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Le zucche momò, progetto sociale alla conquista del territorio

La FutureFarmers ha allestito anche quest’anno nove casette per l’acquisto self-service. L’azienda di Chiasso sta lavorando anche oltre i confini

Davide Croci e Lorenzo Tognola, gli ideatori delle casette delle zucche
24 settembre 2024
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È il frutto autunnale per eccellenza. La zucca, con i suoi colori e le sue forme, non può mancare in questo periodo. Da qualche giorno, e indicativamente fino alla fine di ottobre, nel Mendrisiotto e nel Luganese sono state allestite nove casette self-service dove poterle acquistare. Promotrice dell’iniziativa è la FutureFarmers Sa di Chiasso, fondata dagli agronomi momò Lorenzo Tognola e Davide Croci, che, dal 2021 e con il supporto di aziende agricole locali, si sta cimentando nella raccolta di esperienze e osservazioni per selezionare le varietà di zucca a chilometro zero. «Durante una cena – ci spiega Lorenzo Tognola – parlavamo con il noto viticoltore Enzo Ortelli sul fatto che a Castel San Pietro c’è la sagra della zucca ma non c’è nessuno che la commercia. Enzo ci ha così messo a disposizione 800 metri quadrati di una parcella di terreno non troppo ideale dove abbiamo seminato 800 piantine di zucca per capire cosa succedeva e, grazie anche agli errori, come continuare». Quando è arrivato il momento del primo raccolto, «inizialmente abbiamo pensato non ci fosse nulla – ammette Tognola –. Ma ci siamo trovati con una tonnellata e mezza di zucche, e quindi con il problema contrario». Un terzo della merce è stata destinata ai ristoranti, un altro terzo alla vendita all’ingrosso e per il rimanente «è arrivata l’ispirazione dei carrettini». Nel 2022 l’intero raccolto è stato destinato a quest’ultima vendita. «Il discreto successo ottenuto ci ha spinti a ingrandire il progetto, aumentando sia il numero di aziende coinvolte che le postazioni». La produzione delle zucche è curata dall’Azienda Ramani di Novazzano e dalla Fondazione Sant’Angelo di Loverciano. «Per garantire l’aspetto sociale del progetto – aggiunge ancora Tognola –, i ragazzi partecipano a questo progetto occupandosi della gestione, pulizia e riempimento dei carretti, nell’ottica dell’apprendistato empirico che gli apprendisti della Fondazione Loverciano possono fare dopo la loro formazione di base». Il tutto con «la piena soddisfazione di tutti gli attori coinvolti perché i carretti sono raggiungibili da tutti, permettono il pagamento in contanti e con Twint (modalità che invitiamo a utilizzare visti i furti e i vandalismi subiti in passato) e sia i clienti che i partecipanti sono entusiasti».

Zucche di una regione per la regione

Nel Mendrisiotto i carretti sono allestiti a Corteglia (via alla Selva 3), Novazzano (via Boscherina 1), Mendrisio (via San Martino 26), Vacallo (via Fontanella 7), Riva San Vitale (via Giovan Poma 9). Nel Luganese si trovano a Lugano (Quartiere Maghetti), Morcote (Riva dal Drèra 8 e piazza Pomee) e Brusino Arsizio (via Giovan Poma 9). Se ipotizzare numeri per le vendite è al momento prematuro, gli ideatori non hanno dubbi sulla strada da seguire. «La nostra ambizione di fare zucche in una regione per quella regione è realizzabile – commenta Tognola –. Certo, dobbiamo ancora migliorare molto, avere accorgimenti logistici e di produzione, ma per l’anno prossimo il nostro obiettivo è di avere le zucche del Mendrisiotto per il Mendrisiotto e le zucche del Luganese per il Luganese, in modo da valorizzare il più possibile l’agricoltura locale. Nell’arco dei prossimi 5-10 anni mi aspetto di poter ripetere questo lavoro in tutte le regioni del Ticino». I progetti di cui FutureFarmes Sa si occupa hanno l’ottica di «migliorare la sostenibilità nelle sue tre dimensioni ambientale sociale ed economica. Anche questo progetto ha un’importante componente economica proprio perché vogliamo che tutti i partner siano coinvolti con professionalità e know-how, ma anche con un pagamento consono per i loro servizi e prodotti».

Le mucche da latte a 50 km dall’Ucraina

I due agronomi sono impegnati nell’implementazione e nella consulenza di progetti agro-alimentari, sia in Ticino (come per Pianspessa, sul Monte Generoso, o le piazze di lavaggio create a Castel San Pietro per aumentare la sostenibilità ambientale) che all’estero. «Nel 2022 abbiamo avuto il nostro primo grande mandato di una certa rilevanza – spiega ancora Tognola –. A inizio conflitto, un’azienda tedesca in Russia aveva dei problemi con le sue vacche da latte, ma nessun membro del suo team tedesco se la sentiva di recarsi sul posto, a 50 chilometri dalla frontiera con l’Ucraina. Siamo entrati in contatto con loro, preso il mandato e ci siamo recati sul posto per lavorare a questa produzione di latte. È stata una di quelle esperienze che restano, sia per le emozioni che per le pratiche agricole. Se all’inizio è stata struggente, è poi stato arricchente vedere che con poco si è potuto fare molto». Durante la permanenza in Russia «siamo riusciti a lavorare sul benessere dell’animale per incrementare qualità del latte e salute delle mucche. Applicando nozioni di benessere animale e di diminuzione del dolore, in tre mesi siamo riusciti a produrre l’11% in più di latte». Tra i lavori successivi c’è stato un supporto nelle procedure logistiche a una fabbrica di confezionamento di Parmigiano Reggiano; mentre l’Hotel Dante di Lugano ha voluto creare un orto urbano sul tetto per promuovere la biodiversità faunistica e floristica urbana e produrre erbe medico-officinali a disposizione del ristorante e del bar dell’Hotel.

Dal Ticino alla Namibia

Guardando al futuro, FutureFarmers ha un «progetto molto ambizioso» che porta in Namibia. Il progetto ‘Desert Crops Namibia’ ha l’obiettivo di recuperare le superfici attualmente non destinate alla produzione alimentare e irrigandole senza danneggiare o esaurire le fonti di acqua dolce destinate al consumo umano. Dopo un primo viaggio e una prima presa di contatto «con chi fa agricoltura in queste zone aride dell’Africa meridionale», è attualmente in corso la ricerca dei fondi necessari per realizzare un progetto pilota che fornisca una soluzione agricola sostenibile e rapidamente scalabile, con prospettive sociali, ambientali ed economiche per le aree desertiche del pianeta, fornendo al contempo forniture alimentari per il mercato interno e per l’esportazione. Il tutto, conclude Tognola, grazie a «tecnologie svizzere, e più precisamente di Riva San Vitale». Informazioni su www.futurefarmers.ch o allo 077 402 96 61.