Il Municipio dà conto dei rappresentanti nei vari consessi, tra equità partitica e competenza tecnica
Dentro una quarantina di associazioni, enti, commissioni, consorzi e fondazioni e una decina di consigli parrocchiali c’è un po’ della Città di Mendrisio. Forme giuridiche, quelle a cui aderiscono le partecipate del Comune, che in un solo caso declinano la formula della società anonima. Caduta per volere popolare nel 2017 la conversione delle Aim, le Aziende industriali, in una Sa, dentro Palazzo civico si è tornato a parlarne (e a discuterne nell’aula consiliare) quando alla ribalta si è affacciata la Teleriscaldamento del Mendrisiotto Sa, in fase di costituzione. Realtà che ha visto stringere un accordo tra Comune e Cantone. L’elenco è comunque lungo, le regole codificate. Il Municipio ci tiene a ribadirlo tratteggiando il quadro della situazione sollecitato da una interrogazione di Udc-Udf, primo firmatario Lucio Lorenzon. Il quadro per l’autorità cittadina, infatti, è chiaro: “La composizione dei diversi gremi deve garantire una rappresentanza equilibrata e democratica, favorendo una discussione inclusiva sulle questioni tecniche e politiche che riguardano la comunità”. A portare la voce della Città sono quindi esponenti che sono espressione dei partiti, ma laddove ve ne è la necessità – in particolare negli organi legislativi – anche funzionari pubblici con le debite competenze.
A livello istituzionale Mendrisio mostra, insomma, di aver trovato un suo equilibrio sul piano della rappresentatività. A fare da ago politico della bilancia è il voto della popolazione. Per designare i membri che siedono nei vari collegi, il Comune “tiene in considerazione anche le scelte elettorali espresse dalle cittadine e dai cittadini alle urne nonché, dove necessario, un’equa rappresentatività dei Comuni del territorio”. Come dire, si ribadisce, che “la ripartizione e determinazione dei seggi spettanti ai partiti nei vari consessi avviene dunque in proporzione ai risultati ottenuti nelle elezioni comunali”. Va annotato che nella metà della quarantina dei consessi enumerati i partecipanti sono municipali.
E per questo quadriennio, da qui al 2028, fa testo il responso del 14 aprile scorso. Criterio che viene applicato pure per i gremi regionali, allargando però lo sguardo elettorale al Distretto, cercando appunto, come sottolinea lo stesso Municipio, “una concordanza regionale nel designare i rappresentanti dei vari partiti politici” e privilegiando “la continuità operativa all’interno dei vari consessi, ovvero dando l’opportunità a chi si ripresenta di poter essere rieletto nei vari organi regionali”. Qui ci si muove, dunque, nel segno della concertazione.
A conti fatti l’Esecutivo cittadino fa sapere che oggi di rappresentanti per partito politico in quaranta associazioni, enti, consorzi, fondazioni e commissioni ve ne sono 84. Ventisei, ovvero il 31 per cento, sotto il vessillo del Plr, 24, il 29 per cento, sotto quello del Centro-Verdi liberali, 11, il 13 per cento, rappresentano l’AlternativA (Verdi e Sinistra), 12, il 14 per cento, la Lega (e indipendenti), infine 11, il 13 per cento, sono presenti a nome di Udc-Udf.
Oltre ai politici, come anticipato, vi sono pure i tecnici. E a designarli sono in alcuni casi il Municipio, in altri il Consiglio comunale, a volte non senza uno strascico polemico come nel caso, appunto, della società per il Teleriscaldamento, dove alla fine siederanno un municipale e un collaboratore dell’Amministrazione (il direttore di Aim). Diciotto in totale i funzionari scelti o eletti (nel caso del plenum consiliare): una metà per nomina del Municipio (in tre organi esecutivi), l’altra per decisione del Consiglio comunale (in nove organi legislativi). Rappresentanti il cui elenco è consultabile, peraltro, anche sul sito della Città.
Sulle persone indicate dall’Esecutivo si tiene a sgombrare il campo e a precisare che le proposte vengono avanzate “sulla base delle loro competenze e affinità alle tematiche trattate nei diversi gremi”. In effetti, si rimarca rispondendo alle sollecitazioni di Udc-Udf, “gran parte di loro ricopre ruoli di conduzione e direzione all’interno dell’Amministrazione comunale e, nel loro quotidiano, già operano nel campo di interesse del consorzio/associazione nel quale sono stati designati. Questo approccio – si conclude – garantisce che la Città sia rappresentata da personale qualificato, dotato di competenze specifiche, contribuendo così a un corretto svolgimento dei lavori nelle varie sedi”. Non hanno nulla a che vedere con l’appartenenza partitica neppure i rappresentanti di Mendrisio nei diversi Consigli parrocchiali: qui a proporli è la comunità parrocchiale “sulla base del loro impegno e servizio alla comunità”.
Chi, tra i rappresentanti politici, porta il suo contributo ad associazioni, commissioni, consorzi, enti e consigli di amministrazione riceve un compenso, secondo statuti e regolamenti interni. Chieste le cifre (da parte degli autori dell’interrogazione), l’Esecutivo – “per questione di economia e di tempo” – si è limitato a concentrare la sua attenzione sulle retribuzioni concesse, in base alla carica, dai “principali consorzi e associazioni e dall’ente di diritto pubblico Ecam” (l’Ente case anziani Mendrisiottto), otto in tutto. Fatti due calcoli, nel 2023 a livello globale sono stati pagati oltre 148mila franchi. Tra comitati e delegazioni, a ricevere di più è il presidente del Consorzio depurazione acque di Mendrisio e dintorni, con 14mila franchi, a percepire meno i membri della delegazione del Consorzio manutenzione arginature del Medio Mendrisiotto. Diversa la posizione dei dipendenti comunali, come chiarisce il Municipio. Per quanto riguarda collaboratori e collaboratrici, “trattandosi di compiti che essi sono tenuti a svolgere di principio all’interno del proprio mansionario e durante l’orario di lavoro, non è prevista alcuna remunerazione aggiuntiva oltre al regolare stipendio”. E laddove si prevede un cosiddetto ‘gettone di presenza’, i funzionari, si puntualizza, “non registrano l’orario di presenza come tempo di lavoro per evitare di percepire una doppia retribuzione per il compito svolto”.
La domanda nei consiglieri comunali del gruppo Udc-Udf è sorta spontanea: i rappresentanti di... lunga data non potrebbero far posto ad altri? In effetti, riconosce l’Esecutuvio, vi sono persone che hanno ricoperto o tuttora rivestono una carica da tre legislature o più. “Tuttavia – si annota –, questo non rappresenta necessariamente un problema, in quanto i limiti temporali delle cariche, quando previsti, sono stabiliti dai singoli statuti o regolamenti”. Non solo, “laddove sono previsti dei limiti di durata per determinati incarichi, la Città si è sempre impegnata a rispettarli, garantendo così il ricambio delle cariche in conformità ai regolamenti e statuti vigenti”. Allo stesso modo la presenza di municipali in più gremi “risulta utile per una migliore esecuzione di compiti comunali o di salvaguardia dell’interesse pubblico”.