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Mendrisio apre la legislatura. Schermaglie... rinviate

Davide Rossi (Centro) è primo cittadino. La rinuncia dell'Alternativa alla prima vice presidenza disinnesca la contesa tra Lega e Udc

Il decano Nadir Sutter e il neo primo cittadino Davide Rossi
(Ti-Pres/B. Galli)
13 maggio 2024
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Se il buongiorno si vede dal mattino, l'alba di questa nuova legislatura a Mendrisio si annuncia combattuta. Lo si è visto fin dalle prime battute, lunedì sera, con la nomina dell'Ufficio presidenziale. I neoeletti consiglieri comunali hanno fatto appena in tempo a prendere posto, formalmente, nell'aula di Palazzo civico che già si sarebbe potuta sentire aria di schermaglie. Sulla designazione del primo cittadino, in realtà, tutto è andato come da copione (e rotazione): a rivestire la carica in questo anno d'apertura del quadriennio sarà Davide Rossi del Centro, designato per acclamazione. I nodi sarebbero potuti venire al pettine, invece, davanti ai nomi del primo e del secondo vice presidente. A contenderseli due ex alleati, ovvero Lega e indipendenti e Udc-Udf. Quest'ultimo gruppo, infatti, pur non dicendolo apertamente, ha fatto valere una sorta di diritto di prelazione elettorale sul primo vice, forte dei voti ricevuti e del fatto di aver espresso un suo municipale. Quanto basta, ai suoi occhi, per contendere la sedia a Lega e indipendenti, ma ancora prima all'AlternativA che, per prassi, avrebbe avuto diritto di accesso a quel ruolo. Insomma, un possibile banco di prova anche per le future intese trasversali. A trarre tutti di impaccio, va detto, è stato Jacopo Scacchi (AlternativA) - sulla carta primo vicepresidente -, il quale ha deciso di fare un passo indietro. Il confronto diretto (a destra), quindi, è (solo) rinviato.

‘Una scelta di responsabilità politica’

In effetti, ha ribadito Scacchi, questa legislatura «sarebbe potuta iniziare in salita, con un clima non proprio sereno e disteso». Sullo sfondo, appunto, la divisione all'interno dell'area di destra che ha mostrato subito venti di battaglia per le nomine in seno all'Ufficio presidenziale. Una spaccatura, in alte parole, sarebbe potuta essere dietro l'angolo. Il condizionale è d'obbligo, perché, ha chiarito il consigliere comunale dell'AlternativA, «la spaccatura non avverrà. Tanto la Lega che l'Udc avranno il loro spazio. Il sottoscritto, d'intesa con il suo gruppo, rinuncia con grande senso di responsabilità politica al proprio turno. Una decisione maturata anche per riconoscere la solidarietà mostrata a suo tempo, quando si è permesso alla neonata AlternativA di assumere la carica presidenziale due anni di fila (con Insieme a sinistra e i Verdi, ndr)». Certo si confida che questo «gesto possa essere apprezzato da tutte le forze politiche», nel segno della serenità di lavoro e per il bene della collettività. Detto e fatto, il clima si è rasserenato e la ridistribuzione delle cariche è proceduta senza scossoni apparenti: ad affiancare Rossi saranno Pierluigi Pasi (Udc-Udf), quale primo vice presidente, e Simona Rossini (Lega-Ind.), quale seconda vice presidente.

‘Ascoltate chi non la pensa come voi’

Eppure la legislatura era iniziata sotto i migliori auspici e l'incoraggiamento del consigliere comunale decano Nadir Sutter (Lega-Ind.), che per la seconda volta, come lui stesso ha ricordato, si è ritrovato a dover inaugurare il quadriennio: «Se oggi sono, inaspettatamente, decano per la seconda volta di questo Consiglio comunale, è perché sono stato portato per mano da colleghe e colleghi, insieme ai capaci funzionari della nostra città». Così come un nonno fa con un nipotino, ha richiamato rimandando a un'immagine colta sulle scale tra via Lavizzari e piazzale alla Valle, nel ‘cuore’ di Mendrisio. Ora, ha ribadito Sutter, «mi trovo davanti a questo nuovo inizio di legislatura, e vedo un formidabile collettivo, consapevole io, anziano, di avere ancora da imparare, e molto, da chiunque di voi». Il decano non ha voluto elargire consigli: «Vi aiuteranno molto di più le domande che potrò farvi, perché vi aiuteranno, volenti o nolenti, a spiegare il perché delle vostre opinioni, e se del caso a capirle meglio voi stessi».

Del resto, ha chiosato, «tutti noi, ognuno con le proprie idee e opinioni, le più distanti a volte, siamo stati votati per rappresentare chi ci ha eletto, cerchiamo di farlo al meglio. Con una raccomandazione, l’unica che mi permetto: ascoltate sempre quello che ha da dire il vostro vicino, soprattutto se esprime una valutazione che è il contrario della vostra. Per una volta potrebbe avere ragione lui».

Sfide e promesse di speranza

E ha scelto di dedicare la legislatura «alla speranza e alla positività» anche il nuovo primo cittadino, Davide Rossi, in Consiglio comunale dal 2009, quindi con alle spalle oltre 500 messaggi municipali e una serie di progetti di peso (il campus Supsi, il Centro di pronto intervento, LaFilanda). Ciò che più conta oggi, ha sottolineato, è però «guardare al futuro», mettendo in cima alla lista «sempre il benessere delle cittadine e dei cittadini». Davanti a sé la Città ha «non solo le sfide che ci attendono, ma anche le promesse di speranza e di rinnovamento». Con una natura da «preservare e proteggere» e al tempo stesso uno sviluppo economico a favore del quale occorre realizzare «condizioni quadro che favoriscano l'innovazione, l'imprenditorialità e la creazione di posti di lavoro, sempre nel rispetto dei valori della nostra comunità e dell'ambiente circostante». Senza dimenticare le finanze, che, ha rimarcato Rossi, «devono essere gestite con saggezza e trasparenza; e bisognerà avere il coraggio di prendere delle decisioni per poter garantire stabilità e progettualità per la nostra Città».

Dieci anni dopo l'aggregazione, ‘il lavoro non è finito’

Il presidente del Consiglio comunale non ha mancato, poi, di fare riferimento all‘«importanza del volontariato, della cultura e delle tradizioni nel plasmare l'identità di una città». Perché Mendrisio è «ricca di associazioni e dispone di un patrimonio culturale che dobbiamo vivere e promuovere, senza subire condizionamenti esterni che stravolgono quanto costruito nei decenni passati», ha annotato facendo venire alla mente la recente polemica nata attorno alla figura dei mori nelle Processioni storiche. Rossi si è comunque detto fiducioso nel potenziale del Comune e ha rimesso sul tavolo il tema dell'aggregazione comunale a dieci anni dall'ultima tappa che ha portato alla nascita della Città e dei suoi dieci Quartieri. «Il lavoro – ha fatto capire tra le righe – non è finito. Mendrisio deve essere una città polo riconosciuta da tutto il Cantone, ma non possiamo pretendere che questo riconoscimento nasca da solo. La politica e noi politici dobbiamo saper continuare a ribadire con i fatti e le parole che Mendrisio è una città a tutti gli effetti e dobbiamo essere presenti e riconosciuti nei gremi cantonali e federali».

Commissioni e dintorni

Aperti i lavori, si sono nominate, tutte d'un fiato, le quattro Commissioni permanenti in cui siederanno 3 rappresentanti del Plr, altrettanti del Centro, 2 dell'AlternativA, 2 di Udc-Udf e 1 di Lega-Ind. E così si è proceduto pure per i delegati dei quindici enti di diritto pubblico e privato. Almeno sino all'ultima ’voce', quella del Teleriscaldamento del Mendrisiotto. A mettere in discussione la scelta del Municipio di designare due municipali - la capa dicastero Nora Jardini Croci Torti e il municipale Massimo Cerutti - sono stati Plr e AternativA. Una decisione che ha sollevato delle perplessità, come hanno fatto capire Luca Pestelacci (Plr) e Jacopo scacchi (AlternativA), suggerendo la necessità di poter contare su una figura tecnica, come in passato. Un voto sulle nomine, insomma, era nell'aria. Salvo poi optare, a maggioranza, per un rinvio al prossimo Consiglio comunale.