A chiedere il congelamento del progetto è il Forum delle associazioni e organizzazioni degli insegnanti e della scuola
“Urge una moratoria che congeli il progetto del Dipartimento educazione, cultura e sport di Nuovo piano settimanale delle lezioni del Liceo, utilizzando le risorse già messe a disposizione per condurre a una riforma ponderata,condivisa e duratura”. Il Forum delle associazioni e organizzazioni degli insegnanti e della scuola entra a gamba tesa su quella che viene definita, in una risoluzione recentemente approvata dal Forum, “una riforma liceale avventata, approssimativa e dai giorni contati”.
Un progetto che, “nonostante le segnalazioni di criticità e rischi cui l’Autorità si è limitata a un’acritica opposizione, procede a tappe forzate, costringendo i Gruppi cantonali di materia a consegnare, entro sei mesi dall’inizio dei lavori, i nuovi piani di studio. I quali difficilmente potranno essere declinati in piani di sede in tempo utile perché gli allievi che attualmente seguono la quarta media si iscrivano ad una scuola superiore in modo consapevole e informato”. Sono proprio i tempi e l’accelerata del Decs a sollevare le critiche del Forum: “In particolare l’introduzione dell’informatica imposta ai Cantoni entro il 2022, è prevista in Ticino già a partire dal settembre 2020, pur nella consapevolezza che l’insegnamento dovrà essere affidato a docenti non adeguatamente qualificati”. E questa nuova griglia oraria – che vedrà come conseguenza un’ora in meno di geografia in seconda – “troverebbe giustificazione proprio nell’esigenza di far spazio alla nuova materia”.
È opinione del Forum, invece, che “questa nuova materia (informatica, ndr) potrebbe essere semplicemente aggiunta ai programmi attuali senza superare il numero di ore settimanali previste”. In tutto questo, continua la presa di posizione, “i docenti restano al margine, esclusi dall’elaborazione del progetto”. Le critiche mosse “in particolare quelle che evienziavano le contraddizioni con i principi fondanti del modello liceale ticinese sono state semplicemente ignorate, impedendone la diffusione con buona pace del principio di trasparenza al quale dovrebbe sottostare, per legge, l’autorità”. La richiesta al Decs è di “adottare misure di buon senso. che evitino di sprecare energie e di gettare a mare molte delle faticose conquiste del modello ticinese”.