I Municipi del Distretto si preparano a fronteggiare le nuove misure fiscali: si deciderà prossimamente. Ma sin d'ora non soddisfano
Indigesta, a dir poco. La riforma fiscale votata il 12 dicembre scorso dal Gran Consiglio non va giù a molti. Già oggetto di un referendum popolare - lanciato dal Comitato ‘Stop ai tagli’ -, sta facendo discutere anche i Comuni. Tant‘è che vi è chi, soprattutto nel nord del Ticino, sta pensando seriamente di mettere in discussione la revisione della Legge tributaria cantonale. Nel Mendrisiotto e Basso Ceresio non si è ancora detta una parola definitiva sul pacchetto di misure avallate dalla maggioranza del parlamento. Prima, infatti, al tavolo degli Esecutivi locali si è deciso di andare a fondo di una materia per sua natura complessa e di soppesare gli effetti finanziari che avranno le detrazioni previste - a vantaggio in particolare delle fasce di reddito più alte e con un imponibile di almeno 300mila franchi - sui bilanci comunali. Non a caso, il dossier nella gran parte degli enti locali del Distretto sarà affrontato a partire dalle prossime sedute municipali.
C’è chi, come Chiasso, due calcoli, però, li ha già fatti. «Abbiamo valutato che l'impatto si aggirerà sui 2-300mila franchi», ci conferma il sindaco Bruno Arrigoni. «Sul referendum dei Comuni? Su questo punto dobbiamo ancora prendere una decisione: lo faremo la settimana prossima. Il tema è da approfondire», ci dice. Gli sguardi delle autorità comunali, del resto, sono rivolti anche all'Associazione dei Comuni ticinesi (Act), la quale ha chiesto e ottenuto che la Divisione delle contribuzioni recapitasse alle Cancellerie un documento esplicativo. Per orientarsi in questo campo, serve, si fa capire da più parti, una bussola. Ciò che è certo, richiama ancora Arrigoni, è che le incognite sono diverse. All'orizzonte del 2025 vi è, infatti, l'introduzione del moltiplicatore comunale differenziato (tra persone fisiche e giuridiche). «Per non parlare della Riforma Ticino 2020», contestata di recente dai centri urbani. E qui Chiasso spera di vedersi alleggerire dei contributi per l'assistenza per circa un milione e mezzo. Anche se resta da capire quale sarà la contropartita richiesta dal Cantone.
«La situazione è abbastanza complicata – fa eco il sindaco di Breggia Stefano Coduri –. Le risorse si riducono e lo spazio di manovra dei Comuni rischia di ridimensionarsi, richiedendo addirittura sacrifici importanti. In ogni caso, documentazione alla mano, come Municipio ne discuteremo prossimamente e vedremo cosa fare». Tutti gli Esecutivi della regione, d'altro canto, sono ben consapevoli che il tema dovrà essere affrontato e dibattuto. A tal punto da averlo già messo all'ordine del giorno delle prossime sedute, come ci hanno ribadito Simone Castelletti, sindaco di Stabio, Marco Rizza, sindaco di Vacallo, e Antonio Guidali, sindaco di Riva San Vitale.
A lasciare perplessi, come lascia intendere il sindaco di Balerna Luca Pagani, sono altresì i meccanismi della riforma tributaria, che d'un canto alza il coefficiente cantonale di imposta (dal 97 al 100 per cento) e dall'altro contrae le aliquote sul reddito delle persone fisiche. E questo, «non sarà completamente indolore». Come dire che «non si fanno certo salti di gioia», commenta il sindaco di Novazzano Sergio Bernasconi, confermando che il Municipio locale prenderà una decisione martedì prossimo. «Di sicuro – ci mette a parte – questa manovra non ci soddisfa. Certe tematiche, anche un po‘ scomode, bisognerebbe avare il coraggio di affrontarle seriamente. Come potremo reagire? I Comuni dovrebbero essere compatti e individuare una soluzione di compromesso, evitando così l'eventualità di un referendum».
Il dossier, comunque, è già sul tavolo pure del Municipio di Mendrisio. E in una delle prossime sedute l'Esecutivo della Città prenderà fra le mani il tema delle riforme fiscali e della nuova Legge tributaria cantonale. Fatta chiarezza sui conti e vistati i Preventivi 2024 da parte del Consiglio comunale, anche a Palazzo civico non si potrà non affrontare questa discussione, come ha fatto capire lo stesso sindaco Samuele Cavadini proprio davanti all'aula consiliare il 18 dicembre scorso. I possibili effetti finanziari sui bilanci del Comune, del resto, sono una preoccupazione alla quale non si sfugge. E gli interrogativi restano aperti.
Lo sono anche per il gruppo dell'AlternativA, deciso a capire quale sarà la strategia che il Municipio di Mendrisio intende adottare per parare il colpo della riforma della Legge tributaria, votata a maggioranza - a sostenerla Plr, Lega, Udc, Helvetica e Verdi liberali - dal Gran consiglio. Fatti due conti, si rammenta nell'interrogazione dell'AlternativA - primo firmatario Jacopo Scacchi -, la novità legislativa comporterà "un minore introito di 46 milioni di franchi annui nelle casse dei Comuni ticinesi". Tant’è che alcuni enti locali hanno già "chiaramente manifestato la propria contrarietà".
A risultare indigesti sono l'impatto finanziario, da un lato, e la mancata consultazione dei Comuni da parte della Commissione della gestione del parlamento, dall'altro. E se la Città di Bellinzona, come ricordano Scacchi e colleghi e colleghe, ha tentato di fare muro invitando i deputati della regione a bocciare la modifica, i Municipi di Faido e Bodio stanno riflettendo sulla possibilità di lanciare un referendum. Anche a Mendrisio sarà l'Esecutivo a doversi pronunciare in merito.
Cosa prevede, però, la revisione avallata dal Gran consiglio? In buona sostanza, come si rimarca nell'interrogazione, si andrà ad alleggerire in particolare la pressione fiscale sulle fasce di reddito più elevate. Le misure votate restituiscono un taglio del'1,66 per cento dell'aliquota dell'imposta sul reddito delle persone fisiche e la riduzione per chi, come detto, ha un reddito elevato dell’aliquota massima dal 15 al 12 per cento fino al 2030. Tutto ciò, sottolineano i consiglieri comunali dell'AlternativA, si inserisce in un contesto "in cui si mettono a preventivo, da una parte, tagli salariali per i dipendenti pubblici, dall'altra importanti riduzioni nei finanziamenti in ambito sociale".
A questo punto si fa strada una domanda cruciale agli occhi degli autori dell'interrogazione: "Il Municipio della Città di Mendrisio condivide la Riforma tributaria approvata dal parlamento cantonale?". Ma soprattutto, quali sono le motivazioni, in senso positivo o negativo? Di conseguenza, si chiede, quali aspetti della revisione sono ritenuti corretti e adeguati o, al contrario, non corretti e adeguati? E andando al sodo: "Quanto prevede di non incassare il Municipio della Città con l’introduzione di tale Riforma?"
Accanto alle modalità che hanno condotto alle modifiche tributarie - in altre parole, l'Esecutivo cosa pensa della mancata consultazione? -, qual è la sua posizione "riguardo all’opportunità di appoggiare un Referendum dei Comuni?". E nel caso in cui il Referendum dei Comuni e il Referendum popolare non dovessero avere successo e la Riforma tributaria entrasse effettivamente in vigore, "come intende reagire il Municipio alla nuova situazione finanziaria che si verrebbe a creare?".
Concentrandosi sulle ricadute, "le misure di rientro prospettate nel preventivo cantonale – richiamano i consiglieri dell'AlternativA – avranno degli effetti diretti sui costi a carico di Mendrisio nell’ambito della socialità? Se sì, dove?". Di conseguenza, l'Esecutivo come intende fronteggiare la situazione? E "vi sono altri aspetti che toccherebbero direttamente la Città causati dalle misure di rientro messe a preventivo?".