Ticino

'Trattenere i ristorni a favore di misure post-Covid'

La proposta è del leghista Boris Bignasca e dell'Udc Tiziano Galeazzi: 'Un segnale all'Italia affinché firmi il nuovo accordo fiscale'

Palazzo delle Orsoline a Bellinzona (Ti-Press)
2 giugno 2020
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Trattenere e usare i ristorni 2019 per mitigare le conseguenze del Covid-19 in Ticino e mandare così, al contempo, "un segnale forte verso l'Italia affinché venga finalmente firmato il nuovo accordo fiscale parafato nel 2015". A chiederlo al Consiglio di Stato sono i granconsiglieri Boris Bignasca (Lega) e Tiziano Galeazzi (Udc).

"Tutti gli sforzi fino ad oggi messi in campo dalla nostra diplomazia sono risultati vani – scrivono i due deputati riferendosi al nuovo accordo –. Un chiaro segnale che all'Italia, l'attuale accordo del 1974, va bene e non lo vuole cambiare". Ecco perché "proprio per le difficoltà economico-finanziare che tutti noi abbiamo subito e continueremo a subire nei prossimi mesi, per quest'anno l'assegno milionario dei ristorni lo si potrebbe dirottare per un sostegno urgente verso la popolazione e l'economia ticinese", con "misure a vantaggio delle famiglie e dei piccoli imprenditori oltre che al turismo".

Da qui le richieste al Consiglio di Stato. La prima, come detto, quella di trattenere i ristorni (dovuti dalla Confederazione e di cui il Ticino si fa ente pagante anche per altri cantoni) a favore delle misure per riprendersi dalla crisi. "Se no, cosa vorrebbe fare il Governo ticinese per tutelare anche gli interessi del nostro Cantone senza il nuovo accordo 2015?", chiedono i deputati. E ancora: "Quale tipo di accordo è stato discusso tra il consigliere di Stato Christian Vitta e il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana?" E infine: "Che fine ha fatto la “road map” che accompagnava l’accordo parafato nel 2015 in cui si evinceva la possibilità di poter operare in Italia nel settore finanziario e assicurativo?"