Regioni alpine e lotta transfrontaliera al Covid: i contenuti della dichiarazione di intenti della Comunità di lavoro Arge Alp
“La lotta a fenomeni di contagio regionali e al sopraggiungere di cluster nei prossimi mesi avrà la massima priorità in tutto l’arco alpino. Solo con grandi sforzi comuni sarà possibile ottenere un successo a livello transfrontaliero”. Il contrasto alla diffusione della pandemia di coronavirus (i casi di contagio sono in aumento) passa anche dalla collaborazione, da una più stretta collaborazione fra nazioni confinanti. Ne sono consapevoli, nelle parole citate in apertura, i presidenti di governo delle regioni alpine riuniti nella Comunità di lavoro Arge Alp. I quali a fine settembre in Austria, come segnalava il Consiglio di Stato, hanno approvato una “Dichiarazione sulla cooperazione per la lotta alla pandemia di Covid-19 nell’arco alpino”. Cinque i punti in cui è articolato il documento, del quale è uscita di recente la versione in italiano, messo a punto dalla Comunità di lavoro dove sono rappresentati complessivamente una decina fra cantoni, regioni e province appartenenti a Svizzera (Ticino, Grigioni e San Gallo), Italia, Austria e Germania.
I capi di governo, si legge nella dichiarazione di intenti, affermano di essere “favorevoli, senza alcuna riserva, a fare in modo che le regioni Arge Alp continuino a sostenersi a vicenda nel modo migliore, cercando soluzioni condivise qualora si presentino situazioni critiche a livello transfrontaliero”. In particolare “convengono sul fatto di mirare a una cooperazione più approfondita in caso di crisi, quale contributo globale alla pandemia, secondo le capacità disponibili, che si serva delle seguenti misure”. E le misure sono: “Reperimento di apparecchiature mediche e beni di consumo in caso di difficoltà di approvvigionamento; ospedalizzazione di pazienti in attesa di ricovero in caso di temporaneo sovraccarico delle strutture ospedaliere, in particolare nei reparti di terapia intensiva; cooperazione e informazione reciproca nell’ambito della gestione dei confini; scambio regolare di ‘best practices’ a livello di attività di comunicazione e prevenzione nell’ambito della sanità pubblica fra le varie regioni”. Ma anche: “Migliore efficienza del contact tracing a livello internazionale (anche tramite implementazione tecnica /compatibilità delle applicazioni mobili, al fine di semplificare le procedure transfrontaliere di tracciamento”.
Coesione e sostegno, si afferma ancora nel documento, "rappresentano, sia tra le regioni che all’interno delle regioni stesse, gli elementi chiave per affrontare le situazioni di crisi”. Per poter in futuro gestire “ancora meglio, con un approccio condiviso, una crisi che interessa le regioni Arge Alp a livello transfrontaliero, è importante imparare gli uni dagli altri, condividendo i modelli di migliori pratiche tra le singole regioni e rendendoli accessibili a tutte le regioni Arge Alp”. I presidenti delle quali “si pronunciano quindi a favore dell’organizzazione di un convegno tecnico di esperti dalle regioni Arge Alp, che entrando in contatto anche per mezzo dei nuovi media possano presentare e discutere le migliori pratiche di tutte le regioni”. Per questo invitano la Regione Lombardia, che oggi presiede la Comunità di lavoro, a organizzare “una tale riunione in forma virtuale o in presenza e a pubblicarne le conclusioni, nel contempo si sollecita uno scambio regolare a livello di comunicazione e attività di prevenzione in ambito di sanità pubblica”.
Solo parole? «Non direi, l’importante – evidenzia, dalla Cancelleria dello Stato, Giosia Bullo Schmid, responsabile dell’informazione in Ticino per Arge Alp, da noi interpellata – è che le regioni di frontiera dialoghino, con uno scambio regolare di informazioni per affrontare una pandemia che non conosce certo confini. Questa volontà comune si è tradotta nella sottoscrizione il 30 settembre a Salisburgo della ‘Dichiarazione’». Il Canton Ticino, in particolare, «si impegnerà a coordinare un progetto che si prefigge lo scambio delle migliori pratiche fra le regioni alpine nel settore della comunicazione e della prevenzione sanitaria. In questa crisi pandemica che si sta protraendo, possiamo solo imparare gli uni dagli altri e lo scambio di esperienze e informazioni può essere per tutti di estrema utilità». Aggiunge Bullo Schmid: «La rafforzata collaborazione tra realtà istituzionali transfrontaliere, espressa con la recente approvazione della ‘Dichiarazione’, permette ai governi regionali e cantonali, ritengo, di fare ‘rete’ ed essere ancor più considerati, nelle loro specifiche richieste, dai governi centrali dei rispettivi Stati».
Presente alla riunione di Arge Alp in Austria, il presidente del Consiglio di Stato Norman Gobbi commenta: «Fra territori confinanti occorre parlarsi e coordinarsi per fronteggiare al meglio la pandemia. Evidentemente una dichiarazione di intenti non risolve tutti i problemi, ma perlomeno come regioni dell’arco alpino abbiamo una base comune di discussione e delle linee direttrici». Stamattina intanto nel corso di una conferenza stampa governo e medico cantonale faranno il punto della situazione in Ticino dopo il nuovo incremento dei casi di contagio da coronavirus.