Il governo risponde all'interrogazione Udc: trattandosi di istituti privati non parificati, il Decs non vigila sull'insegnamento che vi è impartito
Risposta del governo alla interrogazione di Tiziano Galeazzi (Udc) e confirmatari, intitolata, 'Maturità light a Napoli?'. Una delle domande poste all'autorità cantonale era del seguente tenore: "Si menziona di 'studenti ticinesi' che sono reclutati da un istituto privato a Lugano per poi recarsi a Pomigliano solo il giorno dell'esame (Tio del 26 giugno 2018). Ha potuto il Decs chiarire tale fattispecie e di che istituto si tratta?”. Ebbene, il Consiglio di Stato, risponde che “la fattispecie menzionata dall'atto parlamentare esula dai compiti di vigilanza che la legge della scuola del 1. febbraio 1990 attribuisce al Decs. A proposito dell'istituto privato al centro dell'articolo segnalato e citato dall'atto parlamentare, l'Istituto Fogazzaro, si precisa che lo stesso è stato autorizzato nel 1996 ad aprire una scuola orientata verso una formazione di indirizzo tecnico (diploma italiano di dirigente di comunità). Nel 2012 l'Istituto ha presentato tutta la documentazione prevista dalla legge ed è stato quindi autorizzato ad aprire un liceo privato secondo l'ordinamento italiano che prepara a sostenere gli esami di Stato presso una sede italiana”.
Il governo evidenzia che, "trattandosi di istituti privati non parificati, il Decs non vigila sull'insegnamento che vi è impartito, ma si limita a raccogliere i dati relativi al numero di allievi e di diplomi conseguiti. Da questi dati risulta che negli ultimi anni il numero di allievi che hanno ottenuto un diploma di maturità sostenendo i relativi esami in una scuola Statale in Italia non ha mai superato le cinquanta unità”. Ancora il Consiglio di Stato: “La legislazione attuale non permette di bloccare l'autorizzazione concessa. La scelta di frequentare istituti privati di questo tipo è di spettanza degli allievi e delle famiglie, tenuto conto del fatto che tocca ad essi valutare se il titolo che potrà essere conseguito sia o meno di valore. Nel caso in cui le presunte pratiche scorrette messe in luce dalla stampa e riprese dall'atto d'accusa parlamentare dovessero rivelarsi reali e avvenute, lo scrivente Consiglio di Stato non può che deplorarle, ritenuto che la responsabilità dell'esame finale e del titolo è propria delle competenti autorità italiane”. "Per quanto riguarda invece l'esame svizzero di maturità, gli istituti del primo tipo non pongono problemi, dovendo gli allievi sostenere l'esame di maturità preparato dalla Commissione svizzera di maturità, mentre per i diplomi rilasciati dagli istituti che rientrano nell'ambito del'accordo tra Svizzera e Italia la vigilanza è assunta dalla Confederazione per mezzo della SEFRI".