Il Consigliere agli Stati Marco Chiesa risponde alla lettera dei giovani consiglieri comunali di Chiasso e si dice disposto a incontrarli
«La peggior pubblicità per Chiasso sarebbe quella di continuare a subire una politica dell’asilo fuori controllo». Il Consigliere agli Stati Marco Chiesa risponde così alla lettera aperta che i giovani consiglieri comunali di Chiasso gli hanno inviato, invitandolo a raggiungere la cittadina di confine per vedere con i suoi occhi la situazione dei richiedenti asilo e collaborare per trovare una soluzione concreta alla crisi. Riguardo all'invito, il presidente nazionale dell'Udc, che a Chiasso è stato ancora due volte settimana scorsa, fa sapere di «essere disposto a incontrarli, con grande piacere – spiega, sollecitato da laRegione –. Peccato non mi abbiano cercato prima, magari durante la sessione straordinaria di giugno sulle migrazioni. I loro partiti non hanno sostenuto le nostre proposte per affrontare il caos nel settore dell’asilo». In ogni caso Chiesa è «molto interessato a conoscere le soluzioni che hanno in mente e a sostenerle attivamente se permetteranno alla Svizzera di rimanere la Svizzera».
A non essere piaciuta, ai giovani consiglieri comunali così come al sindaco Bruno Arrigoni, è la frase pronunciata da Marco Chiesa durante un dibattito televisivo sulla televisione svizzero tedesca con tutti i presidenti di partito nazionali. «Il video del Blick parla chiaro ed è online – aggiunge –. Ho detto che “voi (presidenti) non abitereste oggi a Chiasso” e nient'altro. Qualsiasi altra interpretazione non è ciò che ho affermato». Delle sue parole Chiesa si dice «convinto: abituati e viziati dalle confortevoli condizioni di Cantoni che non conoscono i nostri problemi ticinesi, nessuno di loro vorrebbe confrontarsi con le problematiche che, al contrario, sono costretti a subire molti abitanti e commercianti della città di confine. Solo a Chiasso, da inizio anno, sono stati 500 gli interventi della polizia a testimonianza di quanto la serenità di un importante polo ticinese sia messa quotidianamente sotto pressione». Per Selma Caselli Verga, presidente della sezione Udc di Chiasso, «ci vuole una fervida fantasia per travisare le parole di Marco Chiesa – spiega –. Una grande verità: nessun presidente di partito svizzero-tedesco vorrebbe vivere in casa sua quello che subiscono i chiassesi». Per la presidente, «al posto di sostenere chi vuole mettere ordine nella politica dell’asilo, lo si denigra. E così i problemi restano irrisolti ma almeno a parole sono dipinti meno gravi di quello che sono. Un risultato ben magro per la nostra popolazione. I problemi ci sono, lo ha detto anche chi ha firmato la lettera, ma quali sono le soluzioni che finora il Municipio ha dato? Io a Chiasso ci sono nata, ed è stata un'evoluzione di perdita di vivacità e sicurezza».
A Lampedusa, continua Marco Chiesa, «sono approdate 140mila persone. Un dato che indica quanto il futuro ci riserverà senza intervenire con decisione nel nostro settore dell’asilo». Tra i numeri ci sono anche i già 35’000 illegali fermati in Svizzera, da inizio anno, che danno la dimensione del problema che nessuno vuole sfugga definitivamente di mano» e gli oltre «300 sospetti passatori arrestati che rappresentano l’esplosione del triste business economico della migrazione». La nostra frontiera, aggiunge ancora il senatore, «è la porta di ingresso in Svizzera, dove è possibile depositare una domanda d’asilo, ma anche la via per raggiungere il Nord dell’Europa. In Svizzera possono essere depositate domande d’asilo anche se i migranti hanno già attraversato diversi Paesi sicuri senza mai chiedere alcuna protezione. Una stridente contraddizione». C'è però un punto che infastidisce Chiesa. «Ciò che mi urta, e qui non sarò certo politicamente corretto, sono i comportamenti di molti migranti illegali travestiti da richiedenti asilo. A Chiasso ne ho sentite di tutti i colori quanto al loro irrispettoso comportamento, talvolta delinquente, verso chi li ospita e chi paga per loro». A tal proposito Chiesa ricorda che «nel 2023 per il settore dell'asilo sono stati stanziati quattro miliardi di franchi dei contribuenti svizzeri». Senza dimenticare «fatti ancora più gravi, intollerabili, verso minorenni e giovani donne». Una situazione «precaria» della quale Chiesa ha avuto modo di discutere anche con molte persone di origine straniera, oggi perfettamente integrate. «Persone che hanno contribuito a costruire il nostro benessere. Proprio da loro, emigranti di un tempo, ho sentito le critiche più aspre e obiettive – sottolinea –. Ed è comprensibile: una volta si emigrava per darsi da fare e costruirsi un futuro migliore, rispettando le regole e la popolazione, facendo sacrifici; oggi troppo spesso siamo in balia di persone che si interessano molto di più della generosità del nostro Stato sociale». Gli esempi europei «si sprecano – conclude Marco Chiesa –. Una politica che nasconde la testa sotto la sabbia non servirà a nulla, non risolverà i problemi, anzi li renderà sempre più irrisolvibili. Accoglienza significa rispetto delle regole e, soprattutto, rispetto di chi ti ospita».
Venerdì scorso sui social è comparsa una vignetta discutibile. Per i consiglieri comunali di Chiasso si tratta di una “riprovevole reazione intrisa di razzismo” arrivata dopo il citato dibattito televisivo. La paternità della vignetta è al momento sconosciuta. A domanda diretta, il presidente dell'Udc ci ha risposto di aver visto la vignetta e di averla cestinata. «Questa non è la realtà e non deve essere il futuro di Chiasso». «La polemica sterile della vignetta, che a me non ha fatto ridere, è inutile da commentare. Potrebbe essere stata montata ad arte: ultimamente gli attacchi bassi sono di moda», conclude Selma Caselli Verga.