Potenziamento Ministero pubblico, apertura della commissione sull'iniziativa di Galusero. Gendotti: presto una bozza di rapporto. Il pg: una buona soluzione
Rinunciare all’attribuzione al Ministero pubblico di un procuratore in più, ovvero al potenziamento proposto dal governo con il messaggio varato nel settembre 2019. Ma assegnare all’autorità giudiziaria quattro sostituti procuratori pubblici: quei quattro sost pp chiesti da un’iniziativa parlamentare inoltrata lo scorso mese da Giorgio Galusero per il gruppo Plr. È l’ipotesi che si sta facendo strada in seno alla commissione Giustizia e diritti del Gran Consiglio e sulla quale stanno lavorando la popolare democratica Sabrina Gendotti e il liberale radicale Marco Bertoli, relatori sul tema dei rinforzi per la Procura.
«L’idea è di andare in questa direzione – conferma Gendotti da noi contattata –. Io e Bertoli abbiamo fatto i primi approfondimenti, anche sentendo il procuratore generale Pagani. E sull’ipotesi di suggerire al Gran Consiglio l’attribuzione al Ministero pubblico di quattro sostituti procuratori (ciò che a mio parere favorirebbe una stimolante carriera interna all’autorità giudiziaria), anziché di un procuratore pubblico, c’è un’apertura di principio da parte della commissione. Stileremo una bozza di rapporto, con le proposte di modifica della Log, la Legge cantonale sull’organizzazione giudiziaria, che sottoporremo al plenum della commissione Giustizia e diritti per essere discussa». Dichiara a sua volta Bertoli: «In commissione si tratterà di valutare se un potenziamento come quello prospettato dall’iniziativa sia, per l’operatività del Ministero pubblico, più efficace o meno dell’assegnazione di un procuratore pubblico». Carlo Lepori, presidente della ‘Giustizia e diritti’ e della sottocommissione ‘Magistrati’, si dice «abbastanza favorevole» ad aumentare l’organico della Procura con quattro sost pp. «A patto che tutta la commissione sia d’accordo con questo scenario – aggiunge il deputato socialista –. La necessità e l’urgenza di potenziare il Ministero pubblico sono condivise: bisogna ora capire quale delle due soluzioni – un procuratore in più oppure l’attribuzione di quattro sostituti procuratori – sia effettivamente la migliore per il funzionamento di una magistratura inquirente confrontata con una mole di incarti non indifferente, tra quelli nuovi e quelli arretrati. Aspettiamo allora di leggere la bozza di rapporto, che i due relatori mi hanno assicurato di poter presentare tra febbraio e marzo». Dunque a breve. Del resto, ricorda Lepori, «il prossimo dicembre il Gran Consiglio sarà chiamato a rinnovare le cariche in Procura. Sarebbe pertanto opportuno che questo rinnovo venga preceduto dalla revisione, da parte sempre del parlamento, della Legge sull’organizzazione giudiziaria, se si vuole, come è auspicabile, potenziare il Ministero pubblico». Insomma, non c’è tempo da perdere. Il progetto di rapporto di Gendotti e Bertoli, prosegue il presidente della ‘Giustizia e diritti’, «dovrà essere discusso dalla commissione al più presto: se le cose si trascinano per le lunghe o qualora la soluzione indicata dall’iniziativa parlamentare non fosse accolta all’unanimità dalla commissione, a quel punto sarebbe preferibile, ritengo, impegnarci per assegnare all’autorità giudiziaria, almeno inizialmente, un procuratore pubblico in più».
Del potenziamento con quattro sost pp che pensa il Dipartimento istituzioni? «Al riguardo dalla commissione non siamo stati finora interpellati – taglia corto il capo del Di Norman Gobbi –. Quando lo saremo ci esprimeremo».
«Sarebbe una buona soluzione», dice Andrea Pagani alla ‘Regione’. Il procuratore generale condivide l’idea di attribuire al Ministero pubblico, l’autorità giudiziaria da lui diretta, quattro sostituti procuratori, anziché un procuratore pubblico in più. «Negli ultimi dieci anni vengono elette dal Gran Consiglio alla carica di procuratore persone giovani e con ogni probabilità questa sarà la tendenza anche in futuro: cominciare ad apprendere la professione occupandosi di procedimenti su casi non gravi è sicuramente la strada migliore per una carriera all’interno della magistratura inquirente – afferma Pagani –. Io stesso quando sono entrato al Ministero pubblico, sedici anni fa, avevo iniziato come sostituto pp, figura prevista dal codice cantonale di procedura penale. Degli allora sei sostituti, quattro lavorano ancora in quest’ufficio, divenuti procuratori con l’entrata in vigore, nel 2011, del codice federale. E per tutti l’esperienza maturata come sostituti si è rivelata preziosa». Come verrebbero distribuiti all’interno del Ministero pubblico i quattro sostituti procuratori? «Anzitutto mi auguro che il Gran Consiglio adotti, celermente, questa soluzione, che consentirebbe anche di introdurre delle specializzazioni fra i magistrati – rileva il pg –. Due sostituti opererebbero nella sezione dedita al perseguimento dei reati cosiddetti di polizia, cioè degli illeciti non finanziari, cosa che oltretutto permetterebbe di ripartire meglio i picchetti – spiega il pg –. Non tratterebbero casi gravi: delle inchieste per esempio su omicidi o reati sessuali si occuperebbero sempre i procuratori. Gli altri due sostituti andrebbero nella sezione della Procura attiva nelle inchieste sui reati finanziari. Anche qui si occuperebbero dei casi minori, ciò che consentirebbe ai procuratori di dedicarsi a quelli grossi». I sostituti «emanerebbero tra l’altro decreti di accusa, di non luogo a procedere e di abbandono – spiega Pagani –. Il procuratore generale, sentito il sostituto pg, potrebbe togliere al sostituto un incarto a prescindere da una sua eventuale grave inadempienza». Interpellato sui costi, il pg osserva che «a differenza del procuratore, il sostituto non avrebbe un segretario giudiziario a sua diretta disposizione».