Ticino

Il pg: servono più strumenti per la vigilanza

Lungo comunicato di Andrea Pagani. Nel quale ribadisce in sostanza quanto dichiarato domenica sera alla Rsi

5 ottobre 2020
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"Non spetta a me giudicare i pareri emessi dall'Autorità di vigilanza (Consiglio della magistratura), di cui peraltro non sono stato destinatario - scrive il procuratore generale Andrea Pagani in una lunga nota appena trasmessa alle redazioni -. Dalla mia ottica parziale (poiché non ho partecipato alle audizioni dei procuratori dinnanzi al Consiglio della magistratura, che ha per di più emesso i suoi preavvisi sulla scorta di elementi forniti da diversi anelli della catena penale comprese beninteso le considerazioni del procuratore generale), posso tuttavia anche condividere i preavvisi stessi nella sostanza, ognuno nella sua specificità. Per contro, sono rimasto sorpreso dalla durezza formale degli stessi e dai termini utilizzati". E auspica che "il Ministero pubblico possa tornare a lavorare al più presto con la necessaria serenità" e sottolinea che, per "migliorare la vigilanza" sull'operato dei procuratori, "occorre disporre di maggiori strumenti, che oggi il procuratore generale non ha. Io e i miei sostituti siamo disponibili a partecipare attivamente a questo processo di 'riforma', nella misura in cui le autorità competenti lo riterranno opportuno o necessario. Non senza dimenticare che, in parte, l'attuale situazione è dipesa dal considerevole carico di lavoro, che non tutti sono sempre in grado di reggere garantendo l'imprescindibile qualità che le parti devono poter esigere nell'ambito dei procedimenti penali".

Sulla controversa vicenda dei cinque procuratori pubblici la cui rielezione è stata preavvisata negativamente dal Consiglio della magistratura, il pg Pagani ribadisce in sostanza quanto dichiarato domenica sera ai microfoni della 'Rsi'. "Nel 2014 - si legge ancora nel comunicato stampa di Pagani - il Consiglio della magistratura ha statuito che il pg, coadiuvato dai suoi sostituti, alla luce delle competenze di sorveglianza demandategli dalla legge, deve fattivamente vigilare sull'operato dei singoli procuratori, ferma restando la loro autonomia decisionale. Di conseguenza, dopo qualche mese dalla mia entrata in carica (1. luglio 2018), ho chiesto ai sostituti pg, Andrea Maria Balerna e Nicola Respini, di verificare l'operato dei procuratori delle rispettive sezioni (finanziario e polizia). Le audizioni sono state effettuate da aprile a ottobre 2019. Già allora su taluni magistrati sono state evidenziate e discusse delle problematiche meritevoli d'attenzione". Prosegue Pagani: "Nel 2020, fra marzo e giugno, tenuto conto di due mesi di lockdown, a prescindere dall'avvicinarsi dello scadere delle cariche, ho pertanto personalmente esaminato i dati di tutti i magistrati, che ho poi ascoltato, con verbali discussi e controfirmati, trasmessi in luglio al Consiglio della magistratura". Temi delle audizioni "sono stati i dati statistici rivisti (con indicatori di produttività e impegno), il carico di lavoro (per poter spostare degli incarti da un procuratore più oberato a un altro transitoriamente meno), la gestione dei propri collaboratori diretti (segretario giudiziario e segretariato amministrativo), la presenza di incarti sensibili (datati, complessi o mediatizzati) per la corretta futura monitorizzazione, e le lamentele di terzi al procuratore generale sull'operato dei procuratori pubblici. Ebbene, questa seconda serie di audizioni, particolarmente impegnativa e che nessuno aveva mai svolto in precedenza, ha fatto emergere ulteriori problematiche o criticità di diversa natura, le quali, senza mie conclusioni, sono state sottoposte al Consiglio della magistratura, come esplicitamente richiesto. Di questo i procuratori erano a perfetta conoscenza".

Questa dunque la posizione del pg sull'accaduto. La commissione parlamentare 'Giustizia e diritti' ha comunque dichiarato di volere fare la massima chiarezza.

 

 

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