Ticino

Vitta: 'Si potrà discutere pure di aumento del coefficiente'

Così il ministro delle finanze e dell'economia. La reazione dell'Udc: ci opporremo a qualsiasi aumento d'imposta. Il no della Lega

Christian Vitta
(TI-PRESS)
9 agosto 2020
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In una ampia intervista apparsa oggi sul 'Caffè', intitolata "Contro il dissesto finanziario un fronte comune", Christian Vitta, direttore del Dipartimento delle finanze e dell'economia, si esprime fra l'altro sulla proposta del Ps di sospendere provvisoriamente il freno al disavanzo e di aumentare il coefficiente cantonale d'imposta dall'attuale 97% al 100%. "Per il 2021 è un dato di fatto che non potranno essere rispettati tutti i criteri del meccanismo del freno al disavanzo. Sarà però necessario evitare un dissesto finanziario che comprometterebbe poi l'attività politica nei prossimi anni. Il meccanismo ci ha permesso di risanare le finanze prima che arrivasse questa improvvisa crisi e ciò ha rappresentato un supporto importante", sostiene Vitta, aggiungendo che "dovremo prevedere un percorso di riequilibrio dei conti che permetta allo Stato di disporre delle necessarie risorse per far fronte alle future nuove necessità. Nel definire questo percorso di riequilibrio si aprirà inevitabilmente un confronto sul tema degli ambiti di intervento che andrà a toccare sia il fronte delle uscite che quello delle entrare. In quel contesto potrà essere discusso dalle parti anche il tema del coefficiente cantonale".

'Ferma opposizione'

Parole quest'ultime che innescano la reazione dell'Udc, che in un comunicato ricorda di aver "sempre ribadito la nostra ferma opposizione a usare come alibi il dramma del Coronavirus per spendere di più e male e per alzare le imposte". Osserva il partito presieduto da Piero Marchesi: "Certamente, per colpa della pandemia si spenderà più del previsto, ma c’è modo e modo di spendere, e soprattutto ci vuole la determinazione e il coraggio anche di non spendere sebbene la pressione di singoli, associazioni e partiti possa essere alta". Se questa "è la linea di negoziazione tra i partiti per l’equilibrio, diciamo da subito che faremo opposizione dura, senza escludere anche gli strumenti della democrazia diretta. Riteniamo oggi, ancora più di ieri, che sia invece proprio la politica fiscale l’unica leva adatta e necessaria per far ripartire le imprese ticinese e mantenere il potere d’acquisto dei ticinesi". Anche la Lega esprime la propria “totale contrarietà a ogni e qualsiasi aggravio fiscale, a cui ci opporremo anche facendo ricorso ai diritti popolari”, scrive Lorenzo Quadri in un comunicato ritenendo “inaccettabile mettere ulteriormente le mani nelle tasche dei cittadini e dell’economia, a maggior ragione in periodo di crisi”. Il Cantone a suo dire “deve semmai cominciare a risparmiare, stabilendo finalmente delle priorità nella spesa pubblica”.