Un sondaggio svolto la scorsa settimana dalla Conferenza cantonale dei genitori mostra come la stragrande maggioranza dei bimbi sia stata felice del ritorno in classe
Nove bambini su dieci della scuola dell’infanzia e della scuola elementare “sono stati contenti del ritorno in classe”. Alla scuola media poco meno, otto su dieci. È questo il risultato di un sondaggio svolto la scorsa settimana presso 1’000 famiglie dalla Conferenza cantonale dei genitori (Ccg) e del quale parla alla ‘Regione’ il membro del Consiglio Pierfranco Longo. Un sondaggio che mostra come “anche la collaborazione con la scuola per concordare i giorni di frequenza è stata apprezzata, da nove famiglie su dieci. Si è riusciti, quindi, a trovare un accordo per tutto quello che riguarda la frequenza in questa fase, quindi anche possibili problemi riguardo all’accudimento, alla refezione o semplicemente ai giorni, da incastrare con le agende lavorative dei genitori”. Un risultato soddisfacente quindi, “ma evidentemente alcune famiglie, senza giudicare la disponibilità delle scuole, si trovano ancora a disagio e con alcune cose da sistemare”.
Ma se la ripartenza è stata, pare, accettata di buon grado dai bambini e se le famiglie hanno trovato un buon compromesso con gli istituti c’è un fantasma che aleggia ed è protagonista delle preoccupazioni delle famiglie intervistate: in vista delle vacanze estive in arrivo, come fare con l’accudimento dei figli? “Una famiglia su due ne avrà bisogno”, risponde Longo. Che annota: “Indicativamente i bambini alla scuola dell’obbligo sono circa 25’000, quindi le famiglie possiamo quantificarle in quasi 15’000. Se il nostro campione è attendibile, il numero è abbastanza alto”. Di questa metà degli intervistati, nove su dieci si dichiarano preoccupati. Anche perché, riprende il membro del Consiglio della Ccg, “molte famiglie che prima potevano mandare i figli ai campi estivi lo faranno di meno, e l’accudimento informale fino a prima dell’emergenza garantito dai nonni sarà drasticamente ridotto”.
Per il momento, e rimanendo nell’ambito prettamente scolastico, dalle famiglie è venuto fuori “la ripartenza della scuola in presenza non sia solo importante per riallacciare le relazioni sociali, perché sta molto a cuore anche il tema dell’apprendimento - spiega Longo -. Il rientro in classe permette di coniugare didattica e socialità in modo virtuoso, perché avviene sia con i docenti sia con i propri compagni”.
Si delineano meglio anche i contorni del primo sondaggio condotto dalla Ccg nella settimana tra il 23 e il 28 aprile con il coinvolgimento di 2’600 famiglie. E insomma, nel periodo di chiusura delle scuole dell’obbligo “è stato impegnativo conciliare lavoro e scuola da casa, nonostante l’indispensabile possibilità di lavorare da casa. La disponibilità dei docenti e il loro impegno sono considerati preziosi, pur con qualche intoppo occorso nell’uso della tecnologia. Qualche preoccupazione è sorta anche in merito allo svolgimento del programma scolastico”. Infine, in merito al telelavoro, “dal nostro sondaggio emerge che sia considerato come importante, ma anche un po’ ambiguo. In famiglie dove lavorano entrambi i genitori e i nonni non potevano aiutare sono state espresse criticità riguardo alla conciliabilità, le continue interruzioni, gli spazi fisici e informatici da condividere e, non da ultimo, la necessità di recuperare la sera il lavoro. Perché il telelavoro è sempre lavoro”.