Riaperti alcuni centri di distribuzione di alimentari per ticinesi bisognosi: nel Bellinzonese si tratta di 80 famiglie. Abbiamo visitato quello di Ravecchia
Farina per la polenta, biscotti, yogurt, bibite e barattoli con salsa di pomodoro. Ma anche pane, pollo, cioccolato di Pasqua. È tutto pronto e meticolosamente ordinato sui tavoli in attesa che i volontari inseriscano gli alimenti nel sacchetto della spesa. Pane più piccolo per persone singole, più grande per famiglie numerose. È venerdì pomeriggio all’oratorio San Biagio di Ravecchia, dove assistiamo al dietro le quinte di Tavolino magico, che nella Svizzera italiana con i suoi 14 centri di distribuzione contribuisce al fabbisogno di 1’800 persone. Esse e gli altri beneficiari di tutta la nazione (in totale circa 20mila beneficiari) a partire dallo scorso 16 marzo a causa dell’emergenza coronavirus hanno però dovuto rinunciare ai generi alimentari che solitamente ricevono ogni settimana. Una mancanza che ha pesato parecchio sul bilancio familiare, come conferma la responsabile del centro di distribuzione di Ravecchia Roberta Gioli. La incontriamo mentre spiega agli altri sei volontari presenti sul posto come procedere con la distribuzione dopo che il secondo furgone ha finito di svuotare il carico di generi alimentari in esubero (questa volta si tratta di circa 900 kg) donati dall’industria alimentare e dai supermercati.
I visi sono coperti dalle mascherine per poter garantire le norme igieniche anti contagio, ma gli occhi di tutti sono attenti e corrono sui vari cartelli presenti per ogni alimento, stando a indicare la quantità per nucleo familiare. Si tratta del secondo giorno di apertura per il centro di Ravecchia, che ha potuto riaprire i battenti per la prima volta il 17 aprile. In occasione della riapertura si è alleato con l’altro centro di Bellinzona, solitamente attivo nei pressi della Scuola di commercio. Ma non si tratta dell’unica differenza generata dalla particolare situazione pandemica. Quella principale per le famiglie bisognose che frequentano Tavolino magico la si intravede già dall’esterno: attorno all’oratorio è stato infatti predisposto un percorso con dei coni arancioni che segnalano la distanza sociale da mantenere per chi dispone della tessera necessaria per fare la spesa qui. E, contrariamente al solito, la persona non si reca con il volontario dentro il centro per scegliere gli alimenti di cui necessita, bensì percorre da sola il perimetro esterno dell’edificio comunicando solo attraverso le finestre. Attraverso la prima apertura mostra la tessera e lascia il franco simbolico, poi prosegue il percorso e a quella successiva riceve il sacchetto della spesa già pronto. Sono inoltre stati assegnati degli orari precisi in cui recarsi sul posto in modo da non creare troppa coda. Ed è presente un agente che la Polizia comunale di Bellinzona ha messo a disposizione per far mantenere le distanze di due metri.
“Il valore della spesa varia dai 50 ai 70 franchi - spiega Roberta Gioli - e nel Bellinzonese ne beneficiano ogni settimana 80 nuclei familiari, per un totale di 250 persone circa”. Alcune di esse si sono rivolte al Comune per poter far fronte alle difficoltà vissute nelle settimane in cui questo fondamentale aiuto non era attivo. Tavolino magico (Tm) si è trovato costretto a sospendere la distribuzione in tutta la Svizzera principalmente perché la maggior parte dei circa 3’000 volontari ha più di 65 anni e fa quindi parte della fascia a rischio. In aggiunta, ci viene spiegato, quando la situazione sul fronte pandemico è peggiorata altre figure attive nelle piattaforme logistiche di Tm fanno parte di programmi occupazionali che sono stati sospesi (e nel frattempo in parte riabilitati). Senza forza lavoro e con in aggiunta la difficoltà nel mantenere le distanze, i centri sono rimasti chiusi in attesa di una momentanea riorganizzazione. A Bellinzona i due centri hanno come detto unito le forze in modo da concentrare qui i volontari di fasce d’età non a rischio. “Abbiamo anche due persone nuove che ci danno una mano. Grazie al gruppo su Facebook “Aiutiamoci” abbiamo ricevuto la disponibilità da parte di una sessantina di persone volenterose di aiutarci in caso di bisogno”, racconta la responsabile del centro di distribuzione di Ravecchia. La ripresa dell’attività, aggiunge, è stata resa possibile anche grazie al Municipio di Bellinzona, che ha dato un appoggio, oltre alla consolidata collaborazione con la Parrocchia di Ravecchia che mette a disposizione i locali gratuitamente. Chi nelle scorse settimane era in difficoltà ad affrontare le spese per i generi alimentari ha dunque accolto con molta soddisfazione la possibilità di tornare a usufruire del servizio fornito da Tm, un’associazione che vive soprattutto di donazioni. Gradualmente, in accordo con la capacità del suo settore logistico, potrà riprendere normalmente tutte le attività in Svizzera. In Ticino dalla scorsa settimana sono 5 i centri di distribuzione aperti, con la possibilità di aiutare 800 persone (info aggiornate su www.tavolinomagico.ch).
Rimangono però aperti alcuni importanti quesiti. Da una parte il poco esubero di generi alimentari da parte dei produttori locali e delle catene di supermercati. Stando a quanto comunica Tm, se prima dell’emergenza Covid-19 in Ticino venivano raccolte 12 tonnellate di merce, soprattutto fresca, ogni settimana, ora si tratta di circa un terzo. Il tutto in un periodo che si prospetta impegnativo dal punto di vista delle difficoltà economiche che potrebbero toccare nuove fasce della popolazione. “In questo senso il nostro aiuto sarà più che mai necessario”, aggiunge Roberta Gioli.