Ticino

C’era una volta la Lega

Voci da un movimento in crisi dopo le sconfitte alle cantonali e federali: ‘Serve una guida’, ‘Torniamo sul territorio’, ‘Non ci sono solo Ue e frontalieri’...

22 ottobre 2019
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«O qui si cambia tutto e possibilmente in tempi brevi, o altrimenti questa erosione di consensi continuerà, portandoci, più presto che tardi, a contare a livello politico poco o nulla». Sarà un giudizio drastico quello che Andrea Censi consegna alla ‘Regione’, tuttavia le parole del deputato cantonale, membro del Consiglio comunale di Lugano ed ex segretario della Lega riassumono in maniera efficace la crisi che sta attraversando il movimento fondato nel 1991 da Giuliano Bignasca. Cambiare. Ma come? Per Antonella Bignasca «la Lega non deve diventare come gli altri partiti, sarebbe la sua fine». Nel senso che «la nostra fortuna, secondo me, è sempre stata l’essere un movimento. Darci una forma come gli altri partiti non ha molto senso». Certo, il movimento «deve avere comunque un minimo di struttura», prosegue Bignasca: «Che siano i ‘colonnelli’ o altri non importa, una guida deve esserci». Ecco, una guida. Quella che forse è mancata in vista delle elezioni federali? Una guida assente che non ha fatto intendere bene il campanello d’allarme suonato alle cantonali del 7 aprile con la perdita di quattro seggi in Gran Consiglio (soprattutto nel Luganese)? «Non credo sia dovuto a questo il brutto risultato», risponde. «Quella per il Consiglio degli Stati è una votazione a sé, dove Marco Chiesa (Udc, ndr) ha fatto bene e Battista Ghiggia (Lega, ndr) è stato penalizzato dalla questione delle segretarie frontaliere». Ma ciò detto, prosegue, «è una votazione che riguarda le persone, non penso abbia influito sul calo al Nazionale». Sì, ma il seggio di Roberta Pantani è andato perduto, e un interrogativo necessariamente si pone. Al momento «non sappiamo dire cosa sia successo, ma ci è mancato davvero poco a confermare i due uscenti. Era chiaro, con la congiunzione al centro tra Plr e Ppd, che uno dei nostri due seggi fosse a rischio. Come è risaputo che alle Federali la Lega perde sempre qualcosa, perché l’elettorato si mobilita meno». Una cosa, però, Antonella Bignasca la ribadisce: «Ho, abbiamo firmato un accordo con l’Udc e gli accordi si rispettano. La candidatura di Ghiggia sarà ritirata, e al ballottaggio per gli Stati sosterremo Chiesa».

Intanto qualcosa si muove, sotterraneo ma neanche poi tanto, in via Monte Boglia. E ad aprire le danze è il vicepresidente del Gran Consiglio e municipale di Mendrisio Daniele Caverzasio: «Ho chiesto stamattina (ieri, ndr) al capogruppo Foletti di fissare un incontro con i deputati, con i consiglieri di Stato, i ‘colonnelli’ e chi per esso per guardarci negli occhi e discutere di quanto successo», fa sapere. Un incontro «cui dovrebbero partecipare anche Roberta Pantani e Battista Ghiggia», e che sarà aperto a tutti coloro che hanno partecipato alla campagna. La richiesta di Caverzasio «la considero opportuna», afferma Michele Foletti: «Mi adopererò affinché l’incontro si tenga e coinvolga fra gli altri anche Ghiggia, il quale ha rilasciato dichiarazioni piuttosto pesanti e pertanto sarebbe il caso che si spiegasse». Dichiarazioni, riprende Censi, «come minimo infelici: posso capire lo stato d’animo del nostro candidato agli Stati per la sua disfatta, ma attribuirne la responsabilità a Boris Bignasca, come ha fatto intervistato dal ‘Corriere del Ticino’, è inelegante». Ghiggia «dovrebbe farsi anche un esame di coscienza», dice Censi. Per il quale il movimento «deve tornare a emozionare le persone, dobbiamo tornare a essere coraggiosi, a credere in noi stessi, a guardare meno alle cadreghe e più ai problemi che toccano la popolazione, maggioranza relativa o meno!».

‘Si torni sul territorio’. ‘Non c’è solo l’Ue’

Che una riflessione vada fatta «è indubbio», afferma Caverzasio: «La auspicavo già dopo le elezioni cantonali, oggi serve più che mai. Se quello era un allarme, quello suonato l’altroieri è molto di più». Perché il rinnovo dei poteri comunali dell’anno prossimo incombe e allora «bisogna fare un po’ di chiarezza sulla struttura stessa della Lega, bisogna avere una figura di riferimento». Ma anche «cominciare a parlare meno fra di noi e più con la gente, con chi ci ha sempre seguito». Insomma: «Essere capaci di tornare la Lega che eravamo, con la consapevolezza di essere comunque il partito di maggioranza relativa in governo. E questo non sempre si concilia con l’opposizione dura e cruda, che è più semplice e magari crea più appeal». Detto questo, per Caverzasio «è indubbio che dobbiamo tornare a essere critici, propositivi, lanciando anche iniziative e referendum dove possibile». Per carità, fare opposizione «con due consiglieri di Stato diventa abbastanza complicata detta così», ammette. Ma «non dobbiamo nemmeno sederci sulle posizioni governative e digerire tutto. E dobbiamo ricordare la nostra anima sociale, negli ultimi tempi assai spesso dimenticata».

Come Lega tra le cantonali di aprile e queste elezioni federali «abbiamo perso, in pochi mesi, otto punti percentuali!», sbotta Riccardo Braga, municipale a Origlio e soprattutto leghista della primissima ora. Come uscire dalla crisi? «Bisognerebbe chiederlo in via Monte Boglia. È che scomparso Giuliano Bignasca, con il quale ho condiviso tante battaglie, non si sa più chi comanda nel movimento. E così succede – continua Braga – che a commentare in televisione i risultati di questa domenica elettorale debbano essere i due consiglieri di Stato. Ma è mai possibile?!». Il municipale di Origlio si chiede e chiede: «Dov’è la nostra base elettorale? Forse è un po’ stufa di sentir parlare solo di Bruxelles, Berna e frontalieri (le persone vanno a prendere il pane dove c’è, il mio bisnonno andava a vendere castagne a Milano per mantenere qui la famiglia...). Vorrebbe sentir parlare anche di misure per esempio contro la disoccupazione giovanile». Che fare? «La Lega deve tornare sul territorio, interagire con la popolazione, essere propositiva, altrimenti fra un po’ non ci saremo più. L’Udc ci sta sopravanzando, perché lavora bene. La colpa di questa débâcle è solo nostra. Come ho già ricordato, il Nano ha preso un’utopia e l’ha trasformata in realtà, qui si sta trasformando una realtà, che ci vede nonostante tutto ancora maggioranza relativa in governo, nuovamente in una utopia. Per non parlare della insana corsa alle ‘cadreghe’!».

 

Borradori: ‘Serve una guida’

Alla Lega, dopo le ultime due sconfitte elettorali, “un coordinatore occorre, occorre eccome” per Marco Borradori, sindaco di Lugano. Che ai microfoni della Rsi aggiunge: “Serve un punto di riferimento, uno che mette fuori la faccia e che sa anche rianimare lo spirito leghista quando questo spirito è in difficoltà”. E la famiglia Bignasca non può più fare da collante? “Guardiamo tutti con grande affetto, amicizia e rispetto alla famiglia Bignasca”, risponde Borradori. “Il fatto che costituiscano un collante non lo escludo, auspico che possano ridiventarlo, ma in questo momento non vedo in loro un elemento forte, anche per questioni caratteriali”.

Marchesi: ‘Chiesa candidato della coalizione’

«Marco Chiesa agli Stati non è il candidato dell’Udc, ma di Lega e Udc: è il candidato della coalizione e quindi contiamo sul supporto leghista». Non ha dubbi sul sostegno da via Monte Boglia Piero Marchesi, presidente dell’Udc: «L’obiettivo è raccogliere i voti dei ticinesi che da sempre dicono no ai Bilaterali, no alla libera circolazione. Chiesa è l’unico candidato rimasto in corsa che porta avanti queste posizioni». E la possibilità di voto utile o ‘soccorso rosso’ in aiuto di Giovanni Merlini? «Rilevo che questo appello mi ricorda tanto quello che fece Laura Sadis quando venne rieletta in Consiglio di Stato. Non so se il Plr voglia avere un rappresentante agli Stati che per almeno quattro anni paghi il biglietto d’entrata alla sinistra». Da parte degli elettori leghisti, dice a sua volta Marco Chiesa, «ho sentito un grande sostegno, che del resto si è già manifestato al primo turno con i voti che ho raccolto, segno che sono convinti della mia candidatura agli Stati». Non teme il ragionamento di chi sostiene che una sua eventuale elezione alla Camera alta stopperebbe per un po’ le aspirazioni bernesi del consigliere di Stato (leghista) Gobbi? «Tutte le battaglie meritano di essere combattute, in particolare quando c’è la possibilità concreta di vincerle. Oggi – rileva Chiesa – questa possibilità esiste».