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Il Servizio cura a domicilio ‘divorzia’ da Progetto genitori

Consegnata la disdetta unilaterale per le prestazioni pedagogiche. ‘Siamo delusi e amareggiati dopo quindici anni’, lamentano dall'Associazione

L’Associazione intende difendere il suo bagaglio di competenze
(Ti-Press)
18 ottobre 2024
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Ricevere quella disdetta dopo ormai una quindicina di anni trascorsi fianco a fianco del Servizio di assistenza e cura a domicilio del Mendrisiotto e Basso Ceresio (Sacd) ha spiazzato non poco l’Associazione Progetto genitori (Apg). La fine del contratto di collaborazione, prevista il 31 dicembre prossimo, ha lasciato, insomma, l’amaro in bocca. Anche se le porte resteranno aperte per delle consulenze educative mirate, al Sacd ci tengono a farlo sapere, la svolta non è stata indolore. Resta il fatto che in molti si sono domandati perché si sia interrotta una proposta che ha sempre funzionato, sullo sfondo la volontà comune di offrire un supporto di carattere sociale e sanitario a favore delle famiglie e della prima infanzia. Una esperienza che per la crescita dell’Associazione è stata di particolare importanza, oltre che un unicum a livello cantonale. Non a caso dalle Permanenze educative mobili (Pem) sono scaturite altre iniziative a favore delle mamme e dei papà del Distretto; stella polare il benessere dei bambini.

‘Resta un grande dispiacere’

Il presidente dell’Apg Aldo Mapelli non nasconde la sua delusione. «Sono dispiaciuto per quanto è avvenuto. Ci siamo ritrovati con la disdetta unilaterale del contratto; eppure le cose funzionavano e le idee alla base del servizio erano molto valide». L’approccio delle Permanenze educative mobili, considerate un “fiore all’occhiello”, in effetti, ha dato modo di tessere una relazione di fiducia con i genitori in questi anni. «Uno dei presupposti – spiega il presidente – è proprio quello di andare a trovare, con continuità, mamme e papà nei luoghi di aggregazione»; ovvero i 14 preasili del Mendrisiotto, la palestra a Ligornetto, i centri commerciali e la sede dell’Associazione a Chiasso. Momenti di incontro che, grazie alla modalità digitale e ai social, hanno reso possibile entrare in contatto con molte famiglie. Solo nel 2023, restituisce il bilancio annuale, sono state effettuate 413 Pem, con una media di 7 adulti e 6/7 bambini.

«Il nostro lavoro, del resto – richiama il presidente –, nasce dai bisogni dei genitori e si prefigge di evitare l’isolamento, favorendo l’integrazione. Ecco che la nostra preoccupazione oggi è, appunto, quella di allontanare il rischio di dimenticare ciò che di utile e buono è stato fatto in questi anni». Un rischio che una rottura affrettata del mandato avrebbe reso tangibile. L’anno a disposizione dall’ufficializzazione della disdetta (nell’ottobre del 2023), invece, ha consentito di “operare una transizione in modo adeguato”, come si riconosce anche nella lettera inviata da Progetto genitori al Sacd dopo la comunicazione formale.

‘Vi erano dei doppioni’

All’Acd, nel frattempo, si stanno già organizzando. Il lavoro delle pedagogiste di Progetto genitori, chiarisce Brian Frischknecht, direttore dell’Associazione per l’Assistenza e la Cura a Domicilio del Mendrisiotto e Basso Ceresio, sarà ripreso dalle infermiere consulenti materno-pediatriche che già operano nel Poliambulatorio. E non è detto che l’équipe non venga potenziata un po’. Il Servizio, quindi, avocherà a sé le competenze pedagogiche che sin qui ‘subappaltava’ all’Associazione? «Lo si può anche leggere così – ci risponde il dirigente –. A mio parere vi erano dei doppioni di attività, competenze che si sovrapponevano. E visto che il mandato di interesse pubblico è conferito al Sacd, si è deciso di portare avanti l’incarico. Mentre Progetto genitori riorienterà i suoi interventi. Non dimentichiamo, d’altra parte, che la legge è chiara e parla di consulenza sociale, igienica, sanitaria, preventiva educativa».

Una scelta anche cantonale

D’altro canto, richiama Frischknecht, alla base a essere mutato è anche il quadro generale. «Negli altri cinque comprensori del cantone queste attività territoriali vengono assicurate dagli enti di cure domiciliari, dunque il governo ha deciso di armonizzare e allineare le offerte nell’intero Ticino». Ciò non toglie, ribadisce il direttore del Sacd, che il rapporto di partenariato con Progetto genitori rimarrà tale, nel solco delle cooperazioni che il Servizio intrattiene con le molteplici associazioni satellite della rete sociosanitaria operative nei diversi ambiti. Un impegno che poggia anche sulla spinta del volontariato; tant’è che il Sacd rilancia l’appello alle persone di buona volontà di farsi avanti, aggiungendosi all’attuale ventina di volontari.

Resistono delle perplessità

Se a qualcuno, per finire, è balenato il sospetto che dietro le motivazioni che hanno portato a chiudere la collaborazione sul campo con Progetto genitori vi fosse l’aspetto finanziario, il direttore allontana subito l’idea. Anche perché, come rimarca la stessa Associazione, le prestazioni fornite – per circa 100-120mila franchi annui – sono sempre state riconosciute in toto dal Cantone. Nei responsabili del Progetto, però, resistono comunque delle perplessità, come ci fa sapere il presidente Aldo Mapelli. Dubbi che sono stati dichiarati nella missiva indirizzata a fine 2023. “Convinto di aver agito al meglio nell’espletazione dei doveri” alla luce del contratto di prestazione, si legge nello scritto, il Comitato di Apg non manca, come detto, di dare voce alle sue esternazioni su un paio di ragioni addotte dal Sacd.

Innanzitutto, a proposito del mandato di interesse pubblico, “siamo certi – si annota – che, da questo punto di vista, la delega a terzi di un compito specifico non abbia, in alcun modo, sminuito la volontà di rispettare appieno lo spirito della Legge sull’assistenza e cura a domicilio (Lacd)”. In secondo luogo, “si teme che la decisione presa di disdire il nostro contratto non potrà, in nessun modo, avere conseguenze sugli effetti negativi delle paventate misure di risparmio all’interno del Dipartimento”. In altre parole, “la mannaia della crisi finanziaria del Cantone non colpirà ciò che è sempre stato a zero”. Anche se si auspica che, “con lo sforzo di tutti, si sappiano trovare, a livello cantonale, le soluzioni adeguate che permettano di mantenere la qualità delle prestazioni erogate”.

Un futuro... cantonale

Dando uno sguardo al futuro di Progetto genitori? «Stiamo facendo di tutto per andare avanti con le nostre attività, individuando nuove soluzioni – ci conferma Mapelli –. L’operato principale delle nostre collaboratrici sarà ora di secondo livello, assicurando la formazione, la valutazione formativa e la supervisione delle professioniste che svolgeranno le Permanenze educative mobili». E per tutelare il suo patrimonio di competenze l’Associazione ha compiuto un passo importante, decidendo di proteggere i marchi di tutte le sue attività e i suoi progetti. «Così ci garantiamo la proprietà intellettuale, affinché la qualità dell’offerta e il rispetto della metodologia restino fedeli alla missione dell’Associazione»; aspirando a uscire dai confini regionali.

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