‘Quanta parte dei boschi non è sopravvissuta alla siccità?’

A primavera inoltrata i boschi della regione danno segnali preoccupanti. E ora c’è chi teme che il prezzo da pagare all’estate scorsa sia alto. Ce n’è quanto basta per interpellare il Cantone. Il gran consigliere del Ps Ivo Durisch ha messo il tema sul tavolo. Perché non c’è tempo da perdere. Soprattutto dopo il clima estremo che ha “posto una prova difficile per il nostro prezioso bosco di protezione”. Vedere le foglie ingiallire, del resto, è stato desolante e, ribadisce il parlamentare, “ci ha portato a interrogarci, chiedendoci se gli alberi fossero caduti vittima della siccità o se, con l’arrivo della primavera, avremmo assistito al miracolo della rinascita”. Ora si ha paura che la risposta “non sia positiva”. Infatti, “su molti alberi le foglie non stanno germogliando, il che indica una ripresa ritardata o, in uno scenario peggiore, la morte di molte piante”. E qui sta il punto: “La perdita di questi alberi è già un disastro di per sé, ma le potenziali ripercussioni – rende attenti Durisch –sono ancora più preoccupanti. In caso di forti precipitazioni, nevicate o vento, la stabilità del bosco di protezione potrebbe essere gravemente compromessa”.

Quindi, domanda il deputato rivolto al Consiglio di Stato, si è effettuata un’indagine sullo stato attuale dei boschi? E “qual è la percentuale di piante che non sono sopravvissute alla siccità dell’anno scorso?”. Il pensiero corre, dunque, al Monte San Giorgio, al Generoso lato Ceresio, alla Valle di Muggio e al Penza Chiasso. In altre parole, “il bosco di protezione è stato danneggiato?”. Quindi, “quali potrebbero essere le conseguenze in caso di forti piogge, nevicate o venti tempestosi?”. E quali misure si intendono intraprendere? E quali costi potrebbero essere coinvolti?”. Ed esistono possibilità di finanziamenti federali?