Il Consiglio federale sposa il postulato Romano-Wasserfallen per alleggerire l'A2 e Brogeda. Ma per la Commissione dei trasporti uno studio non basta
Con una mano Berna ha tolto (giusto ieri) dalle mappe stradali la Stabio est-Gaggiolo; con l’altra (oggi) restituisce l’intenzione di studiare, a medio termine, un corridoio autostradale proprio lì, lungo la stessa traiettoria. Come mai? Il Consiglio federale lo spiega dicendosi “consapevole del fatto che la viabilità sulla A2 è a periodi particolarmente intensa all’altezza del valico di frontiera a Chiasso e che di conseguenza si verificano spesso spostamenti indesiderati verso la rete viaria secondaria”. Un cambio di scenario che, da un lato, dà slancio alla proposta firmata dai deputati Marco Romano (Centro) e Christian Wasserfallen (Gruppo liberale Fdp), dall’altro spiazza le autorità locali. La proposta dei due Consiglieri nazionali va dritta al punto: dare un’alternativa a Brogeda nei collegamenti autostradali da e verso lItalia. Per indagare sulla fattibilità di questo progetto, la Commissione dei trasporti e delle telecomunicazioni (Ctt-N) ha depositato un postulato, appoggiato dal governo ma che al suo interno non fa l’unanimità. “L’idea che nei prossimi 70 anni l’unico collegamento autostradale verso l’Italia rimanga l’attuale A2 è preoccupante”, scrive la Commissione. “Con 80’000 frontalieri, la situazione stradale nella regione del Mendrisiotto è infatti già critica” e in futuro “la rete sarà completamente bloccata a causa dell’aumento fisiologico del traffico negli orari di punta”. Sono quindi necessarie “una visione e una strategia integrate in materia di infrastrutture al fine di separare il traffico in transito da quello locale e regionale”. Il governo viene pertanto invitato, nell’ambito del decreto federale sulla Fase di potenziamento 2023 delle strade nazionali, a elaborare uno studio per la realizzazione di un possibile corridoio per la Stabio-Gaggiolo.
Il consigliere nazionale Marco Romano, da noi interpellato, ha spiegato le ragioni di una simile proposta, che ai suoi occhi «rappresenterebbe una soluzione per eliminare finalmente il traffico che distrugge i quartieri della Città di Mendrisio e dei comuni del Mendrisiotto». Per, «affinché venga garantita la naturale continuazione dell’autostrada, così come fa la ferrovia». Linea ferroviaria che comunque per Romano rappresenta un valido complemento, ma non una vera e propria alternativa. Con la decisione del Consiglio federale «la porta resta aperta». All’interno della Commissione «ad aprile si è parlato della pianificazione futura delle autostrade. Allora io mi sono promesso di portare il problema su cui si discute da più di trent’anni». In passato, «si pensava di trasformare la strada del Gaggiolo in autostrada, un progetto che a oggi non sta più in piedi». La proposta attuale, che dovrà essere poi oggetto di studio, è che l’autostrada venga sì costruita, ma sotterranea. «Penso che sia un parere unanime che debba essere costruito in sotterraneo come a Lucerna, Zurigo e Basilea. Lì a nessuno salta in mente di passare per le strade cantonali o comunali. E anche qui, come nel resto della Svizzera, dobbiamo dare la possibilità di restare in autostrada. Oggi le strade del Mendrisiotto vengono utilizzate per un traffico per il quale non sono state pensate». Allo scoccare del mese, martedì 30 maggio, «se ne discuterà in Consiglio nazionale. Ma con il Consiglio federale che approva e che intende procedere non vedo grossi pericoli». Un’approvazione che il Consigliere nazionale non dava per scontata: «C’è una fortissima competizione tra le regioni e i cantoni per avere sviluppi autostradali, proprio perché in questo modo si smaltisce il traffico dalla rete viaria secondaria». L’auspicio, ci dice, «è che sia d’interesse anche per il Cantone e i comuni. Altrimenti quel corridoio resterà lì come c’è stato per gli ultimi trent’anni».
Andrea Rigamonti, presidente della Commissione regionale dei trasporti del Mendrisiotto e Basso Ceresio (Crtm), non lo nasconde. «Sono molto sorpreso dal cambio di opinione del Consiglio federale, che solo un anno fa aveva stralciato – da Prostra, il Programma di sviluppo strategico, ndr – il completamento della Stabio est-Gaggiolo. L’impressione – ci mette a parte – è che si tratta di una mossa a seguito di alcune considerazioni da me espresse in un articolo apparso sui media e, in ogni caso, discusse in seno alla Commissione». Quella stessa Crtm che, fa memoria, «ha sollevato il fatto che realizzare il PoLuMe – il potenziamento dell’A2 fra Lugano e Mendrisio con una terza corsia dinamica, ndr –, mantenendo i ‘tappi’ di Brogeda, Gaggiolo e dei valichi secondari, non avrebbe alcun senso». Il tema, non a caso, è già stato portato anche all’attenzione del Consiglio di Stato. «In effetti, a questo proposito il novembre scorso Alessandro Speziali (Plr) ha depositato una interrogazione. Ma nonostante siano trascorsi sei mesi, l’autorità cantonale non ha ancora risposto». Torna invece al lavoro dopo due anni di stop il Gruppo di accompagnamento politico al PoLuMe. «Le riunioni – ci fa sapere Rigamonti – riprenderanno la settimana prossima. E in quella sede c’è da credere che sarebbe emersa la circostanza; ed ecco che giunge un segnale da Berna. Anche se, dal mio punto di vista – chiarisce –, prospettare uno studio è assolutamente insufficiente a rispondere al problema». Come dire che immaginare un nuovo collegamento verso la frontiera non basta a placare le preoccupazioni che agitano la realtà locale. Tanto più che la creazione della terza corsia sull’A2 ha trovato grandi resistenze sul territorio, e a vari livelli. «Se il PoLume, che è un’opera federale, avanza piano piano – annota ancora –, secondo me deve avanzare di pari passo anche la creazione di una base legale che permetta l’uso della terza corsia dinamica a modelli di ‘car pooling’». E a proposito di collegamenti transfrontalieri, rende attenti Rigamonti, «il tema dell’eventuale completamento della Stabio est-Gaggiolo porta con sé altre tematiche che vanno affrontate da subito. Ovvero il fatto che questa opera potrebbe rendere più interessante passare dalla Svizzera per coloro che transitano da Como verso Varese». Di nodi da sciogliere, insomma, ce ne sono e non pochi.