Presentate campagna di sensibilizzazione e piattaforma ticinese: più sensibilizzazione contro i rischi che corrono online. Partecipano Dfe, Di e Decs
Ogni anno l’Amministrazione cantonale subisce, in media, dai 30 ai 50mila tentativi di hackeraggio dei propri server. Attacchi quasi tutti automatizzati, e quindi respinti con agio. Quasi tutti, però. Perché in un paio di questi casi casi, sempre in media, la situazione si fa seria, e la gestione – comunque ottimale – richiede più sforzo e più attenzione. Un problema, quello della sicurezza online, che interessa il l’Amministrazione così come le aziende, i cittadini, le scuole.
Tanto da portare il Cantone, con la campagna di prevenzione ‘Cyber sicuro’ presentata stamattina, a farsi attiva «nell’affrontare rischi sempre più diffusi. In due studi del World economic forum si nota come siano al primo posto delle preoccupazioni in Europa, mentre sono secondi solo alle questioni climatiche se considerati nel loro insieme», annota il direttore del Dipartimento finanze ed economia Christian Vitta. Il Dfe, assieme al Dipartimento istituzioni e al Dipartimento educazione, cultura e scuola, è uno dei promotori della piattaforma che, come spiegato dal direttore del Di Norman Gobbi «ha l’intenzione di essere il punto di riferimento e di contatto per noi del governo, ma anche per enti pubblici, aziende, popolazione, associazioni di categoria e media». Il compito sarà quello di «coordinare le varie attività, analizzare tutti i rischi e le minacce per il nostro territorio, fornire supporto attivo al Consiglio di Stato ed elaborare contenuti informativi e di prevenzione». Per Gobbi è importante sottolineare che «gli attacchi informatici sono sempre più frequenti, i reati intesi come ‘classici’ ormai sono spostati anche sul web se pensiamo alle truffe di tipo economico e ai furti di dati». E quindi, dopo ‘Montagne sicure’, ‘Acque sicure’ e ‘Strade sicure’, con ‘Cyber sicuro’ il Dipartimento istituzioni parte con la quarta campagna di sensibilizzazione.
Alla quale, riprende Vitta, «il Dfe parteciperà per aiutare a interagire col mondo delle aziende, incentivando competitività e produttività attraverso l’innovazione e la sicurezza. E per creare, con la formazione, profili professionali utili per questa lotta». Protagonista sarà anche il Decs, e il suo direttore Manuele Bertoli ricorda come «nella scuola dell’obbligo il tema della sicurezza è all’ordine del giorno negli ambiti dell’alfabetizzazione digitale, dell’educazione a un uso consapevole e dell’orientamento dei giovani al pensiero informatico». E al liceo «a settembre 2020 comincerà l’insegnamento dell’informatica».
Piattaforma ticinese, ‘Cyber sicuro’ avrà molti contatti con la Confederazione. Contatti spiegati dal segretario generale del Di Luca Filippini: «Il Consiglio federale è stato coinvolto nella fase di costituzione, e sarà fondamentale lo scambio d’informazioni con l’esercito e la Polizia federale». La centrale d’annuncio e d’analisi per la sicurezza dell’informazione Melani svolge già un gran lavoro. E sempre sulla cybersicurezza, Filippini dice che «avverranno incontri con il delegato svizzero su questo tema». Portando in Ticino quanto fatto a livello federale.
Della partita sarà anche Alessandro Trivilini, docente e ricercatore del Dipartimento tecnologie innovative della Supsi. E ribadisce: «Le minacce cyber sono sempre più diffuse. Siamo tutti interconnessi, e basta un solo anello debole per compromettere tutta la catena. Il nostro lavoro sarà evitare che si crei questo anello debole».