Niente bis al congresso del 3 ottobre per il presidente liberale radicale: 'Motivi non politici, ma personali e lavorativi. Il partito riparta dalle sezioni'
Bixio Caprara lascia la presidenza del Plr. Al congresso del 3 ottobre non solleciterà un secondo mandato, chiudendo così la propria esperienza alla testa dei liberali radicali dopo tre anni e mezzo. Lo ha comunicato sabato all'Ufficio presidenziale e pochi minuti fa al Comitato cantonale, rilevando come alla base della scelta "non ci sono motivi particolari, ma imprescindibili motivi personali e professionali. Il ruolo di presidente non è più compatibile con i miei accresciuti impegni". Non sono dimissioni, rimarca. "Continuerò senza riserve fino al congresso", spiega Caprara. E traccia il suo auspicio per il futuro: "Il processo di cambiamento deve essere sconnesso da una specifica dirigenza, deve partire dalla base e rispondere alle esigenze dei liberali radicali ticinesi". Una ripartenza che, suggerisce, "deve contare sulle sezioni, qui ho sempre trovato la spinta giusta, entusiasmo, motivazione: il processo in corso attraverso il sondaggio e i gruppi di lavoro stanno smuovendo la nostra base". Un lavoro che, rileva il presidente ormai uscente compone "le fondamenta ideali per la nuova presidenza: bisogna avere la capacità di essere critici, la nuova dirigenza dovrà avere coraggio. Bisogna sporcarsi le mani, entrare nel fango: a me dispiace quando qualcuno dei nostri non lo fa, in politica si deve lavorare sodo".
Un saluto e un ringraziamento a Caprara giunge da un energico Christian Vitta: "Una decisione che va rispettata ma che deve farci riflettere come fare presidente di partito sia compito impegnativo e in certi momenti anche ingrato: quando le cose vanno bene i meriti li prendono anche gli altri, quando ci sono problemi il presidente è chiamato a risponderne". Per questo motivo il direttore del Dipartimento finanze ed economia rivolge "un grande grazie a Bixio per tutte le energie che ha dedicato al partito. Il Plr ora deve giocare un ruolo nella fase di ripartenza, ognuno coi suoi ruoli". Ma avverte: "Questa sfida la affrontiamo solo con una base presente e dietro i propri rappresentanti". Il partito, conclude, "ha bisogno di passione, il rischio è che i nostri valori scompaiano piano piano, facciamo sentire la nostra voce".
La decisione di Caprara arriva a otto mesi di distanza dal Comitato cantonale del 29 novembre 2019, dove a dodici giorni dalla mancata elezione al Consiglio degli Stati di Giovanni Merlini la discussione all'interno del partito aveva raggiunto i livelli di guardia. Il 'parlamentino' venne convocato con ancora sul tavolo la richiesta di dimissioni avanzata dal deputato dell'ala radicale Matteo Quadranti il giorno stesso del ballottaggio per la Camera dei Cantoni. Oggetto del contendere furono la genesi e il risultato della 'congiunzione tecnica' con il Ppd per le Elezioni federali: se i quattro seggi di centro al Nazionale sono stati salvati, né Merlini né il popolare democratico Filippo Lombardi sono riusciti a spuntarla. La richiesta di dimissioni venne ritirata al termine di un acceso dibattito dopo le rassicurazioni di Caprara in merito al progetto di rilancio del partito e all'ascolto della base, con una sorta di fiducia 'a termine'. A fine novembre la 'scadenza' fu posta a dopo le Elezioni comunali previste per il 5 aprile, l'arrivo della pandemia di Covid-19 ha allungato i termini al congresso che si terrà in autunno. Che non vedrà, a questo punto, Caprara sollecitare un nuovo mandato.
Quasi quattro anni fa, era il 5 febbraio 2017, la sua elezione alla presidenza del Plr arrivò accompagnata da una valanga di voti. Al Congresso convocato all'Espocentro di Bellinzona per nominare il successore di Rocco Cattaneo, Caprara ottenne 496 voti su 752 delegati, staccando nettamente Matteo Quadranti (141 voti) e Nicola Brivio (93).