Sicurezza riconquistata nei numeri della Polizia di Mendrisio, in equilibrio tra operatività e prossimità
La sicurezza nell'Alto Mendrisiotto non è più una urgenza. Sembrano ormai lontani, insomma, i tempi in cui si invocava la chiusura dei valichi minori e la paura di essere derubati o rapinati non faceva dormire sonni tranquilli né alle autorità, né ai cittadini. Oggi le statistiche parlano chiaro: con una manciata di rapine e i furti con scasso in picchiata (dimezzati e mai così pochi in oltre un decennio) la Polizia della Città di Mendrisio, polo della Regione II, archivia un 2022 rassicurante. Le energie degli effettivi del Corpo - 58 in totale, 40 gli agenti (27 dei quali sul terreno a rotazione 24 ore su 24) - vengono, in effetti, dirottate verso altre priorità che emergono con maggiore prepotenza nell'ambito del disagio sociale e psichico. Oggi, del resto, la Polizia locale deve saper stare in equilibrio tra la capacità di reagire alle emergenze e il saper prevenire i bisogni nel segno della prossimità. La chiave di volta? L'alleanza con la cittadinanza, che in questi ultimi anni si è saldata sempre di più.
«Se dovessi sintetizzare in un vocabolo quest'ultima annata sceglierei ‘soddisfazione’». Samuel Maffi, a capo del dicastero Sicurezza pubblica della Città dal 2011 sfodera il suo miglior sorriso e non lesina parole di elogio verso i suoi uomini. «Il Corpo – aggiunge – ha dimostrato di essere sempre più efficiente nel raggiungere gli obiettivi fissati, sempre più vicini alla popolazione». Certo, le sollecitazioni non mancano (tant‘è che il numero degli interventi è in crescita); e non è che non ci siano stati tempi difficili, ma oggi, fa capire, si raccolgono i risultati della strategia messa in campo. E questo in un Corpo di Polizia che, da un lato, si è guardato dentro, facendo anche autocritica, e dall'altro ha puntato molto sul rapporto di fiducia con i cittadini, coltivato a forza di campagne di sensibilizzazione. Iniziative che, in taluni casi (come ‘Un caffè con l'agente‘ o il Servizio anziani soli), hanno fatto da apripista in Ticino; e che nella necessità, come l'ultima siccità dell'estate scorsa, hanno visto la Polizia sanzionare gli abusi (17 le contravvenzioni, 15 i multati) ma anche promuovere le buone pratiche per un uso parsimonioso dell'acqua in tempi di divieti.
«In questo momento – ribadisce Maffi – il livello di sicurezza oggettivo nella Regione II è ottimale. D'altro canto, cerchiamo altresì di lavorare con gli esecutivi del nostro comprensorio di competenza – che abbraccia nove Comuni, da Bissone a Coldrerio, e 32'447 abitanti, ndr – al fine di essere più prossimi alle esigenze dei cittadini. Compito che viene svolto egregiamente. Ormai si è realizzato un cambio di mentalità. Infatti, ci stiamo distinguendo non solo nell'essere reattivi, ma pure nel promuovere la prevenzione, che in futuro sarà il nostro ’core business‘».
Il messaggio che la Polizia di Mendrisio si sta impegnando a veicolare è chiaro. Anche il comandante Patrick Roth tira le somme dell'attività del 2022 e una sorta di morale. «In fondo, i dati del nostro resoconto sono allineati con la nostra visione e il nostro motto: ’Vicinanza e sicurezza’». Perché se a Mendrisio e nei Comuni del comprensorio si è registrato un record di furti con scasso, ma verso il basso (tanto da essere in controtendenza rispetto ai numeri cantonali), è «frutto del lavoro di squadra». E squadra che vince - ovvero Polizie regionali, Polizia cantonale e guardie di confine -, si sa, non si cambia, si annota fra le righe quasi a inviare un messaggio subliminale a chi ora parla di Polizia unica. E d'altra parte, rende attenti ancora il comandante, «se perdiamo il contatto con la popolazione le derive possono essere pericolose: la fiducia reciproca è basilare». Senza trascurare l'aiuto degli occhi elettronici delle videocamere che in 25 casi hanno permesso di chiarire la dinamica sullo scenario di incidenti (in calo a Mendrisio) e in 60 occasioni hanno dato modo di acquisire prove utili ai fini di inchiesta.
Scorrendo il resoconto della Polizia cittadina non si possono non notare, però, alcuni dati che segnalano un'altra forma di malessere che serpeggia nella comunità. Il primo numero richiama gli interventi e gli accompagnamenti all'Osc, l'Organizzazione sociopsichiatrica cantonale. «Possiamo dire – annota il comandante Roth – che per Mendrisio sia un ‘hot spot’. In pratica – chiarisce –, si registrano interventi quotidiani nella gestione di pazienti difficili da contenere. Di sicuro rappresenta uno spicchio importante dell'attività». In effetti, si segnala, le richieste da parte della Clinica psichiatrica cantonale sono costanti e crescenti.
Un'altra cifra che attira l'attenzione è quella allineata nella tabella dei fermi: nei casi di lite sono più che raddoppiati e passati dai 20 del 2021 ai 43 dell'anno scorso.
Passando dall'altra parte della barricata, non si possono sottacere gli episodi recenti che hanno fatto finire sotto i riflettori (e in taluni casi pure sotto i fari della Procura) agenti di Polizia. «Fatti – chiarisce subito Samuel Maffi, quasi anticipando le domande dei giornalisti – che non dovrebbero succedere. Come rappresentante delle istituzioni – aggiunge –, in effetti, certe domande me le pongo anch'io e mi chiedo come mai ultimamente si sia verificato un numero abbastanza importante di casi simili». E il pensiero va, in particolare, all'intervento muscoloso su due richiedenti l'asilo a Balerna, che ha portato all'apertura di un'inchiesta sull'operato di dieci agenti, e al caso più recente di Chiasso, senza dimenticare l'agente ubriaca alla guida e coinvolta in un incidente sull'autostrada. «Credo che le autorità politiche – ribadisce Maffi – debbano chinarsi su queste problematiche e sulle loro origini – sovraccarico di ore, formazione, gestione degli interventi o comportamenti inadeguati, ndr –, a tutela del buon nome della Polizia stessa». Guardando alla situazione a livello cantonale, insomma, il capo dicastero lascia intendere che servono dei correttivi. «O rischiamo di perdere quella fiducia conquistata tra i cittadini».
Volgendo lo sguardo all'interno del Corpo di Mendrisio, in mezzo alle difficoltà e alle inchieste amministrative c‘è passata anche la Polizia locale. «Queste situazioni qui le abbiamo vissute anni fa – correva l'anno 2019, ndr –. Tempi un po’ bui – ammette Maffi – da cui siamo usciti dandoci delle linee direttive chiare, fondate su principi e valori. E il netto cambiamento lo si è visto: ci siamo risollevati molto bene». A Mendrisio, quindi, si è voltato pagina, recuperando altresì il rapporto con la popolazione. «Noi tendiamo la mano al cittadino (siamo al suo servizio), che non deve avere paura di contattare gli agenti».
Il comandante Roth non ha dubbi: a contribuire al nuovo corso è stato il concetto di cultura diffuso all'interno del Corpo, supportato nei momenti più ostici da una psicologa del lavoro. «Abbiamo aperto una discussione su chi siamo, cosa vogliamo essere e siamo giunti, simbolicamente, a sottoscrivere tutti una Carta dei valori, che oggi è appesa nei nostri corridoi. È stato un lavoro faticoso che però ha portato i suoi frutti: ci ha permesso di rompere, se c'era, anche il tabù dell'omertà, a vantaggio di tutti».
Un motivo in più per quella soddisfazione esternata da Maffi in ingresso. «Sono contento – chiosa il capo dicastero – che sotto il tappeto non abbiamo mai messo nulla. Tutto è stato portato alla luce del sole».