Trovato un agnello morto a Roncapiano. Certa la presenza del predatore a Somazzo. Segnalazioni pure tra Corteglia e Mendrisio e a Coldrerio
Sino a un anno fa il lupo sembrava del tutto estraneo al paesaggio del Mendrisiotto. Poi l'avvistamento dell'aprile 2022 a Novazzano, lì a pochi passi dal valico di Marcetto e a ridosso della zona urbana, ha fatto capire che (forse) qualcosa era cambiato. Lo ha mostrato, in tutta la sua crudezza, soprattutto all'allevatore, che si è ritrovato con dieci agnelli e tre pecore uccisi. Il predatore si è rifatto vivo questa primavera, testimonianza, come rilevato anche dal Wwf della Svizzera italiana in occasione della sua assemblea annuale, sabato a Rancate, che la specie è ormai più o meno presente dal Gottardo al Mendrisiotto.
L'ultimo caso si è verificato, di fatto, questa mattina, martedì, nell'area di Roncapiano, sul Monte Generoso, come reso noto anche sulle pagine del Dipartimento del territorio. La conferma della presenza di un predatore l'hanno fornita, del resto, gli stessi guardacaccia che hanno accertato il ritrovamento di un agnello morto da più giorni. Come da prassi, ci fanno sapere dall'Ufficio della caccia e della pesca, è stato prelevato un campione per analizzare il Dna, così da verificare se si tratti proprio dell'opera di un lupo. È certa, invece, la sua responsabilità in quanto avvenuto il 27 marzo, sempre nel comprensorio del Monte Generoso, a Somazzo: in quel caso le pecore morte sono state sei.
«Di recente nella zona ci sono pervenute tre segnalazioni, una delle quali documentata con una immagine catturata da una fototrappola, la settimana scorsa durante la notte, in zona Selva tra Corteglia e Mendrisio – ci spiegano dall'Ufficio –. Inoltre, sempre settimana scorsa, una segnalazione, non verificabile, indicava un lupo in zona Sant’Apollonia a Coldrerio verso le 6 del mattino. L’ultima segnalazione risale a sabato e riguarda l’avvistamento di un lupo sul Generoso in zona Dosso Bello».
Tutte presenze che hanno attivato gli specialisti. «Da parte nostra – ci assicurano – abbiamo da subito intensificato il monitoraggio con specifiche ronde notturne e posa di fototrappole per verificare la situazione. Va detto che il comprensorio di controllo è molto vasto: in effetti, solo la parte svizzera del Monte Generoso misura quasi 50 chilometri quadrati. Il dato certo è che al momento si tratta sempre di eventi e avvistamenti di un singolo esemplare».
Resta da capire se si tratti sempre dello stesso oppure no. «Finora dai dati in nostro possesso non possiamo affermare che si tratti sempre dello stesso lupo – precisano dal Dipartimento –. Questo periodo, poi, coincide con quello in cui i giovani lupi, nati lo scorso anno, iniziano a disperdersi sul territorio percorrendo talvolta notevoli distanze; e questo può anche portarli in zone in cui la specie non ha esemplari presenti stabilmente». E la mente torna all'episodio di Novazzano dell'anno scorso: quel lupo, però, «non ha più dato segnali della sua presenza in Ticino».