A Mendrisio sono stati installati dei pannelli con alcune favole di Esopo. Il direttore dell'Osc: ‘Un progetto di vera inclusione’
Rispetto, amicizia, non violenza, solidarietà, inclusione. Sono questi alcuni dei valori che stanno alla base del ‘Sentiero di Esopo’ nel parco di Casvegno a Mendrisio. Camminando tra gli alberi si scorgono pannelli di varie forme, cinque in totale, dove su ognuno di essi si trova una favola dello scrittore dell’antica Grecia. Brevi racconti ancora attuali e impressi nell’immaginario collettivo. Come non ricordare, per esempio, la tenacia della tartaruga che, nonostante gli sbeffeggiamenti della lepre troppo sicura di sé, riesce ad arrivare per prima al traguardo? La mostra, ideata dal Soroptimist International club del Mendrisiotto e sostenuta dall’Organizzazione sociopsichiatrica cantonale (Osc), resterà accessibile a tutti in qualsiasi momento, proprio come il parco in cui si trova.
«Questa installazione è un’occasione preziosa per restituire alla popolazione di Mendrisio e alla nostra utenza un progetto di vera inclusione», ha ricordato durante l’inaugurazione di questa mattina Daniele Intraina, direttore dell’Osc. «Grazie alla sensibilità delle promotrici abbiamo potuto rendere partecipe in questo progetto anche la nostra utenza». In occasione dell’inaugurazione, inoltre, la lettura delle favole è stata affidata ad alcuni membri del Club 74 e del gruppo di lavoro Spamm e Agorà, entrambi attivi all’interno dell’Osc. «Quello di Casvegno è un parco inclusivo e un’emanazione naturale di quello che si vive in città», ha indicato anche il sindaco di Mendrisio Samuele Cavadini. Nello spirito dell’iniziativa c’è infatti la volontà di incontro. Quest’ultimo, «che il parco stimola e la mostra favorisce, permette di conoscersi, di vedersi, di comprendersi», ha affermato il direttore del Dipartimento della sanità e della socialità (Dss) Raffaele De Rosa. «L’indirizzo strategico che tutta l’Osc ha attuato da tempo, e continua a rafforzare, è proprio quello di aprirsi all’incontro, affinché il disagio psichico non resti confinato all’interno delle mura di una clinica e, di conseguenza, che non venga più stigmatizzato». L’altro è inoltre «uno specchio che permette di scoprirci, di crescere e fare l’esperienza della vita». A fargli eco è stata anche la presidente del club Soroptimist International Mendrisiotto Anke Kindermann: «È un percorso che ci permette di unire tante generazioni, di iniziare una discussione, di riflettere sul nostro mondo», ha pure ricordato.
I valori espressi nelle favole di Esopo rispecchiano quelli di Soroptimist International e sono «intramontabili e alla base di una convivenza pacifica e di rispetto reciproco», ha ricordato Cristina Fasol Cerutti, past president della sezione del Mendrisiotto del club e ideatrice del progetto al parco di Casvegno. Dopo la «scintilla» fatta scattare dalla past president, è stato necessario formulare l’idea, ha spiegato l’architetta Belén Alves Pfister, a capo del progetto Sentiero di Esopo. Si è voluto quindi «sensibilizzare ai concetti essenziali dell’esistenza attraverso la formazione di un percorso». È stata poi la volta della concretizzazione dell’idea: «Abbiamo affidato il progetto a delle giovani professioniste talentuose, nell’intenzione di dar loro la possibilità di esprimersi attraverso le proprie competenze specifiche e la propria creatività». Si tratta infatti di Licia Joppini, architetta, Alice Robbiani, laureata in Interaction e Graphic design, Joelle Käser, laureata in comunicazione visiva alla Supsi e Lea Conconi, laureata in storia dell’arte e letteratura italiana. «Il loro progetto è deciso, fresco, contemporaneo. Non cerca di mimetizzarsi, ma bensì di integrarsi, instaurando un rapporto dialettico con il parco che ci circonda», ha proseguito l'architetta. Infatti nulla è lasciato al caso, nemmeno la scelta del materiale. «Abbiamo optato per l’acciaio inox in quanto è un materiale che, come le favole di Esopo, non muta nel tempo. A cambiare però è ciò che si riflette su questa superficie», ha spiegato Joppini. Inoltre un’altra proprietà di questo materiale è la sua «forza leggera», ovvero la capacità di «essere usato in spessori molto sottili, pur essendo particolarmente resistente». Ogni pannello ha poi, come detto, una forma e una posizione all’interno del parco che richiamano la storia che vi è impressa. Il tutto anche con un ‘côté’ ludico, in cui chi si avvicina per leggere deve fare, per esempio, un giro attorno all'installazione o volgere lo sguardo a terra. Una progettazione che ha permesso anche alle realizzatrici di «riflettere su valori che a volte si danno per scontati, ma sui quali vale la pena riflettere a fondo».
L’iniziativa proposta a Mendrisio, non è però «un punto d’arrivo, bensì di partenza», ha indicato l’architetta Alves Pfister. «Desideriamo espanderla oltre le Alpi con favole in tutte le lingue nazionali, come pure in altri Paesi. Perché i testi di Esopo sono universali. Perché i valori fondamentali della vita sono universali. L’amicizia, il rispetto, la solidarietà… sono valori che dobbiamo proteggere».