Il Tribunale federale accoglie il ricorso di Stabio. Senza la verifica dei decibel in più, Mendrisio non potrà posare la segnaletica
Niente da fare per la Città di Mendrisio. Ancora una volta sulla chiusura (a fasce orarie, dalle 5 alle 8 e dalle 16.30 alle 19.30) del nucleo del Quartiere di Ligornetto è calato un veto. A firmarlo, in questa occasione, all'inizio di giugno è stato il Tribunale federale, che già nel novembre del 2021 aveva concesso l'effetto sospensivo. Sul tavolo, a mettersi di traverso contro la misura viaria - pubblicata per la prima volta il 27 settembre 2013, ormai dieci anni or sono -, c'era da ormai oltre un anno e mezzo il ricorso del Municipio di Stabio, da subito contrario al blocco del traffico di transito dei pendolari attraverso il ‘cuore’ del paese vicino. Troppo pesanti, ha sempre lamentato l'autorità del Comune di confine, gli effetti sul suo territorio a fronte di "un peggioramento della situazione fonica e atmosferica". Quanto basta, insomma, per invocare "la tutela dei suoi abitanti".
E in effetti l'Alta Corte di Losanna nel pronunciare il suo verdetto, che di fatto rimette il dossier nelle mani della Corte cantonale, ha chiarito che senza un risanamento delle aree trafficate, sottoposte a un alto livello di decibel, non sarà possibile mettere in atto la segnaletica, difesa sin qui a denti stretti dal Municipio di Mendrisio, determinato tra periodi di sperimentazione (nel 2016) e tentativi di chiusura ad allontanare, a sua volta, dal Quartiere il viavai parassitario. "Allo stadio attuale – motiva il Tf –, in mancanza dei necessari accertamenti sull'incremento delle immissioni foniche, le prescrizioni litigiose non possono essere adottate". Occorre, in altre parole, arrendersi all'evidenza.
A questo punto, si precisa, spetterà all'autorità cantonale "avviare celermente la procedura volta a eseguire gli approfondimenti e i chiarimenti che si impongono sotto il profilo fonico e rivalutare il progetto di risanamento fonico degli assi stradali interessati". Non solo, questa procedura dovrà essere coordinata con quella relativa alle misure in materia di disciplinamento del traffico che il Comune di Mendrisio prevede di adottare per il nucleo di Ligornetto.
Come tengono a puntualizzare gli stessi giudici, "non è di principio contestato dalle parti che la situazione viaria attraverso il centro storico di Ligornetto, densamente edificato e servito da strade non idonee a sopportare un traffico di transito di tale portata, è problematica". Di conseguenza è "sostenibile" che la Città intenda disciplinare la circolazione attraverso quel nucleo.
Il nodo gordiano è nel fatto di non aver soppesato a fondo le ripercussioni, dettate dallo spostamento del traffico motorizzato da un Comune all'altro. E ciò in una regione che deve fare i conti ogni giorno con le colonne di auto. Non a caso in questi anni a contestare la chiusura del nucleo oltre a Stabio, ci sono stati anche dei privati toccati dal provvedimento.
A rendere attenti della situazione fonica locale era stato, per primo, l'Ufficio federale dell'ambiente; il quale, facendo leva sugli accertamenti agli atti si attirava l'attenzione su aumenti del traffico superiori al 25 per cento sul territorio di Stabio (toccato in particolare nella zona di San Pietro), proprio a seguito del trasferimento di traffico derivante dalle limitazioni introdotte a Ligornetto. Come dire che "l'autorità cantonale dovrà valutare compiutamente ulteriori possibili misure di risanamento volte a ridurre le emissioni dell'impianto stradale in questione, prima di eventualmente accordare facilitazioni".
Le indicazioni dell'Ufam andavano, dunque, al di là della stima effettuata da Mendrisio, che calcolava in un 12 per cento l'incremento dell'andirivieni nel territorio del vicino. Nel mettere un punto alla vicenda, il Tribunale federale ha statuito che "l'aumento del traffico raggiunge il 27 per cento e non è graduale, ma immediato e frutto di una decisione consapevole dell'autorità". Di che riprendere in mano l'intero incarto.