Ticino

Chiude 'per coronavirus' anche Tavolino Magico

La portavoce Simonetta Caratti: 'Va tutelata la salute di volontari e utenti, una priorità e una responsabilità collettiva'

16 marzo 2020
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Il Tavolino Magico chiude i suoi 132 centri di distribuzione di generi alimentari in Svizzera, per garantire la protezione dei volontari e degli utenti e contenere la diffusione del virus. Un contraccolpo vi sarà dunque anche in Ticino "dove – come indicatoci dalla portavoce Simonetta Caratti – vi sono 14 centri di distribuzione dove ogni settimana 320 volontari servono 1'800 persone. Visto che molti volontari hanno un'età sopra i 65 anni dobbiamo garantire in questo momento delicato la loro sicurezza, evitare il raggruppamento di persone e tutelare anche tutti i beneficiari. Ringraziamo quindi tutti i volontari per la disponibilità che hanno saputo dimostrare anche in una situazione molto difficile e ci scusiamo con i beneficiari, ma la salute pubblica attualmente è una priorità e una responsabilità collettiva". Si invitano quindi tutti coloro interessati alla sospensione del servizio di consultare il sito www.tavolinomagico.ch sul quale verranno pubblicate le necessarie comunicazioni circa anche la riapertura in Ticino e in Svizzera dei centri di distribuzione.

"In questo momento non possiamo più garantire di agire in sicurezza nei Centri di distribuzione, di conseguenza tutti i nostri centri chiudono con effetto immediato. Fino a nuovo avviso, non possono essere ritirati generi alimentari", precisa una nota pubblicata sul sito dell'associazione che si occupa di raccogliere gli alimenti invenduti e distribuirli a chi si trova in stato di bisogno. In Ticino e nelle regione italofone dei Grigioni Tavolino Magico gestisce 14 centri di distribuzione.

Lo scorso anno la fondazione ha raccolto 3'820 tonnellate di generi alimentari non più atti alla vendita ma in perfetto stato. Gli alimentari sono stati consegnati gratuitamente a circa 500 istituzioni sociali e punti di distribuzione di cibo per le persone bisognose in tutto il Paese. In totale, la quantità di merce raccolta, di un valore di circa 25 milioni di franchi, corrispondeva a oltre otto milioni di pasti, ossia uno per ogni abitante della Svizzera, precisava il comunicato diramato a inizio febbraio.