Ticino

‘Investiamo sull’etica’

Kandemir Bordoli: ‘Sui propri funzionari, l’Amministrazione prima formi e poi supervisioni’

9 giugno 2018
|

Gli scandali che da qualche tempo stanno coinvolgendo funzionari dell’Amministrazione cantonale, stanno anche minando la credibilità etica delle istituzioni? In altre parole: i permessi facili, Argo 1, i due maestri di tirocinio della Sezione forestale sotto inchiesta per coazione e molestie sessuali (caso nel frattempo ridimensionatosi), la funzionaria dell’Ufficio dell’assistenza riabilitativa sulla quale pende un’indagine per corruzione passiva e subordinatamente di accettazione di vantaggi, il funzionario del Dss recentemente accusato di reati sessuali sono campanelli d’allarme o casi isolati? «Il punto di partenza è che dobbiamo fare tutti gli sforzi possibili perché all’interno dell’ente pubblico ci sia sempre un comportamento corretto – rileva interpellata dalla ‘Regione’ Pelin Kandemir Bordoli, presidente del Gran Consiglio e prima cittadina del cantone – con particolare attenzione alla dimensione etica, cominciando dalla prevenzione per arrivare poi alla formazione, alla sensibilizzazione e alla supervisione». Nei casi elencati qualcosa evidentemente non ha funzionato ma, continua Kandemir Bordoli, «ci sono migliaia di persone che lavorano benissimo nell’Amministrazione, a tutti i livelli. È chiaro che purtroppo, per quanto non lo si voglia, possono esserci situazioni che si verificano nonostante gli sforzi e l’impegno che mettiamo in campo». Tempi di anti-politica, tempi dove lo Stato – in Ticino ma non solo – sembra essere un facile bersaglio. Casi come questi rischiano di rendere ancora più difficile il rapporto tra cittadini e istituzioni? «Le procedure in corso andranno avanti e attendiamo gli sviluppi, ma è senza dubbio importante che venga dato un segnale alla cittadinanza – risponde la presidente del Gran Consiglio – rimarcando tutti gli sforzi profusi dalle istituzioni affinché ci sia un’Amministrazione trasparente e si faccia molta attenzione sia nella scelta, sia nella sensibilizzazione di tutto il personale sul ruolo che assume». E quando quest’opera non è sufficiente, «dobbiamo prenderci la responsabilità di intervenire, spiegare perché e cosa facciamo per evitarlo. Senza dimenticare che siamo in uno Stato di diritto». E appare chiaro, a questo punto, come «la competenza della persona deve essere il primo criterio di scelta. E non solo dal punto di vista lavorativo, ma anche considerando quello personale, sociale e di assunzione di responsabilità».

Al funzionario pubblico si chiede di cogliere non solo la differenza tra un agire lecito e uno illecito ai sensi del Codice penale. Ma anche, cosa non scontata, fra un comportamento opportuno e un comportamento inopportuno, penalmente o amministrativamente irrilevante ma eticamente problematico. «Dall’Amministrazione pubblica e dai suoi dipendenti i cittadini-contribuenti si attendono un atteggiamento esemplare: le aspettative riposte nei funzionari sono particolarmente alte in quanto rappresentano lo Stato, che è anche e soprattutto il garante della legalità», sottolinea Manuela Courbon, direttrice – in seno al Dipartimento educazione cultura e sport – dell’Istituto della formazione continua, i cui corsi sono destinati ai funzionari dell’amministrazione pubblica. E a proposito di corsi, dal prossimo settembre l’Istituto, ricorda Courbon, ne organizza uno nuovo. È quello di preparazione all’esame federale di ‘Specialista in amministrazione pubblica’. Un percorso formativo, spiega la direttrice, che prevede anche lezioni «sull’etica nel servizio pubblico». Docente: l’avvocato ed ex procuratore pubblico federale Pierluigi Pasi. «Ma ci saranno pure lezioni – riprende Courbon – incentrate sul rapporto fra Amministrazione e persone provenienti da altre culture e persone con disabilità».

L’imputato respinge le accuse

Per il momento il magistrato inquirente lo ha interrogato una sola volta. Martedì scorso. Quando il funzionario del Dipartimento sanità e socialità è stato sentito a lungo, una decina di ore, dalla titolare dell’inchiesta, la procuratrice pubblica capo Chiara Borelli. A carico dell’uomo, sulla sessantina, residente nel Sottoceneri, da tempo alle dipendenze del Cantone, esperto di politiche giovanili, si ipotizzano reati di natura sessuale, fra cui la coazione. Procede nel massimo riserbo l’inchiesta del Ministero pubblico nei confronti del funzionario sospeso mercoledì dal Consiglio di Stato dopo che quest’ultimo ha appreso del procedimento penale. Procedimento innescato dalla segnalazione inoltrata nelle settimane passate dalla presunta vittima: una giovane donna domiciliata nel Sottoceneri. All’epoca dei fatti al centro delle indagini, avvenuti tra i dieci e i quindici anni fa, aveva più di 16 anni. Era vicina alla maggiore età. Difeso dal suo legale di fiducia, l’avvocato Niccolò Giovanettina, dello Studio Luigi Mattei di Bellinzona, il funzionario nega ogni addebito. Nei riguardi dell’uomo, che avrebbe facoltà di ricorrere contro la sospensione, il Consiglio di Stato ha inoltre disposto l’apertura di un’inchiesta disciplinare. Inchiesta disciplinare che, come da prassi, partirà dopo la conclusione di quella penale e a dipendenza dei risultati delle indagini della Procura.