Undici ditte, soprattutto del Mendrisiotto, hanno impugnato la legge approvata lo scorso dicembre dal Gran Consiglio
La legge ticinese sul salario minimo è al Tribunale federale. È stata impugnata tramite due ricorsi, inoltrati e pervenuti la scorsa settimana a Mon Repos: sono stati presentati da altrettanti avvocati in rappresentanza di undici ditte del Sottoceneri, in particolare del Mendrisotto.
La legge, confezionata dopo il sì espresso nel giugno 2015 dai cittadini ticinesi a un'iniziativa dei Verdi, è stata approvata l'11 dicembre scorso dalla maggioranza del Gran Consiglio. La normativa, che applica il principio ancorato alla Costituzione cantonale in seguito al verdetto popolare, prevede attraverso tre tappe ed entro fine 2024 un salario minimo compreso tra 19.75 franchi all'ora e 20.25 franchi. Verosimilmente una delle censure sollevate dai ricorrenti potrebbe riguardare la presunta non conformità della legge all'articolo della Costituzione ticinese approvato nella votazione di quasi cinque anni fa.
C'è dunque chi contesta la legge e si è così rivolto al Tribunale federale di Losanna dopo la pubblicazione in febbraio della normativa una volta che era decorso il termine referendario. Considerata l'ordinanza federale Covid che ha allungato i termini in ambito giudiziario, non è dato sapere al momento se si tratta degli unici ricorsi. Ricorsi che saranno trattati dalla Seconda Corte di diritto pubblico, la stessa che si è occupata della tassa di collegamento.