Il 9 aprile scorso, al valico di Chiasso Brogeda, un ex poliziotto ucraino è stato fermato perché in possesso di parecchi soldi imballati sottovuoto
Nel giorno di Pasqua, il 9 aprile, al valico autostradale di Chiasso Brogeda le Guardie di confine hanno fermato un ex poliziotto ucraino che portava con se più di 170mila euro in banconote da 50 imballate sottovuoto. Soldi che, lo comunica il Tribunale penale federale con la sentenza del 24 maggio scorso, gli sarebbero serviti per acquistare materiale per la guerra in Ucraina. Merce che l’Europa non fornisce.
L’uomo, interrogato dal Ministero pubblico ticinese, ha dichiarato di far parte di una rete di volontari indipendenti dallo Stato ucraino specializzati nell’acquisto di armi (principalmente fucili Beretta), nell'acquisto di visori notturni, altri ancora (come l'uomo in questione) specializzati nell'acquisto di droni e nel trasformarli da civili a militari. Il suo compito però sarebbe unicamente quello di trasportare denaro.
Questa rete tra l'altro parrebbe molto efficace; tanto che l'uomo (sempre a suo dire) ha raccolto e trasportato in giro per l'Europa oltre 3 milioni di Euro in soli 4 mesi. Ha anche precisato che all'interno dell'Ucraina ci sono molti volontari che trasportano denaro per l'acquisto di materiale che serve alla guerra, e che lui è uno dei volontari che esce dal Paese per effettuare i trasporti attraverso l'Europa perché in quanto ex poliziotto ha degli accordi con i doganieri ucraini che lo lasciano passare. Il malloppo che si portava appresso lo avrebbe ricevuto in Belgio e lo avrebbe dovuto consegnare in Italia, Romania e Gracia. In Svizzera, stando alle sue parole, si trovava esclusivamente perché voleva visitare Lugano in attesa di una telefonata per fissare il luogo della prossima consegna.
Secondo il Ministero pubblico della Confederazione, questo caso non è di sua competenza perché l'uomo si sarebbe inventato la storia dei volontari ucraini per nascondere un traffico di stupefacenti.
Una tesi però che non regge secondo il Tribunale penale federale che, in una recente sentenza, ha stabilito che la competenza è proprio della procura federale che nel frattempo ha confermato di aver aperto un'inchiesta in quanto secondo le dichiarazioni dell'uomo potrebbe aver partecipato o svolto un'attività di mediazione per il finanziamento di un traffico illecito di materiale bellico. L'imputato intanto è in carcerazione preventiva alla Farera.