Al campetto con striscioni e rap senza frontiere per mostrare l'altra faccia del fenomeno migratorio
Sono contro, ma il sistema d'asilo in Svizzera. E anche loro hanno scelto Chiasso, ma per far sentire un'altra voce e dire che esiste una narrazione diversa rispetto a quella, in particolare di una certa parte politica, che sta alzando l'attenzione e la tensione attorno al tema della migrazione. Così nel primo pomeriggio di domenica il Collettivo R-Esistiamo ha organizzato un ‘Pomeriggio solidale’ al campetto di via Bossi, tra due tiri di pallone e un concerto rap, senza confini. Più di tante parole dicono tutto gli striscioni stesi lungo la recinzione. Al primo si affida un pensiero che vale una speranza: ‘Io ancora vedo orizzonti dove tu disegni confini’. Il secondo restituisce quasi una dichiarazione programmatica, per resistere, si legge, alle frontiere; perché, si rilancia, ‘chiudere un bunker non è abbastanza’.
Ecco che alla denuncia per la presenza di richiedenti l'asilo (comunque una dichiarata minoranza) che non rispettano le regole – all'origine di missive, petizioni e visite di delegazioni partitiche –, il Collettivo contrappone, come si legge sul volantino, la denuncia delle "violenze sistematiche del sistema migratorio svizzero" e delle condizioni di vita all'interno delle strutture federali, tra sovraffollamento e isolamento.