La Segreteria di Stato della migrazione fa il punto dopo le raccomandazioni messe nero su bianco dall'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati
Il ‘diario di viaggio’ dell'Agenzia delle Nazioni unite per i rifugiati (Unhcr) ha, di fatto, spalancato una finestra sui Centri federali d’asilo presenti nelle sei regioni d’asilo del Paese (a cominciare dal Ticino). Varcata la soglia, tra il 2021 e il 2022, delle strutture federali – non accessibili oggi ai media –, le dodici visite effettuate così come le voci raccolte fra richiedenti l’asilo e operatori hanno permesso di toccare con mano l’attuazione della riforma del 2019, tra mancanze, margini di miglioramento e progetti virtuosi. Ne è scaturito, il novembre sorso, un documento (di cui ha dato delle anticipazioni ieri laRegione) che mette sul tavolo delle osservazioni, ma soprattutto delle raccomandazioni, destinataria la Segreteria di Stato della migrazione (Sem). Unico obiettivo dell’Unhcr è, del resto, quello di migliorare ulteriormente le condizioni di vita e di alloggio dei richiedenti l’asilo.
In un quadro generale sensibile e che ha visto i Centri sotto la pressione dell’aumento degli arrivi di migranti e delle domande d’asilo, come detto gli esempi positivi non mancano. È il caso dello screening per le malattie mentali e i traumi introdotto nella struttura di Zurigo, oppure delle iniziative adottate ad Altstätten, Basilea o Berna (ma non solo) come ‘sportelli’ d’ascolto, attività per i minori, luoghi di incontro con la società civile. E il Centro di Pasture? Viene citato per l’assistenza pastorale offerta. Tutto ciò è sufficiente? Abbiamo quindi girato alcuni interrogativi direttamente alla Segreteria di Stato della migrazione.
A fronte delle iniziative virtuose riconosciute anche dall'Unhcr introdotte in alcune delle strutture federali e visto la collocazione geografica di Pasture, vicino alla frontiera sud del Paese, e le problematiche sollevate dalle autorità locali soprattutto nell'ultimo anno, si sta pensando di portare in Ticino alcuni dei progetti sperimentati in altri Centri d'asilo? Se sì, quali?
Attualmente a Pasture – ci risponde la portavoce della Sem Magdalena Rast – sono già disponibili dei servizi sanitari interni con due medici generalisti, psichiatria per adulti e gestione delle dipendenze, psichiatria infantile, psicologia per adulti. Inoltre, sono a disposizione lo sportello della protezione giuridica, quello di Iom (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, ndr) per l’aiuto al ritorno e tre assistenti spirituali, di cui uno è un imam. I minorenni sono seguiti da un team specifico di assistenti e da 11 educatori sociali e i minori sono scolarizzati in due aule scolastiche interne e due esterne, per un impiego complessivo di sei docenti. Sono, inoltre, organizzate delle attività occupazionali interne e Gep esterni (nel 2023 parliamo di 3’228 giornate di lavoro) – ci conferma ancora la portavoce –. Tali attività saranno verosimilmente riprese nel nuovo Centro federale d’asilo di Pasture (in via di costruzione, ndr). Quest’ultimo sarà poi dotato di una cucina produttiva in cui i richiedenti asilo potranno contribuire alla preparazione dei cibi. All’esterno è in fase di realizzazione un giardino con uno spazio sportivo multifunzionale e uno spazio giochi per i bambini.
A proposito di Pasture, questa primavera aprirà ufficialmente la nuova struttura: risponderà ai criteri auspicati dall'Unhcr quanto a promozione e protezione dei diritti e della sicurezza dei richiedenti l'asilo?
Il Piano d’esercizio alloggio (Pe) stabilisce gli obiettivi e gli standard per tutte le procedure operative nel settore dell’alloggio dei richiedenti asilo nei Centri federali d’asilo. Il Piano – ricorda Rast – è vincolante, si applica a tutte le strutture federali ed è stato redatto nell’ambito della revisione della Legge sull’asilo del 2019, tenendo conto delle raccomandazioni dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), della Commissione nazionale per la prevenzione della tortura (Cnpt) e della Commissione federale per la migrazione (Cfm) in particolare. Nel frattempo, il Pe è stata rivisto più volte. La Sem si ispira quindi agli standard stabiliti nel Piano quando gestisce il Centro federale d’asilo e quando apre nuove strutture di accoglienza.
Restando sulle future strutture, nel rapporto dell'Unhcr di cui abbiamo riferito nelle nostre pagine si legge però che "alla luce di questi risultati, è deplorevole che anche la progettazione strutturale dei Centri federali d'asilo di nuova costruzione segua solo standard minimi, che non affrontano adeguatamente la tutela della privacy e di altre esigenze dei richiedenti l'asilo, né tengono conto delle esigenze dei dipendenti che lavorano in tali centri". Come replicate?
L’Ufficio federale delle costruzioni e della logistica, responsabile della realizzazione del Centro federale d’asilo, si attiene alle norme di legge nella progettazione e nella costruzione delle strutture – richiama la portavoce –. Il programma di stanze del Centro progettato dalla Sem garantisce la separazione dei sessi e la possibilità di ospitare separatamente famiglie e persone vulnerabili (ad esempio gli Uma, i minori richiedenti asilo non accompagnati, ndr). Il programma dei locali comprende anche diverse stanze dove i richiedenti asilo possono ritirarsi od occuparsi; c’è una sala giochi separata per i bambini. Allo stesso modo i dipendenti dispongono di sale pausa separate e i loro posti di lavoro sono progettati in conformità ai requisiti di legge per garantire che possano lavorare in sicurezza.