Nel 2018 aumento del 32% di colloqui al Consultorio delle donne. In 319 casi dopo un maltrattamento: ‘Niente paura, da noi consulenza e tutela della privacy’
La paura paralizza, punto. E la paura non va d’accordo con la ragione, anzi. Quindi è lecito chiedersi se quando è una persona di cui ti fidi a picchiarti, a farti male, a destabilizzarti, perché ci si debba fidare di uno sconosciuto. Come trovare quindi il coraggio di superare l’ostacolo dell’ansia, del timore di conseguenze? «Venendo da noi, al Consultorio delle donne», spiega alla ‘Regione’ l’operatore Antonio. Con il quale parlare non è stato semplice. Solo al quarto tentativo non lo abbiamo disturbato durante un colloquio con una persona in difficoltà.
Colloqui che, si legge nel Rapporto d’attività pubblicato ieri, nel 2018 sono stati 668. In crescita del 32 per cento rispetto ai 506 registrati nel corso del 2017. Vuol dire che aumentano i casi di violenza tra le quattro mura? Non necessariamente, risponde Antonio, «i numeri che pubblichiamo non hanno una pretesa statistica, non abbiamo i mezzi e le possibilità di stabilire se stia peggiorando o meno la situazione». Quello che però si può dire è che «sta aumentando la fiducia nel nostro Consultorio».
Che, insomma, «sta riuscendo a passare bene il concetto che non bisogna avere paura di venire da noi a raccontare un episodio di violenza, o chiederci un consulto». Consulto che, va da sé, «serve, nelle nostre intenzioni, a chiarire qual è il quadro della situazione. Siamo in tre, ad alternarci. E tutti abbiamo la formazione di educatori ed educatrici sociali». Formazione che «ci permette di dare una mano sia per quanto riguarda l’ascolto e l’aiuto possiamo dire psicologico, sia per offrire tutte le possibili vie che una persona che ha subito una violenza può percorrere». Non l’obbligo di denuncia, «tema delicatissimo». Ma «consigli e consulenza per chi vuole raccontare la sua situazione». Che poi sfoci o no in una denuncia è «una scelta privata, noi intanto ci siamo. Garantendo l’anonimato, la privacy e tutta la sicurezza possibile».
Sui 668 colloqui svoltisi al Consultorio, il 47 per cento, quindi parliamo di 319 casi, sono avvenuti dopo un maltrattamento o un caso di violenza psicologica: «In 171 casi la violenza è stata fisica, in 59 casi sessuale, in 93 di natura economica». Episodi che «quest’anno, come quelli passati, mostrano come il problema del disagio famigliare e della violenza domestica siano trasversali». Non dipendono, insomma, «da classe sociale, occupazione, gruppo etnico o livello di formazione».
In aumento le persone accolte presso la Casa delle donne: 27 donne e 15 bambini, quando l’anno precedente erano rispettivamente 16 e 7. «La prevenzione e la comunicazione – conclude Antonio – fanno conoscere meglio il nostro servizio di ospitalità. Di queste 27 donne, 15 sono scappate da una situazione di violenza. Dopo, sono andate a vivere da sole».