Le persone sane si proteggono dal coronavirus indossandola? Le spiegazioni del farmacista cantonale Giovan Maria Zanini
Uno parla, tossisce o starnutisce e così facendo propaga goccioline potenzialmente o effettivamente portatrici di un virus. Queste possono finire direttamente sulle mucose del naso e della bocca e sugli occhi di un’altra persona; oppure sulle sue mani, con le quali prima o poi si toccherà la bocca, il naso o sugli occhi. Le mascherine di protezione (parliamo qui di quelle di uso comune, dette igieniche o chirurgiche, non di quelle di protezione respiratoria, destinate prevalentemente al personale sanitario) riducono la diffusione dei germi presenti nelle goccioline emesse da persone infette: proteggono quindi soprattutto gli altri. Offrono però anche ai soggetti sani che le indossano "una certa protezione dal contagio", stando al 'Piano svizzero per pandemia influenzale' (2018). Ma allora perché l’Ufficio federale della sanità pubblica (Ufsp) non raccomanda a chi non ha contratto il nuovo coronavirus di indossarle, facendo anzi valere che le mascherine “non proteggono efficacemente una persona sana da un contagio virale delle vie respiratorie” e che potrebbero pertanto “infondere un falso senso di sicurezza”? ’laRegione’ lo ha chiesto al farmacista cantonale Giovan Maria Zanini.
Signor Zanini, cosa deve fare il comune cittadino di fronte a questi messaggi apparentemente contraddittori?
In poche settimane la domanda di mascherine di protezione da parte di tutti – consumatori e sistema sanitario – è esplosa a livello mondiale. Di conseguenza, oggi è diventato quasi impossibile trovarne sul mercato. Questo fatto era stato ampiamente previsto dagli esperti. Ed è questa la ragione per cui il Piano pandemico della Confederazione raccomanda ai privati di tenere sempre 50 mascherine a testa quale scorta d’emergenza personale. Infatti, ci sono alcune situazioni in cui anche le persone non facenti parte del sistema sanitario devono portare le mascherine. Si tratta per esempio delle persone con una malattia acuta delle vie respiratorie, che sono costrette a uscire di casa per andare dal medico e che non possono sempre tenere una distanza minima di due metri con le altre persone; oppure di chi ha avuto il coronavirus e non è ancora completamente guarito. Andando avanti ci saranno, per fortuna, sempre più persone che usciranno dai nostri ospedali e potranno tornare in famiglia: anche queste persone per un certo periodo devono continuare a portare una mascherina quando si avvicinano troppo agli altri. Chi ha seguito la raccomandazione della Confederazione e ha già a casa qualcosa, non dovrà penare a cercarle nei negozi. So che molti Ticinesi avevano conservato le vecchie mascherine della pandemia di suina di 10 anni fa. Posso confermare che queste mascherine sono ancora utilizzabili.
Anche in Ticino si vedono in giro sempre più persone che le indossano. Ha senso farlo in un luogo pubblico (un supermercato, al lavoro, in un ascensore, ecc.) se si è asintomatici?
L’autorità federale e cantonale non ha finora raccomandato alle persone sane di indossare mascherine di protezione in pubblico. E non prevede di farlo nemmeno in futuro. Per la popolazione generale, il provvedimento più importante ed efficace per la protezione individuale e delle altre persone dal contagio è il rispetto delle regole di igiene e di comportamento (stare a casa e distanziamento sociale). Non raccomandare di usare le mascherine è però una cosa ben diversa dal raccomandare di non usarle; quindi ognuno ha sempre il diritto di fare come meglio credo. Consiglierei però a chi decide di portare una mascherina di essere coerente e di farlo bene. Purtroppo vedo molte persone con il naso fuori: in questo modo la mascherina non serve proprio a niente!
L'Ufsp avverte: indossando le mascherine di protezione si induce una sensazione di "falsa sicurezza". In che senso?
Non basta portare una mascherina per essere protetti. Bisogna anche essere molto rigorosi con l’igiene, in particolare lavandosi frequentemente e a fondo le mani con acqua e sapone e disinfettandole ogni volta che è necessario. La mascherina, per essere efficace, va indossata correttamente, deve essere cambiata regolarmente e deve essere toccata il meno possibile quando è in posizione. Inoltre, anche se si porta la mascherina è sempre meglio mantenersi a distanza di sicurezza dagli altri. Il modo migliore per proteggersi rimane sempre quello di restare a casa.
Le mascherine sono un bene raro, scarseggiano laddove ce n'è più bisogno (ospedali, case anziani, studi medici, servizi Spitex). Anche in Ticino c'è penuria in questi settori?
Il termine “penuria” non è adeguato, perché a mia conoscenza nessuno che aveva davvero bisogno di una mascherina è rimasto senza. È invece giusto dire che il quantitativo a disposizione è limitato e di conseguenza è necessario utilizzarle in modo molto parsimonioso. Per questa ragione siamo stati costretti a escludere dall’approvvigionamento determinate categorie di operatori sanitari che forniscono prestazioni non indispensabili e quindi posticipabili. L’esempio più facile è quello delle estetiste. Mi dispiace per loro (e per le altre categorie escluse) se non hanno più potuto lavorare, ma soprattutto in questo momento le priorità sono altre. Questo discorso vale per tutto il materiale di protezione, ma anche per numerosi medicamenti, il cui fabbisogno in questa crisi è aumentato notevolmente rispetto alla situazione normale.