Mendrisiotto

Omicidio di Chiasso, l'espulsione del 27enne non spetta alla Sem

La Segreteria di Stato alla migrazione, rispondendo a Quadri, nega di aver respinto una richiesta in tal senso: è il giudice cantonale a dover decidere

Polizia sulla scena dell’omicidio
(Ti-Press)
16 maggio 2024
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Non è vero che la Segreteria di Stato alla migrazione (Sem) ha respinto una richiesta di espulsione inoltrata dal Ticino per il somalo 27enne che lo scorso marzo ha ucciso un 50enne di Chiasso a coltellate. È quanto risponde il Consiglio federale a un'interpellanza di Lorenzo Quadri, precisando che la Sem ha rispettato i suoi obblighi.

Prima di questo fatto di sangue, sottolinea nella sua interpellanza il consigliere nazionale, il cittadino somalo era già finito nel mirino della polizia nel 2022 e 2023 per aggressioni in un esercizio pubblico del Luganese. Nel luglio del 2023 era stato arrestato, per poi venir rilasciato dopo un mese con "misure sostitutive all’arresto".

Al momento del fatto di sangue, per la Sem il cittadino somalo si trovava in Svizzera in situazione irregolare. Inoltre, specifica l'esecutivo, se uno straniero ha commesso reati spetta al giudice valutare l’opportunità di pronunciare un’espulsione, come prevede il Codice penale.

Secondo il governo, insomma, "le autorità cantonali ticinesi non hanno quindi potuto domandare alla Sem di emanare una decisione di questo tipo nei confronti della persona in questione". Nella fattispecie, "sono competenti le autorità giudiziarie ticinesi ed è in corso un’inchiesta penale. Spetta alle autorità giudiziarie sanzionare il comportamento colposo e ordinare l’espulsione dell’interessato dalla Svizzera. L’esecuzione della decisione di allontanamento e dell’espulsione compete ai Cantoni, che disciplinano le modalità e la collaborazione con i diversi servizi". In tutta questa vicenda, la Sem ha rispettato i suoi obblighi.

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