodi avvenuti negli ultimi due o tre anni», afferma Rolando Lepori, co-segretario della Ssm del cantone, riferendosi ai trenta casi di molestie e mobbing presso la Rsi, segnalati alla sezione ticinese del Sindacato svizzero dei mass-media (Ssm). Dopo lo scandalo alla Rts (la radiotelevisione svizzera di lingua francese) anche la Rsi finisce nel ciclone delle molestie sul lavoro. Il 6 novembre la Ssm ha pubblicato sul proprio sito un link dedicato alle lavoratrici e ai lavoratori dell’azienda ticinese, da lì sono fioccate le segnalazioni: «La metà riguardano mobbing e metà molestie, comprese quelle sessuali e frasi o gesti lesivi nei confronti della personalità», e aggiunge che la maggior parte delle vittime sono donne, mentre i presunti autori sono principalmente uomini. «Si tratta di trenta situazioni e le segnalazioni sono di due tipologie – illustra –: Una persona che ne segnala un’altra o un gruppo che insieme indica il presunto responsabile del mobbing». Le vessazioni spesso durano per molto tempo come nel caso del bossing, cioè quando «il superiore mette sotto pressione un collaboratore per farlo andare via o farlo crollare», spiega Lepori.
Una situazione nuova alla Rsi? Secondo Lepori negli anni ci sono state poche segnalazioni. E i casi con un seguito legale o extragiudiziale molto rari: «Si trattava di episodi sporadici di lavoratori e lavoratrici e che volevano per lo più sfogarsi per una situazione indesiderata». La Ssm Ticino prenderà contatto con le persone interessate e chiederà un incontro alla direzione dell’emittente che si è già detta disponibile: «La Rsi agirà di concerto con Ssm, sezione Ticino, perfezionando ulteriormente gli strumenti esistenti, affinché ogni singolo caso possa essere affrontato e risolto col massimo rigore», comunica l’ufficio stampa che puntualizza: «La direzione è fermamente decisa a continuare a garantire a collaboratrici e collaboratori la più ampia protezione di fronte a ogni forma di abuso e da tempo mette loro a disposizione vari canali, anche anonimi, per indicare e denunciare episodi di abuso».
«È un tema di cui in passato abbiamo sentito parlare, ma su cui non avevamo elementi o segnalazioni per intervenire in alcun modo», dice Nicola Morellato, segretario regionale del sindacato Syndicom riguardo alle segnalazioni di abusi presso la Rsi. «Sono situazioni molto difficili perché nessuno si è mai fatto avanti nei nostri confronti con documentazioni o altro materiale. Inoltre non abbiamo un contatto diretto con la direzione dato che non siamo il sindacato firmatario del contratto collettivo». Syndicom si è comunque messa a disposizione di Ssm qualora fosse richiesto sostegno.
La Società svizzera di radio televisione (Ssr), di cui fanno parte sia Rts che Rsi, ha comunicato all’Ats di essere a conoscenza delle segnalazioni ricevute e di essere in contatto con le parti sociali. «I casi segnalati alla Ssm verranno esaminati e comunicati dopo aver effettuato i chiarimenti necessari», conclude Ssr. Per quanto riguarda l’unità Srf di lingua tedesca, l’Ssm ha dichiarato di collaborare con la prima per definire il processo di gestione di eventuali segnalazioni di molestie.