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Ricorso contro l'ex Coop di Arzo, ‘si faccia chiarezza’

Il gruppo Plr di Mendrisio si appella al Dicastero formazione. La vertenza, si rilancia, ha un impatto sul progetto della mensa scolastica

Si parla di una operazione di circa 3 milioni di franchi
(Ti-Press)
24 giugno 2024
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La rinascita dell’ex Coop di Arzo torna a riecheggiare nell'aula consiliare di Mendrisio. A riportarla al centro dell'attenzione non sono, però, i passi avanti compiuti dall'iniziativa nata dall'intesa tra l'Associazione Atelier Arte e Artigianato di Arzo (Atelier AAA) e la Città - con tanto di sigillo del Consiglio comunale -, bensì il ricorso di due vicini al Consiglio di Stato. Agli occhi del gruppo Plr ce n'è a sufficienza per rivolgersi al Municipio con una interpellanza e invocare "trasparenza in merito all’iter procedurale in corso per il nuovo centro culturale-polifunzionale". I consiglieri comunali firmatari dell'atto parlamentare - Luca Pestelacci, Vincenzo Crimaldi, Tiziano Calderari, Martina Arizanov, Filippo Pfister e Dario Engeler - chiariscono subito di rispettare "il fondamentale diritto di ricorso di ogni cittadino a difesa dei suoi interessi" - uno dei due ricorrenti peraltro siede nel legislativo tra i banchi di Udc-Udf -, ma al contempo si dicono dispiaciuti nell'apprendere "che un progetto strategico con un costo minimo per le casse pubbliche sia tutt’ora bloccato" da quella stessa censura a cui si è dato voce la prima volta nel 2023, opponendosi alla domanda di costruzione.

L'intervento, si ricorda nell'interpellanza, "oltre a risanare uno stabile fatiscente, avrà sinergie anche con il sistema educativo e sociale della Città, soprattutto per gli alunni delle scuole elementari di Arzo". In effetti, si ribadisce, "numerose famiglie attendono, infatti, da anni una nuova mensa per i figli che sono impossibilitati a rientrare al domicilio". In altre parole, la conciliabilità lavoro-famiglia - che si conferma stare a cuore al Plr - "va sostenuta non osteggiata". Da quanto fanno sapere ancora gli interpellanti, neppure gli incontri avuti con le autorità sono riusciti a far cambiare idea ai confinanti, che hanno portato avanti la loro istanza, sollevando una serie di obiezioni, una su tutte le "immissioni foniche" derivanti, si ventila, dalla destinazione data all'edificio. Contestazioni alle quali, peraltro, si è già risposto nelle motivazioni che hanno accompagnato la licenza edilizia concessa dal Municipio.

Sta di fatto che oggi, fanno memoria dal Plr, questa vertenza ha "un impatto negativo sulle famiglie residenti nei quartieri della Montagna e soprattutto sui loro figli". Di conseguenza, si rimarca, "data la valenza strategica dell’investimento e la pressione delle famiglie della Montagna, si chiede al dicastero Formazione di fare chiarezza, appellandoci alla trasparenza sui motivi del ricorso e sui potenziali (quasi sicuri) ritardi nel realizzare la tanto attesa mensa scolastica". Un servizio che lo stesso ricorrente dichiara di salutare con favore e a sostegno del quale il legislativo l'ottobre scorso ha varato investimento di 200mila franchi.

A questo punto, si sollecita dal Plr, "qual è l’opinione del dicastero Formazione e del capodicastero – Massimo Cerutti, dello stesso gruppo del ricorrente, ndr – in merito alla situazione venutasi a creare con l’opposizione citata vis a vis degli investitori privati e delle famiglie dei bambini che si trovano oggi senza una mensa scolastica?". D'altro canto, il capodicastero, si annota, "ha sostenuto il messaggio licenziato dal Municipio". Quindi, "si è impegnato a mediare per far togliere l’opposizione al progetto?". In caso affermativo, "a che punto sono gli atti di mediazione con l'oppositore?". In caso negativo, "perché ciò non è avvenuto?".

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