Previsti cinque appuntamenti per celebrare l’unica stazione ferroviaria internazionale della Svizzera
Chiasso senza ferrovia e senza la sua stazione non sarebbe la stessa cittadina. Probabilmente sarebbe stato solo un paesello di frontiera e poco più. Ma grazie alla ferrovia e all’importanza delle sue strutture, Chiasso è l’unica città in Svizzera che può fregiarsi di avere sul suo territorio una stazione internazionale. E se ne può vantare da ben 150 anni. Una ricorrenza che la cittadina intende festeggiare nel migliore dei modi dal 23 marzo, seguiranno anche quattro conferenze.
Il primo giorno dei festeggiamenti a partire dalle 10.30 ci sarà la festa popolare. La giornata inizierà con l’arrivo del convoglio Tilo che sarà battezzato con lo stemma di Chiasso, seguiranno delle attività ricreative inerenti il mondo, ovviamente, dei treni con tanto di esposizione fotografica. Dalle 11.30 in un capannone appositamente installato, verrà offerto un piatto caldo al quale seguirà la musica dal vivo con ‘La bandella di Tremona’ e un concerto di corni delle Alpi del gruppo ‘Quartieri alti’ di Mendrisio. Per scoprire le meraviglie dei viaggi d’altri tempi, durante tutta la giornata fino alle 17 sarà possibile salire a bordo del treno ‘Prestige Continental Express’ dove verrà proposta musica dal vivo dal pianista Fulvio Rosa. In questa giornata verranno portati a termine i lavori all’interno della stazione che sarà pronta a un nuovo ciclo di vita e ad accogliere numerosi viaggiatori.
Il primo appuntamento con il ciclo di quattro conferenze pubbliche del 150esimo si terrà martedì 9 aprile. In collaborazione con il ‘Club amici ferromodellisti’ i relatori Graziano Gianinazzi, già ispettore d’esercizio ferroviario; Adriano Gobbi, già capostazione a Chiasso smistamento ed Enrico Bernasconi, già capomovimento a Chiasso viaggiatori, tratterranno l’aspetto sociale della ferrovia. Come spiega Riccardo Veri, presidente del Club, «la conferenza si pone l’obiettivo di riproporre la caratteristica unica di questi lavoratori che parlavano un linguaggio tutto loro: un misto tra il nostro dialetto del Mendrisiotto e lo svizzero tedesco perché all’epoca della Gotthardbahn la gestione del traffico era ancora in mano agli svizzero tedeschi. Non bisogna dimenticare che qui lavoravano 1’600 persone», pertanto quasi tutti nella zona hanno avuto un parente legato alla ferrovia.
La qualifica ‘internazionale’ nasce a partire da un evento successo il 23 dicembre 1873: la stesura della ‘Convenzione tra la Svizzera e l’Italia per la congiunzione della ferrovia del Gottardo colle ferrovie italiane a Chiasso e a Pino’. Patto approvato dall’Assemblea federale il 27 gennaio 1874. Questa data a Chiasso ha lasciato il segno, da qui infatti inizia il suo vertiginoso sviluppo, con tanto di impennata demografica e l’approdo di attività commerciali che la trasformano in una cittadina e, soprattutto, la stazione di riferimento per tutto lo scambio di merci tra nord e sud del Gottardo.
Fino al 1885 la stazione era ancora una costruzione in legno, inadatta per lo scopo sovranazionale. Si decise dunque di creare la prima struttura in muratura e il 12 aprile 1932 fu inaugurato il fabbricato rinnovato con annessi chilometri di binari presenti ancora oggi. La rappresentazione del legame con la frontiera e la migrazione delle genti è presente quasi fin da subito grazie al murale di Pietro Chiesa ‘L’emigrante’ del 1933 e alla statua della scultrice di doppia nazionalità italo-svizzera Margherita Osswald-Toppi ‘Italia e Svizzera’ anch’essa del 1933. Come spiega il presidente del circolo ‘Cultura, insieme’, Flavio Cometta, quella statua raffigurante due donne che non si guardano ma che si abbracciano, creò parecchio scompiglio alle madri d’allora che inorridivano quando vedevano i seni scoperti, scolpiti dalla prima donna vincitrice un concorso di opere pubbliche in Svizzera: «L’opera, una volta posata, è stata oggetto di grandi contestazioni. Il giornale il Dovere (antenato della Regione) beatificò l’opera per il suo profilo artistico, mentre il Giornale del Popolo era di altro avviso, trovandola oscena. Anche il vescovo di allora, Aurelio Bacciarini, aveva chiesto la rimozione dell’opera. Ma alla fine l’arte ha prevalso, anche se alcune mamme chiassesi per non sconvolgere i loro figli, riuscivano a prendere il treno a Chiasso perché dall’entrata non si nota la nudità; storia diversa quando rientravano e capitava che scendessero a Mendrisio pur di non trovarsi di fronte a quei seni». La storia della trasformazione dello stabile e di queste due opere che hanno visto passare milioni di viaggiatori in oltre 90 anni saranno al centro dell’incontro previsto per martedì 16 aprile alle 20.30 al Foyer del Cinema Teatro, al quale parteciperanno Nicoletta Ossanna Cavadini, direttrice del m.a.x. museo e Simona Martinoli Stebler, storica dell’arte.
Dopo l’appuntamento con il passato, martedì 23 aprile, sempre alle 20.30 al Cinema Teatro con il circolo ‘Cultura, insieme’, ci sarà la terza conferenza. Questa volta Remigio Ratti, professore ed economista, e Bernhard Kunz, Ceo di Hupac per 16 anni e ora presidente della TerAlp, azienda che gestisce i terminal del traffico merci nel Nord Italia, faranno il punto su come si sta trasformando la logistica ferroviaria chiassese che, come sottolinea Cometta, «sono cambiamenti avvenuti perché ci si è accorti che la globalizzazione ha mostrato determinati limiti e perciò va ristrutturato tutto il settore della logistica. Grazie alla presenza di Kunz il discorso si svilupperà sull’evoluzione dell’asse Nord-Sud: la Germania per decenni non ha investito nelle proprie infrastrutture stradali e ferroviarie, insomma, ‘ha perso il treno’, mentre l’Italia sta attualmente investendo miliardi di euro nell’infrastruttura grazie ai contributi dell’Unione Europea, parte del ‘Piano nazionale ripresa resilienza’. Quanto sta succedendo rende dunque interessante sviluppare le linee ferroviarie del futuro partendo da sud». L’ultimo appuntamento del ciclo di conferenze è previsto sabato 4 maggio, questa volta alle 10.15 e grazie a ‘ProGottardo - Ferrovia d’Europa’ verrà organizzata una tavola rotonda nella quale saranno presenti anche Michele Guerra, Bruno Arrigoni e Bernhard Kunz. Per l’occasione verrà trattato il tema dello sviluppo dell’AlpTransit che stando al vicepresidente della ProGottardo, Gianni Ghisla, «è un’opera incompiuta, anche se a nord del Gottardo è passata un’altra narrazione».