In Consiglio comunale cala la rappresentanza femminile e si consolida un ricambio generazionale. Partiti storici e progressisti cedono seggi ai nuovi
Sessanta posti per sette partiti: il ‘parlamentino’ di Mendrisio amplia il ventaglio della rappresentatività. Tra i banchi del Consiglio comunale si dovrà fare spazio, infatti, a Udc-Udf e ad Avanti con Ticino&Lavoro. Anche se la vera novità, riverbero delle tendenze nel voto per il Municipio, è l’avanzata dell’area di destra, che erode seggi agli altri gruppi. Separate in casa dopo essere state alleate per 32 anni, correre da sole a Lega dei ticinesi e Udc-Udf, per finire, ha portato consensi; e più di quanto non ci si potesse immaginare alla vigilia delle Comunali. Sul puro piano aritmetico, sommando le forze leghiste (al 10,64%) e democentriste (all’11,1%) si arriva a superare il 20%, con un balzo in avanti di oltre 2 punti percentuali rispetto al 2021. Punti che, tradotti in seggi, restituiscono 13 sedie (3 in più, globalmente questo fronte aveva 10 esponenti): 6 sono quelle della Lega, 7 quelle di Udc-Udf, che sopravanzano i ‘fratelli’ di area. Con tutta probabilità affrontare unite l’appuntamento con le urne non sarebbe stato tanto proficuo. Ma soprattutto la Lega ha ritrovato il suo zoccolo duro e Udc-Udf ha scoperto di avere una sua base elettorale anche a Mendrisio.
E se c’è chi guadagna posizioni, vi è pure chi si vede costretto a cederne qualcuna. A registrare un calo, in termini percentuali e di seggi nel legislativo, è innanzitutto il Plr, che passa dal 33,4 al 29,86%, flettendo di 3 punti e mezzo e perdendo 2 consiglieri (se ne conquistano 18). Questo pur rimanendo il primo partito di Mendrisio. Si trovano, invece, con un esponente in meno a testa Centro-Verdi liberali e l’AlternativA. I primi conquistano il 25,85% dei voti di lista, retrocedendo dell’1,45% (si attestano a 15 rappresentanti); la seconda si ferma al 17,58%, mentre tre anni or sono aveva raggiunto il 19,2% (-1,62%) e stacca 10 seggi. Tiene le posizioni e i suoi due consiglieri comunali la Lista civica con il suo 2,68% (-0,38%). Quanto ad Avanti, al suo debutto sulla ribalta politica mendrisiense, il suo seggio vale un 2,29% di voti di lista.
Appare scontata, quindi, la soddisfazione nell’area di destra. «I nostri obiettivi sono stati pienamente raggiunti – ci conferma Massimiliano Robbiani, esponente storico della Lega di Mendrisio, riconfermato –: abbiamo rieletto brillantemente Daniele Caverzasio in Municipio (secondo più votato) e conquistato un buon numero di consiglieri. Queste elezioni ci hanno permesso di ricompattare il gruppo, mentre la base ha raccolto il nostro appello. Se venerdì scorso mi avessero detto che questi sarebbero stati i risultati, ci avrei messo la firma. Adesso cercheremo di lavorare nel solco della destra sociale, pronti su questi temi ad allearci con tutti per fare la differenza». Robbiani si spinge oltre, ventilando una desiderata: «Nella suddivisione dei dicasteri puntiamo alla Socialità».
Che ne pensano, però, dalle parti dell’AlternativA, titolari sin qui di questo ambito? «Rispettiamo, innanzitutto, il principio di collegialità: l’ultimo eletto o eletta è l’ultima persona a scegliere il dicastero. Accettiamo di buon grado, quindi, qualsiasi dicastero ci venga assegnato – chiarisce subito Jacopo Scacchi, il più votato sulla lista del Cc del suo gruppo –. Sulle ambizioni della Lega? Se la Socialità dovesse essere affidata a Caverzasio saremmo comunque tranquilli, visto le sue sensibilità e la conoscenza del dossier Ecam (Ente case anziani Mendrisiotto, ndr) in vista della riforma di cui si discuterà nei prossimi mesi. Non ci nascondiamo, preferiremmo continuare a seguire il tema, ad esempio, delle pari opportunità. Il dicastero nella sua globalità chiama però una certa esperienza politica. Insomma, non ne faremmo un dramma».
E sull’avanzata della destra? «Non è mai bello retrocedere in Consiglio comunale, il luogo della vera politica – annota Scacchi –, perché vuol dire perdere anche in potere contrattuale. Va detto che una frammentazione del legislativo non si sa mai a chi toglie seggi: in questo caso è toccato ai partiti storici e alla nostra area. Anche l’ingresso di Avanti ha contribuito alla frammentazione». Vi preoccupa il nuovo assetto? «Sul piano ideologico no: i confini partitici sono sfumati. Ciò che semmai rappresenta un’incognita è la mancanza di esperienza di molti eletti Udc-Udf».
E a proposito di centrodestra, inutile raccontare il livello di appagamento in casa Udc-Udf. «Al nostro primo tentativo (la sezione esiste da poco più di due anni) abbiamo centrato un risultato più che ragguardevole – commenta il presidente nonché neoconsigliere comunale Pierluigi Pasi –; anzi, direi tranquillamente che abbiamo fatto l’en plein con il seggio storico in Municipio e un numero significativo di consiglieri a fronte dell’obiettivo di riuscire a fare gruppo. Queste elezioni hanno permesso a Udc-Udf di contarsi a Mendrisio».
Quanto a possibili collaborazioni, anche d’area? «Non abbiamo progetti particolari, ma collaboreremo con tutti i gruppi che sposano le nostre posizioni su fiscalità, contenimento dell’aumento della spesa e utilizzazione razionale delle risorse comunali».
Dovendo tirare le somme, il Centro (con i Verdi liberali) guarda al suo bicchiere mezzo pieno. «Nonostante una leggera flessione a livello di consenso partitico – ci dice la presidente Davina Fitas – abbiamo conservato le nostre posizioni in Municipio. Ci rammarichiamo semmai per la perdita, per un esiguo margine, di un seggio in Consiglio comunale. Va detto che tutti i candidati proposti per l’Esecutivo sono stati eletti nel legislativo, segnalando così il riconoscimento delle competenze e l’apprezzamento per la lista. Spiace altresì osservare una diminuzione della rappresentanza femminile che si traduce oggi in sole 3 consigliere». Ora si guarda avanti: «Siamo pienamente consapevoli dell’importanza delle sfide che ci attendono nella nuova legislatura e siamo determinati ad affrontarle con impegno e responsabilità, rimanendo in attesa anche degli equilibri politici che verranno delineati con le nuove forze politiche in campo».
Anche in casa Plr si resta pragmatici. «Nella ripartizione dei seggi in Consiglio comunale non vige il maggioritario. E qui i partiti storici hanno ceduto una fetta della loro quota ai più piccoli. Noi restiamo sempre il primo partito e la forza politica che ha preso oltre 170mila voti di lista: ed è un riscontro positivo. Certo si è notato un travaso di consensi dal Plr a Udc-Udf – segnala il presidente sezionale Giovanni Poloni –. In generale, comunque, abbiamo tenuto: la lista ha performato bene e fra gli obiettivi raggiunti vi sono una maggiore rappresentanza femminile, un ricambio generazionale e una equa distribuzione di consiglieri fra centro e Quartieri, 9 a testa».
Soffermandosi sulle peculiarità dell’aula consiliare del post elezioni, non si può non notare una contrazione generale della rappresentanza femminile: ora le consigliere sono 18 (erano 20), più numerose nelle file di Alternativa (7) e Plr (6). Un segnale positivo è, per contro, il chiaro ricambio generazionale trasversale ai partiti: diversi gli ‘under 35’ entrati nel ‘parlamentino’. Vi è poi da registrare il ritorno nel legislativo con la Lega di Nadir Sutter (che se ne era andato un po’ sbattendo la porta dall’Udc). Tra chi, invece, resta fuori da Palazzo, fra gli uscenti attirano l’attenzione quattro casi nell’AlternativA e tre nel Plr. Non mancano i ‘parenti d’arte’ come Gregorio Aostalli (Centro), figlio del già municipale Manuel, e Francesco Danielli (Udc-Udf), fratello del municipale Paolo. Duplice caso di coniugi eletti nel Plr in casa Tela ed Engeler.