Così il pg Pagani sui motivi dei decreti d'abbandono per i due ex funzionari del Dss e per i già responsabili della ditta di sicurezza
Dalle parti nessuna istanza d'assunzione di ulteriori prove e quanto alle pretese di risarcimento c'è stata solo una richiesta di un piccolo indennizzo per le spese legali, che il procuratore generale ha però respinto. È quanto ha fatto sapere stamattina lo stesso pg Andrea Pagani nella conferenza stampa convocata per spiegare i motivi per cui ha scagionato, con decreto d'abbandono intimato ieri sera agli (ex) imputati, i principali protagonisti coinvolti nella gestione del controverso mandato assegnato nel 2014 dal Dipartimento sanità e socialità alla ditta di sicurezza Argo 1 per la sorveglianza di centri d'accoglienza per asilanti. Sono cadute le ipotesi di corruzione (attiva e passiva), di concessione /accettazione di vantaggi e di infedeltà nella gestione pubblica nei confronti di Claudio Blotti e Renato Scheurer, all'epoca dei fatti funzionari del Dss, e di Davide Grillo e Marco Sansonetti, allora rispettivamente amministratore e responsabile operativo di Argo 1. Niente illeciti penali sono stati dunque intravisti da Pagani, che lo scorso luglio ha ereditato dal suo predecessore (John Noseda) il procedimento sui risvolti istituzionali di eventuale rilevanza penale del caso. La gestione del mandato è stata tuttavia «viziata da manifeste carenze di natura amministrativa, che non tocca però alla magistratura approfondire», ha comunque aggiunto Pagani. E il complotto di cui Sansonetti sostiene – ma non con riferimento al procedimento condotto dal pg – di essere stato vittima? «Dagli atti penali in mio possesso non emerge alcuna forma di complotto», ha tagliato corto Pagani. Contro i decreti d'abbandono è data falcoltà di reclamo alla Corte dei reclami penali entro dieci giorni dalla loro intimazione. Ma l'inoltro di ricorsi appare assai poco probabile. Le archiviazioni decise dal pg sono dunque destinate a diventare presto definitive.