Ticino

Gufo impallinato, l'Ufficio caccia e pesca apre un'inchiesta

Il volatile è stato soppresso dopo aver ricevuto una scarica di pallini che gli avevano fratturato l’articolazione dell’ala destra e causato un'infezione

9 novembre 2020
|

Vira, nome dato dai volontari della SPAB a un gufo comune impallinato, non ce l’ha fatta. È una triste storia quella di Vira, un magnifico gufo comune morto – come comunicato dalla stessa Società Protezione Animali Bellinzona – dopo essere stato impallinato nel Gambarogno solo per aver incontrato sulla sua traiettoria un bieco individuo armato di un fucile che nulla ha a che fare con l’etica della caccia.

Il fatto risale a una decina di giorni or sono. Un cacciatore notando un comportamento anomalo del suo cane e seguendone i latrati ha ritrovato a terra Vira. Ha quindi prontamente avvisato il guardiacaccia della zona, comportandosi da persona rispettosa delle regole e come l’arte venatoria impone. Dopo essersi recato in loco per i primi accertamenti e il recupero del povero animale, il guardiacaccia lo ha consegnato ai volontari della SPAB. Trasportato subito allo studio veterinario Keller e Pedretti per un controllo, la triste scoperta: Vira era stato abbattuto da una scarica di pallini che gli avevano fratturato l’articolazione dell’ala destra. Il povero strigide ha dovuto essere soppresso sia per l’impossibilità di recuperare l’ala sia per lo stato di salute generale e la forte infezione già presente. In base alle ferite riscontrate, l’ignobile gesto è stato compiuto due o tre giorni prima del ritrovamento.

Per la SPAB "questo amplifica la tristezza perché accentua il forte dubbio che non si sia trattato di un errore di caccia ma bensì di un atto intenzionale che scredita i veri cacciatori rispettosi delle regole". La SPAB "condanna gesti di questo tipo e si rattrista nel vedere come, nonostante la sensibilizzazione nel rispetto della natura, vi siano ancora personaggi che si accaniscono su animali già messi sotto pressione dalle attività umane". Al contempo l’Ufficio cantonale della caccia e della pesca ha aperto un’inchiesta in merito. Alcuni elementi hanno già permesso di restringere il cerchio per determinare il possibile autore.