Presentata un'iniziativa parlamentare generica per modificare la Legge sull'esercizio dei diritti politici. "Plr e Ppd avranno cambiato idea?"
Il ragionamento è semplice: dato che Plr e Ppd hanno deciso di congiungere le liste nella corsa al Nazionale alle elezioni federali del prossimo autunno, probabilmente i due partiti hanno cambiato idea rispetto al gennaio dello scorso anno, quando in Gran Consiglio si opposero, con successo, alla reintroduzione in Ticino di questa forma di alleanza per il rinnovo dei poteri cantonali e comunali.
“Si può dunque affermare che l’ostilità nel permettere la congiunzione delle liste sia con il tempo scemata in casa Plr e in casa Ppd? Questo sistema ritenuto così negativo nel gennaio del 2018 è invece ora divenuto più trasparente e chiaro rispetto a 18 mesi orsono, quando invece venne qualificato come ‘imbroglio legale’? Ci rallegriamo di questo cambio di posizione”.
È quanto si domandano e si rispondono Piero Marchesi (Udc), Boris Bignasca (Lega), Ivo Durisch (Ps) e Nicola Schönenberger (Verdi), i quali con un’iniziativa parlamentare, inoltrata nella forma generica, chiedono di reintrodurre la possibilità di congiunzione delle liste per le elezioni di Municipi, Consigli comunali, Gran Consiglio e Consiglio di Stato, previa modifica della Legge cantonale sull’esercizio dei diritti politici. Meglio, tornano a chiedere. Perché la proposta arriva dagli stessi partiti che nella seduta del 22 gennaio dell’anno scorso si erano visti bocciare dalla maggioranza del parlamento il ripristino della falcoltà di congiungere per le elezioni comiunali e cantonali, sollecitato da un’iniziativa della democentrista Lara Filippini.
Oltre che da Marchesi, Bignasca, Durisch e Schönenberger, l’atto parlamentare è stato sottoscritto da altri ventisette deputati appartenenti ai partiti dei quattro primi firmatari. In totale dunque da poco più di un terzo del Gran Consiglio. Alla luce delle molteplici alleanze siglate per queste federali, Marchesi, Bignasca, Durisch e Schönenberger si dicono “certi, a fronte dell’oramai diffuso utilizzo della congiunzione delle liste, che vi siano le premesse per estendere questo strumento sia a livello cantonale che comunale”. Del resto, aggiungono, “mal si spiegherebbe un sistema elettorale (federale) che prevede la possibilità di congiungere le liste e un altro che invece lo vieta (cantonale e comunale)”.