L'iniziativa vorrebbe imporre un'aliquota dello 0.05% su tutti i pagamenti elettronici per sostituire Iva, imposta federale diretta e tasse di bollo
Anche i Verdi del Ticino sostengono l'iniziativa per una microimposta sui pagamenti digitali che sostituisca Iva, imposta federale diretta e tasse di bollo (ovvero quella sull’emissione di titoli, la tassa sulla negoziazione di titoli e la tassa sui premi di assicurazione). L'aliquota iniziale della tassa, secondo gli iniziativisti, andrebbe fissata allo 0.05% dell'ammontare di tutte le transazioni elettroniche, dai pagamenti con carta di credito alle transazioni automatizzate svolte in enorme volume dagli istituti finanziari. Si potrebbe poi ritoccare la percentuale in funzione del gettito generato. Secondo i Verdi, ciò permetterebbe di "raccogliere un gettito sufficiente non solo per abolire queste tre tasse", ma anche per "raccogliere risorse per finanziare la transizione verso un’economia sostenibile".
I Verdi, si legge in un comunicato, "appoggiano questa riforma fiscale, perché l’Iniziativa sulla Microtassa avrà una funzione redistribuiva (i cittadini meno abbienti e le piccole e medie imprese pagheranno meno tasse) e perché permetterà di reperire le risorse necessarie per finanziare una ripresa sostenibile della nostra economia". Il partito si aspetta che "a contribuire maggiormente saranno chiamate quelle imprese finanziarie che ricavano profitti con le transazioni speculative ad alta frequenza (High frequency trading), che non solo aumentano l’instabilità dei mercati finanziari ma anche generano enormi profitti alterando i prezzi di mercato ai danni dei piccoli investitori. Per avere un’idea del volume di queste transazioni speculative, basta dire che solo in Svizzera corrispondono a oltre 150 volte il Prodotto interno lordo, vale a dire a 150 volte la nostra economia reale".