Lo comunica il vescovo di Lugano in una lettera ai ticinesi dopo che Berna ha fissato a 50 il tetto massimo di fedeli ammissibili negli edifici di culto
Cresime e prime comunioni dovranno attendere tempi migliori. A comunicarlo è il vescovo Valerio Lazzeri in una missiva indirizzata ai fedeli ticinesi il giorno successivo alla decisione delle autorità federali di limitare tutte le manifestazioni pubbliche – messe comprese – ad un massimo di 50 persone.
"Il numerus clausus non si addice all'intima natura dell'Eucaristia – scrive Monsignor Lazzeri –. Ad essa, tutti i fedeli che lo desiderano, devono potersi accostare". Tuttavia, prosegue il vescovo, "vorrei nondimeno esortarvi a vivere questa situazione con intelligenza e grandezza d'animo. Non sentiamoci esclusi. Non coltiviamo risentimenti verso nessuno, tantomeno nei confronti di coloro che saranno incaricati di far osservare le regole".
Il "tempo tribolato che stiamo vivendo – prosegue la lettera – esige sacrifici. Ci chiede di trovare soluzioni che, pur essendo lontane da ogni nostro auspicio, consentano comunque, almeno per il momento, di non ritornare al digiuno forzato e totale dalle celebrazioni, a cui purtroppo abbiamo già dovuto sottostare". Soluzioni che includono il "non poter entrare in chiesa per celebrare i Santi Misteri con i fratelli e le sorelle", così come "essere invitati ad andare alla Santa Messa in un altro momento o luogo, magari anche durante la settimana".
Niente "recriminazioni" o "lamenti generalizzati" verso chi "è responsabile delle condizioni della nostra convivenza civile in questo tempo complicato". E questo perché "ogni disposizione data può avere aspetti discutibili, facili da mettere in evidenza". E se "è normale vedere subito ciò che ci è tolto, il mondo" sarebbe però "diverso se cominciassimo ad avere occhi anche per il dolore dell'altro, dei malati, dei loro familiari, di chi li deve curare, di tutte le categorie più fragili della società, che già in tempi normali devono rinunciare a tante cose e che ora si trovano in un pericolo ancora più grande". La richiesta del vescovo ai fedeli ticinesi: "Continuate ad essere pazienti e sereni".